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Il bicchiere mezzo pieno, può essere anche mezzo vuoto (e viceversa) – 22 Apr

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Avete potuto leggere, nella rassegna stampa quanto scritto da Luca Bortolotti su Repubblica. L’incipit dell’articolo è apparso decisamente azzeccato. il giornalista ha ragione, quando ci sono campionati scialbi, con poco appeal ed in cui non vi sia pathos per qualche evento, il campo passa in secondo piano.

Ci siamo dimenticati le stagioni in cui erano più importanti conti e fidejussioni che il gioco espresso, sebbene un gol all’ultimo minuto poteva costarci una retrocessione? Ed abbiamo dimenticato la paura di quando, a prescindere dal contesto, l’unico obiettivo era fare quel punto fondamentale per salvarci? Forse si o forse no, è solo che molti preferiscono avere una motivazione, sebbene questa possa anche portare a conseguenze negative (come la retrocessione), ma almeno sanno che andranno allo stadio, o si metteranno davanti alla televisione, sapendo di vedere una partita, spettacolare o meno che sia, comunque determinante. L’emozione e la tensione dicerto ci saranno. E tutti vogliamo le emozioni, meglio se positive ovviamente, infatti ricordiamo sempre molto bene, e con malinconia a volte, le stagioni in cui si sono fatti tanti punti, sperando nell’Europa.

Ecco perché quindi, in un campionato avaro di motivazioni sia per i giocatori che per i tifosi, che vedono risultati piuttosto scialbi ma senza avere patemi particolari di retrocessioni (o di lotte per l’Europa), si vada sempre a cercare altro, nel perenne senso di indecisione tra vedere il bicchiere mezzo pieno (siamo salvi e tutto sommato il futuro non è così plumbeo) ed il bicchiere mezzo vuoto (manca un gioco e spesso chi scende in campo non appare dare il 100%). Due posizioni che hanno del vero, e che vedono i tifosi dividersi ed allontanarsi da quanto accade in campo; come i fischi contro la Roma, partita tutto sommato ben interpretata, e gli striscioni post Sampdoria, che non si legano al risultato specifico ma cavalcano una battuta tanto infelice quanto strumentalizzata.

Ecco quindi che si, a mio parere Luca Bortolotti ha centrato il punto: al netto che è vero che spesso manchino gioco e spettacolo, è anche vero che i punti per arrivare in una posizione di classifica soddisfacente il Bologna li sta facendo, ed allora si perde un po’ l’interesse per le partite, che non portano più a “vivere o morire” (ovviamente sportivamente parlando) ed allora si cerca altro, perchè comunque di qualcosa bisogna pur parlare no? Ed ecco allora la polemica su Destro, che prima non segna e quindi non deve giocare salvo quando non gioca davvero, perché allora deve essere sempre in campo. Ed ecco la polemica su Donadoni, che dice sempre le stesse cose scontate ma che se ne dice una differente, tra la battuta e la provocazione, allora deve tornare a dire sempre le stesse cose scontate.

In tempi di bichierri mezzi pieni o mezzi vuoti, senza motivazioni per arrivare a riempirli e senza il patema di vederli svuotare, si finisce col parlare di altro. Non abbiamo una soluzione, nè una verità assoluta con cui illuminare qualcuno, perchè la situazione del bicchiere e del Bologna è soggettiva, l’importante però è ricordarsi che stiamo sempre parlando di calcio, e che comunque, se il bicchiere è mezzo vuoto, è lecito vederlo anche mezzo pieno (e viceversa), e quindi si deve cercare di mantenere un equilibrio nel proprio giudizio.

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