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Il Resto del Carlino – La rivoluzione di Inzaghi

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Foto di Valentino Orsini

 

 

Rivoluzione nell’organico prima, ora si passa al campo. Dopo i sette nuovi innesti, Inzaghi lavorerà per cambiare pelle al Bologna: da squadra votata al possesso palla, l’obiettivo è trasformarla in una formazione contropiedista. Il neo allenatore rossoblù lavora senza sosta ed in maniera maniacale per consolidare i meccanismi di gioco, oltre che sulle individualità. Un’idea di gioco che trova la sua identità nel 3-5-2, modulo dal quale Inzaghi non sembra volersi discostare, idea confermata dalla cessione di Verdi e Di Francesco e dall’arrivo di due terminali offensivi come Santander e Falcinelli. Possibile però che in futuro ci sia qualche adattamento in corsa: Dzemaili potrebbe essere impiegato come trequartista, con la presenza di Krejci ed Orsolini a suffragare ulteriormente questa tesi. Finora però, il Bologna non si è discostato da questo schieramento tattico, gestendo il pallone in maniera molto rapida, facendo partire l’azione dalla difesa e provando ad andare in porta con imbucate centrali e scambi per mandare le punte a rete. Nel caso in cui l’avversario rientri, cambia l’approccio: salgono le mezzali, che vanno ad aggiungersi agli attaccanti in mezzo all’area, spostando il gioco sulle fasce per poi crossarla in mezzo alla ricerca del goal. Fin qui i rossoblù hanno dato il meglio in ripartenza, grazie alle accelerazioni delle mezzali Donsah, Svanberg e Poli, viste le difficoltà che ha la squadra felsinea nel saltare l’uomo e creare superiorità numerica in fase offensiva. Una rivoluzione nel metodo di gioco, che viene applicata però anche dall’atteggiamento verso i giovani: tartassati da Filippo Inzaghi, per cementare le proprie direttive e saggiarne le capacità tecniche. Orsolini alternato nel doppio ruolo di mezzala e seconda punta; Mbaye impiegato sia come esterno che come terzo centrale di difesa; Kingsley posizionato, un po’ per necessità ed un po’ per sperimentare, in cabina di regia e che si sta rivelando piacevole sorpresa; Calabresi, difensore più utilizzato da Inzaghi sin qui, schierato come terzo di difesa, ma anche come centrale, in attesa del rientro di Gonzalez. Ultimi ma non ultimi gli attaccanti: i terminali offensivi si avvicendano quotidianamente, con il compito di pressare alto i difensori, fare da riferimento per i lanci lunghi, aprire spazi in profondità per l’inserimento dei centrocampisti per poi buttarsi in area per finalizzare l’azione. Le coppie più utilizzate sinora sono state Palacio-Santander, Destro-Avenatti, Orsolini-Falcinelli, Destro-Falcinelli e Destro-Palacio. Con ogni probabilità l’alchimia che si creerà in zona offensiva, sarà fondamentale per la buona riuscita del progetto inzaghiano, con la speranza che questa rivoluzione porti anche un diverso esito per la stagione che verrà.

Fonte: Il Resto del Carlino

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