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La presentazione di Filippo Inzaghi, le prime parole dell’allenatore rossoblù – 14 giu

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Sara Melotti

Dopo le voci e le molteplici supposizioni è finalmente arrivata la conferma ufficiale: Filippo Inzaghi è il nuovo allenatore del Bologna Fc. E’ l’alba di un nuovo corso per la società rossoblù che, nella splendida cornice dello Stadio Dall’Ara, presenta alla stampa il nuovo tecnico.

A fare gli onori di casa è Fenucci “Il profilo che la società aveva tracciato corrisponde alle due parole usate dal presidente in conferenza stampa, aver entusiasmo e voglia di lottare, di combattere. Chi viene a Bologna viene per giocarsi una chance importante e deve venire con l’entusiasmo e la voglia di costruire qualcosa per se stesso e per noi in linea con le aspettative dei tifosi. Conoscendo le caratteristiche e le motivazioni che Pippo aveva dentro abbiamo pensato che fosse la persona giusta. Abbiamo parlato con il suo entourage perchè lui voleva, giustamente, rimanere concentrato sull’avventura fantasitca che stava vivendo con il Venezia. Terminata questa abbiamo ritenuto che lui fosse la persona giusta per iniziare un nuovo ciclo sportivo. Sarà una Serie A molto difficile. L’obiettivo di questo ciclo è quello di far bene e chi arriverà qui deve vivere Bologna come l’esperienza della vita. Dobbiamo costruire un percorso che vada oltre i risultati del primo triennio. Ci vorrà tempo.” dice l’amministratore delegato, che lascia subito spazio al nuovo tecnico.

“Per prima cosa ringrazio la dirigenza, in primis il presidente Saputo, Fenucci, Di Vaio e Bigon e tutti quelli che ho conosciuto in pochi giorni – dice Filippo Inzaghi – perché da quando sono arrivato mi hanno fatto da subito sentire a casa. Mi hanno fatto sentire importante ed è quello che desideravo. Sono molto felice di essere qui e ringrazio anche il Venezia che mi ha dato la possibilità di essere qui nonostante io sia ancora sotto contratto con loro. La dirigenza del Bologna è stata molto corretta, ha fatto sapere che mi voleva e fino all’ultimo giorno mi ha aspettato. Ho dato tutto me stesso al Venezia ed il Bologna è stato eccezionale perchè mi ha aspettato fino a che non siamo entrati in contatto questo martedì ed abbiamo raggiunto un accordo subito in un paio d’ore. Qua non manca nulla, c’è un Centro Tecnico fantastico. Quello che mi è piaciuto di questa dirigenza è che qui si parla di calcio come piace a me.
Io Bologna l’ho sempre un po’ cercata sia da giocatore che da allenatore per la storia del Bologna, il centro lo sportivo, lo Stadio che è stata la prima cosa che ho voluto vedere. Son sempre stato un avversario temibile e ora voglio rendere orgogliosa la gente del Bologna. Per allenare bene ci vuole una grande società ed una grande tifoseria che qua ci sono. Poi vedremo quello che arriverà.”

Saputo ha usato le parole “fire and desire”, lei si sente così?

“Penso che il fuoco sia l’unica cosa che non mi manca, ho sempre giocato per vincere e voglio sempre il massimo. Se mi avessero offerto dieci anni di contratto avrei firmato. Io vedo Bologna come una cosa stupenda che mi è successa, desideravo questa società e sotto sotto avevo questa speranza. Volevo venire qua per tanti motivi, i tifosi sono venuti subito a parlarmi e c’è stata subito sintonia. Vogliamo tutti la stessa cosa: il bene del Bologna. Cercherò di far rendere i miei giocatori al meglio delle loro possibilità. Cercherò di essere il più vero possibile e di ottenere il massimo cercando di essere credibile come allenatore. Chi non pedala e chi non si allena bene, chi pensa che Bologna non sia qualcosa di magico con me non giocherà e lo capirà da subito. Ero così da giocatore e così sarà da allenatore.

Cosa le hanno detto Tacopina e Saputo? 

“Tacopina è stato molto contento quando gli ho detto che sarei venuto qua. Sa cosa mi può dare questa città. Il presidente Saputo lo conoscete, è una persona straordinaria. Con due parole mi ha messo serenità e voglia di lavorare. Io scherzando gli ho anche detto che magari andremo in Europa League, chiaro che ci vorrà del tempo e si dovrà fare un passo alla volta. Noi i tifosi ce li vogliamo conquistare con il lavoro sul campo. Voglio renderli orgogliosi e voglio che i giocatori escano dal campo, nel bene e nel male, orgogliosi della maglia che indossano.”

Quando è stato vicino al Bologna da giocatore?

“Dopo Parla c’erano Bologna ed Atalanta. Non entriamo nei particolari ma andai all’Atalanta dove vinsi la classifica cannonieri. Questo stadio mi ha sempre trasmesso tante emozioni, purtroppo per i tifosi ho sempre giocato dall’altra parte ed ora è tempo di renderli felici.”

Una carriera da allenatore partita con il Milan per poi scendere in Lega Pro per ripartire da capo. Cosa ti hanno lasciato questi due anni?

“Un bravo allenatore non smette mai di imparare. Cerco sempre di apprendere da tutti. Per lavorare bene è necessaria una società che crede in te. Sono andato a Venezia ho capito che mi avrebbero lasciato lavorare. Sono stati due anni fantastici. Per ripartire cercavo questo tipo di soluzione e quando mi ha contattato il Bologna non ho considerato le altre richieste. Sono due giorni che sono a Casteldebole e quasi quasi dormo lì, è qualcosa di incredibile. Dovremo farlo capire anche ai giocatori, visto che mi son sempre guadagnato la mia pagnotta durante la mia carriera cercherò trasmetterlo anche a loro. Bologna ha tutto, qua devi solo pensare a giocare e fare bene il tuo lavoro. Qui penso che lo capiranno presto e si terranno stretta la maglia del Bologna.”

Aspettative su Mattia Destro? 

“Sono qua da poco ed ora cercherò di capire. Ci incontreremo e parleremo. La nostra porta non è chiusa per nessuno. Chi resterà sa che dovrà guadagnarsi il posto. Capiremo quale sarà il sistema migliore. Mi piace perchè con Bigon si parla volentieri di calcio e questa dirigenza mi ha trasmesso questo.”

Il dibattito dell’anno è stato il confronto tra l’organizzazione di Sarri e la semplicità di Allegri. Lei quale pensa sia la strada migliore?

“Com’è che si può dire? Inzaghista?! A parte tutto io voglio far rendere al meglio i miei giocatori e cercare di vincere. La soluzione migliore può essere giocare meglio degli altri, oppure essere più organizzati trovando la chiave giusta. Questa chiave capirò solo quando allestiremo il nostro gruppo. Ci sono giovani interessanti ai quali bisogna dare fiducia, non sempre c’è il tempo di farlo ma la società mi anche questo e la valorizzazione dei giovani. Ho già guardato alcune partite del Bologna e questa squadra ha bisogno di tante certezze. Non sono un allenatore al quale piace cambiare troppo. Assieme al direttore capiremo quali saranno i giocatori più funzionali. Chi viene a Bologna deve farsi amare dai tifosi perchè lotta su ogni palla, dovrà rispettare le regole ed avere voglia. L’emblema è l’Atletico Madrid: vedere Diego Costa che lotta su ogni palla è fantastico.”

Da calciatore sei stato abituato ai grandi palcoscenici, da allenatore quel Milan era una pesca difficile. Com’è venire a Bologna?

“Per me ogni cosa che faccio è come una Champios League. Ho cercato di essere sempre me stesso per non sbagliare. Io non imito nessuno. Cercherò di andare avanti per la mia strada.”

Bologna che si prepara ad un “anno 0”, ceduto Verdi se n’è andato un pezzo importante. Preferisce due tre giocatori di qualità o giocatori da far crescere?

“Questi giocatori sono andati via per esigenze della società. Secondo me abbiamo una base buona. Ci sono giocatori che possono crescere molto. Con il direttore ci sentiamo dieci/quindici volte al giorno. Tutti qui vogliamo il bene del Bologna, il presidente ha un entusiasmo incredibile e noi cercheremo di portarne altrettanto.”

Hai qualche giocatore che ti interessa?

“Qui c’è uno scouting fantastico e fino ad un giorno e mezzo fa non pensavo alla rosa ma ad altro. Dobbiamo stare sereni, abbiamo le idee molto chiare e vogliamo tornare a fare bene. Quello che vi promettiamo è che daremo il massimo, vedremo se i risultati ci daranno ragione. Dobbiamo risvegliare l’entusiasmo nei nostri tifosi.”

Quanto conta il carisma in un allenatore?

“Io ho sempre seguito allenatori onesti con me e io cercherò di esserlo con i miei giocatori. Non posso pensare che tutti possano essere come ero io da giocatore. Il carisma te lo guadagni sul campo. Dovrò dimostrare loro che il lavoro paga.”

Ci hanno sempre descritto un Inzaghi preciso e meticoloso nella preparazione dei dettagli. Come si approccia ai giovani l’Inzaghi allenatore?

“Il percorso che ho fatto con il Milan Primavera mi ha fatto capire molto. Bisogna trovare la giusta alchimia. Chiaro che con i giovani ci vuole più pazienza. Dobbiamo dar loro fiducia e concedere loro di sbagliare. Vi assicuro che i giovani del Bologna sono bravi giocatori, il segreto è farli sentire importanti.
Vivo la partita come se fossi in campo anche se purtroppo non ci sono. Quando giocavo avevo meno pensieri rispetto ad ora che faccio l’allenatore. Penso che quando prepari la partita tutta la settimana vorresti sempre vincere.”

Il rapporto con suo fratello che troverà come avversario sulla panchina della Lazio?

“Con lui ci sentiamo 7/8 volte al giorno. Sarà divertente, vorrei che Bologna Lazio si cuicasse alla prima di campionato. Sarà una bella avventura che cercherò di godermi appieno. Tra noi c’è molto confronto giocando con lo stessa sistema di gioco.”

Sentirà Donadoni?

“Cercherò di sentire tutti, chiaro che quando si cambia allenatore è perchè si vuole fare di più. Sappiamo quali sono i nostri obiettivi e ci giochiamo qualcosa di importante. Dobbiamo essere realisti e qui le basi per fare bene ci sono.”

Cosa di porta dietro dall’esperienza Venezia?

“Mi porto l’esperienza dopo ogni partita. Al termine di ogni match imparo qualcosa. Sono molto autocritico ma allo stesso tempo molto sereno. Da allenatore sono come ero da giocatore: voglio arrivare al termine sapendo di aver fatto tutto al meglio. Non c’è un metodo se non quello di prepararsi bene. Puoi sbagliare un goal perchè sei umano non perchè non ti sei preparato bene.”

A fine campionato sarà contento se..? Pensa di avere la squadra al completo in ritiro?

“Se la società sarà orgogliosa di me e se lo saranno i nostri tifosi. In ritiro mancherà qualche nazionale a causa dei mondiali ma mi fido ciecamente della società.”

Quanto è importante il metodista davanti alla difesa?

“E’ un ruolo per me importante. Secondo me un allenatore deve essere aperto a tutto. Pulgar è un giocatore che ha fatto bene ma anche Nagy è un ottimo giocatore. E’ un ruolo per me fondamentale perchè detta i tempi alla squadra.”

Interviene anche Bigon in tema mercato Dobbiamo capire gli elementi adatti al suo gioco e proporre le nostre idee. Di calciatori ce ne sono tanti e se parliamo di giovani sappiamo che qua ce ne sono. La priorità è trovare dei titolari che possano portare qualità alla squadra partendo dalla condivisione con il mister.” dice il DS rossoblù che lascia la parola a Fenucci per quanto riguarda la questione Donsah che è alle prese con il rinnovo per il quale sono in corso le trattative atte a portare alla fumata bianca.

Qualche parola anche su Simone Verdi “lo ringraziamo per quello che ha dato a Bologna in queste due stagioni. Penso sia una storia felice dal punto di vista romantico del calcio. Ha trovato a Bologna la sua dimensione e che, aldilà delle plusvalenze, ha dimostrato di poter calcare grandi palcoscenici.

Fenucci si sofferma anche sulla questione Stadio “La fase progettuale è terminata. Non vogliamo portare la squadra lontana da Bologna. Quando tutto sarà definito allora presenteremo il tutto”

 

 

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