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IL GRILLO PENSANTE – Sliding Doors in panchina

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La discesa verso il profondo Sud nell’ostica casa del Crotone fa da epilogo all’impronosticabile doppietta di pareggi consecutivi contro Lazio e Roma, prestazioni convincenti che riportano un po’ di luce su un ambiente da troppi giorni piuttosto abulico e tenebroso. Neppure la sosta per la nazionale a cavallo dei due match è riuscita ad intaccare l’improvviso guizzo di amor proprio emerso nel nido dell’Aquila biancoceleste, segnale che forse, oltre ad un po’ di dignità, in questo finale di campionato sul piatto ci potrebbero essere anche le posizioni (a tutti i livelli) degli attuali interpreti in proiezione futura; magari l’insoddisfazione trasudata dal gran capo Joey Saputo ha prodotto messaggi di avvertimento neppure troppo criptici verso dirigenza, staff tecnico e squadra, focalizzando accuratamente tutti i tesserati sulla certezza che occupare una casella sullo scacchiere rossoblu non sia prettamente un diritto acquisito tramite contratto ma uno status da meritarsi in ogni occasione. Peccato soltanto che la classifica evidenzi in modo esplicito che ormai si giochi esclusivamente per la gloria, qualsiasi velleità europea è stata polverizzata poco dopo il giro di boa e il tanto agognato Decimo Posto è ormai una chimera visto che il Toro si è rimesso in piedi ricominciando a incornare avversari con continuità e creando quindi un distacco incolmabile; per il terzo anno consecutivo la dimensione bolognese sarà ancora la parte destra della graduatoria, e il piolo più alto raggiungibile sarà l’attuale, ovvero l’undicesimo.

In considerazione dei fiacchi stimoli concessi da questo finale di campionato ormai il pensiero di ogni tifoso rossoblu è rivolto in direzione della prossima stagione, con particolare attenzione nel tentare di scorgere il volto del timoniere che siederà sulla panchina occupata attualmente da Donadoni…resterà in sella il mister bergamasco? Oppure verrà rimpiazzato da uno dei copiosi nomi che imbrattano da settimane le pagine di carta stampata e testate on-line?

E’ estremamente bizzarro che i meritevoli pareggi contro le romane portino la firme di Verdi e Pulgar, i diamanti più puri sgrezzati da Donadoni durante il suo regno felsineo (oltre a Diawara, che però fu lanciato da Delio Rossi e volò via da Bologna in un batter di ciglia), quasi un monito a ricordare che qualcosa di concretamente positivo negli ultimi anni è stato costruito; è inequivocabile che nella tifoseria ci sia una frattura netta e profonda sul giudizio dell’operato di Donadoni alla guida della squadra, tra chi gli comprerebbe di tasca propria un biglietto di sola andata verso la Galassia di Andromeda e chi invece gli attribuisce il merito di aver seminato (con tutte le difficoltà del caso) con l’obiettivo di raccogliere in futuro i frutti desiderati. Il rebus non sarà di semplice risoluzione.

Cambiare per il lussurioso gusto di farlo non appare un’opzione tra le più sagge e quindi una delle possibilità sarebbe continuare con Donadoni. ll feeling con il patron e l’intera dirigenza sembra ancora saldo e prima di gettare alle ortiche 3 anni di lavoro verranno profuse profonde ed accurate riflessioni; se dal comignolo della stanza dei bottoni di Casteldebole sbufferà una fumata bianca nel segno della continuità allora dovranno essere anche fornite materie prime di qualità un po’ più elevata allo staff tecnico, dopo stagioni in cui i passi in avanti sono stati spesso incerti e timorosi sarebbe il momento opportuno per abbracciare qualche certezza in più.

Se invece le Sliding Doors sulla scelta dell’allenatore condurrà il Bologna a voltare pagina allora sarà auspicabile ingaggiare un coach di comprovato spessore per rimpiazzare il vecchio progetto con uno più ambizioso, in linea con le prospettive della società. Se si sterza cambiando strategia è sempre d’obbligo cercare di migliorarsi e mai tornare al punto di partenza come in un perverso Gioco dell’Oca.

Ovviamente la sentenza sulla direzione tecnica condizionerà fortemente il calciomercato estivo, spostando in modo consistente i pesi sulla bilancia delle valutazioni di ogni singolo giocatore; così, d’un tratto, l’incertezza sulla strada che verrà percorsa dopo il termine della stagione impreziosisce di riflesso i restanti 2 mesi di campionato. Il presente, oramai poco attrattivo, scarno di significati e quasi superfluo si ritrova inaspettatamente investito del ruolo di arbitro dell’imminente futuro; speriamo soltanto che quando darà voce al suo fischietto sia una decisione benevola nei confronti del Bologna.

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