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CorrBo – Mal comune, mezzo gaudio: a Bologna non si vince più – 27 Mag

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Foto di Valentino Orsini


Parola alla difesa: Joey Saputo, dopo le tante critiche piovute sulla società si è dichiarato dispiaciuto per l’andamento della squadra nell’ultima stagione. Un sentimento che però non gli farà chiedere scusa se non spenderà di più, una richiesta che nessuno avanzerebbe, soprattutto di fronte all’immissione da parte sua di più di 100 milioni di euro nelle casse del Club negli ultimi tre anni. Mentre sul vero colpevole tutto tace: un gruppo dirigenziale che ha condotto campagne acquisti non all’altezza, con una visione sportiva ristretta e non in grado di risollevare il Bologna al suo massimo consentito dalle risorse economiche disponibili. Ci hanno provato in tanti a vincere a Bologna, tutti col medesimo risultato. Ma mentre al Dall’Ara si discuteva della grigia stagione rossoblù, a pochi chilometri di distanza la Virtus presentava il nuovo amministratore delegato, Alessandro Dalla Salda. A lui (che come Saputo ha fatto con Fenucci, ha ottenuto dai soci pieni poteri) spetta l’arduo compito di costruire una società solida, che possa rappresentare la base per un rilancio sportivo del club più vincente della città. Una squadra abituata a vincere, ma a digiuno da quasi vent’anni, che rischia di abituarsi al ruolo di comparsa, un po’ come accaduto al Bologna a partire dagli anni Settanta. L’avvento delle nuove proprietà di Virtus e Bologna, avevano spinto i tifosi a sognare un futuro radioso e divertente, che sarebbe giunto abbastanza presto. Ma così non è stato. Che ci siano dei problemi a fare sport sotto le due Torri? Secondo Dalla Salda i difetti strutturali sono i primi da risolvere per pensare un giorno di vincere. <<Intendo subito mettere le mani nella società per renderla solida, capace di asfaltare i problemi, dando ruoli e mansioni chiare. Il campo dovrà essere il risultato del buon lavoro, non dimentichiamoci che siamo un’azienda che produce partite di pallacanestro i cui asset devono essere la Serie A nelle prime otto, una coppa europea e ottime giovanili>>. Che il fulcro di una società sportiva fosse il pallone, a Bologna è stato da tempo dimenticato, fatto che è stato ricordato nello stesso giorno sia al Dall’Ara che alla Porelli. Tutti vogliono il rilancio, su come ottenerlo però vi sono nette divisioni. Struttura dirigenziale rossoblù molto corposa, concordi nel fatto che fare 39 punti spendendo circa 90 milioni l’anno sia un problema. Il colpevole? L’allenatore. Allora avanti un altro, chiamato a fare meglio con meno fondi. Alla Virtus hanno aperto le finestre e cambiato aria: dentro uno dei migliori dirigenti del settore, con la richiesta da qui a tre anni di raggiungere l’elite italiana. Rossoblù o bianconero, sempre di triennio si parla come misura dei sogni. Parecchio grigio quello del Bologna, con il chairman canadese che ha annunciato la presentazione del piano per i prossimi tre anni a Settembre, riscontrando molto meno entusiasmo. Piazza insoddisfatta (giustamente), ma non si vive solo di sogni: per una villetta a schiera ci si può accontentare, ma se si vuole un bellissimo palazzo sono necessarie solide fondamenta.

(Fonte: Il Corriere di Bologna; articolo di Daniele Labanti)

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