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Bologna

Non è presto per parlare di sterilità offensiva?

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Alessandro Sgarzi


Quando le cose vanno bene nella fase di precampionato, si comincia (giustamente) ad abbassare l’entusiasmo, perchè le ottime cose viste in amichevole si sono concretizzate contro avversari di poco conto, e il calcio di luglio lascia il tempo che trova. Tutto vero, però quando si vedono in campo cose meno belle, tipo un giro palla poco veloce e dei movimenti non sempre giusti, si punta il dito contro squadra e allenatore, facendo suonare il tanto amato campanello d’allarme. Perchè?
La risposta a questa domanda è un po’ complicata da trovare, quindi cerchiamo di analizzare il momento dei rossoblù, mettendo sulla bilancia i pesantissimi carichi di lavoro che mister Inzaghi ha fatto svolgere ai suoi ragazzi, e analizzando i primi concetti tattici provati a Pinzolo.

Nelle prime 3 amichevoli, in cui il Bologna ha affrontato squadre di bassissimo livello, i rossoblù non sono mai stati aggrediti con un pressing organizzato, indi per cui la manovra, seppur lentamente, procedeva bene e senza intoppi. Nell’ultimo test contro i giovani del Southampton, invece la pressione era molto più decisa, forse troppo, e il Bologna a tratti è andato in difficoltà, perchè non riusciva a trovare la profondità con i due quinti di centrocampo e con le due mezz’ali. Spesso si cercava la verticalizzazione sulle punte, ma alle volte si trovavano fin troppo isolate per rendersi pericolose.
Il motivo è semplice: tanti carichi di lavoro portano a un appesantimento delle gambe, e di conseguenza a una velocità e quindi una brillantezza minore. Inzaghi lo ha detto spesso “ci faremo trovare pronti per la Coppa Italia”, prima interessa poco, o almeno, prima bisogna mettere benzina nelle gambe per il prosieguo della stagione; conta il giusto essere brillanti adesso, anzi, sarebbe grave vedere molta freschezza in questo periodo.
Non bisogna allarmarsi ora se le giocate non vengono, o se la porta non la si attacca nel migliore dei modi, perchè è troppo presto, soprattutto con la rivoluzione attuata dalla dirigenza rossoblù.
Attenzione però, non bisogna allarmarsi per i problemi fisiologici visti fin ora, ma allo stesso tempo il nuovo Bologna di Inzaghi ha fatto vedere cose interessanti.

Il 3-5-2, SuperPippo lo sta facendo provare fino allo sfinimento ai suoi ragazzi, e le prime novità sono arrivate. Orsolini mezz’ala è una soluzione molto interessante, che è stata una vera e proprio invezione dell’allenatore piacentino, così come Kingsley come metodista davanti alla difesa o Mbaye come centrale di destra nella retroguardia a 3. Tante piccole novità in un contesto tattico completamente rivoluzionato.
L’attacco alla porta è totalmente diverso rispetto alla stagione scorsa, e in questo senso le due mezz’ali ricoprono un ruolo fondamentale, andando spesso sulla stessa linea degli attaccanti. Alle volte si schiacciavano troppo addirittura verso l’area avversaria, ma quando si posizionavano al meglio tra le linee si vedevano cose davvero interessanti.
Anche i due esterni di centrocampo sono fondamentali per attaccare la profondità, con uno dei due che va sul fondo in zona palla, con l’altro che stringe in area per creare densità insieme alle due punte e ai due interni.
La lentezza nella costruzione in questi giorni di preparazione, tolgono quella che è la caratteristica principale del gioco di Inzaghi, cioè la rapidità nella verticalizzazione cercando la profondità. I concetti e i primi tentativi però si sono visti, e i giocatori sembrano aver inteso al meglio le idee di Pippo.

Non allarmiamoci dunque se vediamo una manovra un po’ troppo lenta, o poche azioni in velocità, e non esaltiamoci quando si segna un bel gol. Ora è importante che i ragazzi interiorizzino i concetti del nuovo allenatore e cerchino di metterli in pratica sul campo. Per ora sono stati molto bravi e disponibili in questo: quindi diamogli fiducia!

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