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IL GRILLO PENSANTE – Sentimenti Verdi

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Mentre il post-partita di Juventus-Bologna vedeva scorrere per ore su tutte le trasmissioni televisive e radiofoniche un monologo di incensamenti per la Vecchia Signora e il suo ennesimo imminente trionfo, il popolo bolognese, invece, congelava di colpo lo scorrere del tempo sul fotogramma delle dichiarazioni di Simone Verdi riguardo al suo futuro. Corteggiatori prestigiosi e promesse di ponti d’oro potevano essere un convincente preambolo per plausibili e rinnovati obiettivi professionali, ed invece a distanza di mesi prende corpo una nuova, insospettabile ed ancora più accorata dichiarazione d’amore per i colori rossoblu; Simone indossa un’altra volta le vesti di paladino di sentimenti che si ribellano alle fredde logiche monetarie di uno sport che sbiadisce in proporzione a quanto ingrassa, ed il risvolto più tremendamente romantico della faccenda risiede nella personalità di un ragazzo che se ne infischia in diretta TV di dar voce senza censure a desideri che, considerando il mondo pallonaro, riscuoterebbero prevalentemente dissensi. Sono però proprio queste mosche bianche a scavare nei cuori dei tifosi come acqua nella roccia e, per il pubblico non direttamente coinvolto, percepire la volontà di non volersi separare da Bologna come una mancanza di ambizione è la proiezione distorta di una moderna Teoria del Piacere di Gabriele D’Annunzio: viene dato per scontato che il calciatore sceglierà l’opzione che lo arricchirà maggiormente in quanto l’animo umano è per natura proteso a pretendere sempre di più, e quindi il rifiuto di afferrare a piene mani bottini più cospicui viene bollato come eccessivo timore di abbandonare la propria area di comfort…ma siamo sicuri che quello che arricchisce di più sia sempre visibile e misurabile? Se sopra un piatto della bilancia pesano danaro e riflettori, sull’altro piatto cosa ci potrebbe essere da abbagliare Simone più del luccichìo dell’oro? Nel profondo tutti gli uomini sono alla ricerca del propria casella nella scacchiera del mondo, di quella posizione in cui realizzi di essere nel posto giusto al momento giusto soltanto quando ci sei. Nessuno te lo può raccontare o predire, lo senti e basta. E Simone ha avvertito lucidamente che qui è già un Re e può diventare Imperatore, elevato dall’amore della compagna e dall’abbraccio appassionato di una città che lo ha sempre supportato, affetto che sarà celebrato anche nell’ultima partita casalinga contro il Chievo.

All’improvviso, quindi, i tifosi bolognesi, piuttosto delusi da una macchina che non ne vuole sapere di terminare il rodaggio, percepiscono un barlume di speranza: che ci sia la possibilità di trasformare il miglior giocatore attualmente in squadra in una sorta di nuova bandiera? Possiamo finalmente permetterci di trattenere un giocatore tanto ambito, considerando la sua volontà di convolare a nozze con Balanzone?

La permanenza all’ombra delle Due Torri di Simone Verdi sarebbe il primo autentico ed altisonante segnale di una virata decisa, della volontà di dismettere finalmente i panni striminziti ed infeltriti dell’anonimato per indossare qualcosa di più ambizioso e confortevole. La stima e la gratitudine nei confronti di Joey Saputo continuano ad essere tutt’ora intatti, come la consapevolezza di avere sopra la testa un angelo custode dalle spalle talmente larghe da permetterci di dormire sonni privi di qualsiasi incubo; ma, dopo oltre 3 anni di gestione nel quale ci sono stati molti più giorni nuvolosi che sereni, si sta progressivamente diffondendo un malessere insidioso, ovvero la constatazione che avere al comando un ricco magnate ancorato ad un’austerity di mercato assomiglia sinistramente ad avere una voce paradisiaca ma restare sempre in silenzio…in questo modo, purtroppo, si tende ad offrire le medesime performances di tutti quei comprimari che talenti più o meno noti non li possiedono, e tale aspetto può insinuare lentamente ma inesorabilmente un senso di frustrazione in chi ha a cuore le fortune della squadra. E’ umano e comprensibile, come è altrettanto doveroso dimensionare le aspirazioni ad un livello consono allo scenario attuale, ovvero augurandosi che la voce eccezionale del nostro patron possa sentirsi con rinnovato vigore ma senza pretese irragionevoli; esigere un pomposo concerto sarebbe folle ed ingrato, ma una sentimentale serenata in Piazza Maggiore la trasognante Bologna la attende già fremente sul terrazzo.

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