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Donadoni: “L’esperienza al Bologna? Abbiamo fatto un buon lavoro, ma potevamo fare di più” – 4 giu

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Foto di Valentino Orsini


Radio Anch’Io Sport su Radio Rai Uno è intervenuto Roberto Donadoni, ex allenatore del Bologna e della Nazionale Italiana, che ha rilasciato interessanti dichiarazioni su quello che è stata la sua avventura con la società felsinea e sul calcio italiano, a partire dai giovani.

“La personalità è quella componente che non si può acquistare col mercato. L’esperienza aiuta, ma sono componenti innate in un ognuno di noi. I giovani di oggi, in tutti i settori, sono un po’ in difficoltà da questo punto di vista. Forse anche noi genitori sbagliamo qualcosa, perché i giovani devono trovare la propria strada al di là dei consigli degli adulti. Dobbiamo dare fiducia ed essere meno iper protettivi. Aumenta la capacità di trovare le soluzioni alle difficoltà, i giocatori forti sono quelli che riescono in questo. Se ci nascondiamo dietro le belle frasi non andremo mai avanti. Se diciamo che gli altri fanno meglio questo o quello è la fine. Dobbiamo fare autocritica, toglierci la spocchia che abbiamo addosso, tutti quanti, e sapere che anche gli altri crescono e vanno avanti. Dobbiamo trovare il modo di cambiare rotta, perché gli altri ci sovrastano e nel ranking mondiale ci ritroviamo molto indietro. Basta con le chiacchiere. Troppe volte si parla e basta, senza poi evolvere. Se si vuole cambiare, non si può farlo facendo sempre le stesse cose. Simone Verdi? Può fare tutti i ruoli d’attacco perché ha grande qualità tecnica e capacità fisica. Quando mette insieme le caratteristiche che ha, è difficile da contrastare. E’ cresciuto molto anche in personalità. A gennaio ha scelto di restare al Bologna perché voleva finire un processo di crescita dove ha avuto successo. Stasera è un bel provino: non deve aver la foga di dimostrare niente, deve andare in campo e giocare come sa. Il mio futuro? Non so onestamente. La mia avventura al Bologna è terminato, quindi adesso valuto le cose con calma e serenità. Guardiamo come si muove il mercato e poi prenderò la decisione più consona all’entusiasmo che posso portare in quella o l’altra esperienza. Perché è finita col Bologna? Hanno ritenuto che il lavoro fatto non sia stato soddisfacente. Quello che mi era stato chiesto, io ho cercato di portarlo a termine, e credo che tutto sommato abbiamo fatto un buon lavoro anche se potevamo ovviamente fare qualcosa di meglio. Diversi giocatori, come Verdi, sono cresciuti e diventati protagonisti nel nostro calcio. Poi è chiaro che bisogna avere voglia di investire e inserire giocatori di spessore superiore. Mi auguro che il futuro possa garantire soddisfazioni più grandi rispetto al recente passato. Prima di Saputo la realtà bolognese era in grande difficoltà, siamo usciti insieme da questa situazione, ora mi auguro che possano portare il club ai successi che merita la città e i tifosi. Io credo che ormai i nostri tempi siano diversi rispetto al passato e che sia difficile correggere ciò che abbiamo fatto. Possiamo però intervenire nei nostri giovani, i giovani italiani, perché in Italia abbiamo grandi margini. Io ho allenato tanti giocatori stranieri e non ho incontrato mostri di bravura. Quello che dobbiamo fare è dare in mano i nostri giovani a professionisti che abbiano l’ambizione di farli crescere. La parte ludica nella crescita dei ragazzi è fondamentale. Io sono cresciuto all’Atalanta e penso che stiano confermando proprio questa filosofia. L’Atalanta spende grandi cifre per ottenere i risultati che hanno col settore giovanile, cifre molto più alte rispetto anche alle big. Quando sono arrivato sulla panchina dell’Italia non ho pensato ai risultati che avrei dovuto conseguire, perché avrei dovuto vincere il campionato interstellare. Serve avere stimoli per andare avanti, portando idee e concetti diversi in vista del futuro. Purtroppo oggi si valuta sempre solo i risultati, ma credo che serva un piccolo sforzo per modificare il nostro modo di essere in questo senso”.

 

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