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Bologna, due chiacchiere con … Leonardo Stanzani

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Foto di Valentino Orsini


Dopo aver intervistato Simone Rabbi settimana scorsa, quest’oggi abbiamo avuto la fortuna di poter fare qualche domanda a Leonardo Stanzani, una delle punte di diamante della Primavera di Troise che tra pochissime settimane inizierà ufficialmente il campionato. In attesa del debutto gli Under 19 rossoblù scenderanno in campo sabato a Crespellano per un triangolare contro Udinese e Inter, utile per testare la forma.

Leonardo, classe 2000, l’Uomo copertina di questa squadra che ha saputo mettersi in mostra a Pinzolo durante il ritiro con Inzaghi, è al momento fermo ai box a causa di un infortunio subito al Torneo Città di Vignola: “Adesso sto abbastanza bene, ma pensavo davvero di essermi fatto molto male. Mi sono stirato il collaterale, ma sarebbe potuta andare molto peggio …”

Abbandonate le stampelle, sta già svolgendo riabilitazione all’Isokinetic.

 

Come hai iniziato ad approcciarti al mondo del pallone? Era un chiodo fisso già da quando eri piccolo o è una passione che si è sviluppata dopo? Come è iniziata la tua carriera calcistica?

“Il primo sport che ho iniziato a praticare è stato il pattinaggio artistico a rotelle, soprattutto perché tutta la mia famiglia faceva, e fa tutt’ora, parte di quel mondo sportivo, poi verso i 5 anni ho scoperto la palla e, quasi per caso, ho iniziato a giocare a calcio nel settore giovanile della squadra del mio paese. Da quando ho messo piede in quel campo, il calcio è diventato un chiodo fisso, la mia passione. Dopo 5 anni alla Santagatese, nel 2010, arriva la chiamata del Bologna. Senza pensarci un attimo ho deciso, insieme ai miei genitori, di iniziare a giocare per una squadra professionistica, e così è iniziata la mia “carriera”.”

 

Hai giocato negli allievi della Fiorentina per un anno (2014/2015): quanto è stato utile giocare e vivere lontano da casa in un contesto diverso da quello a cui eri e sei abituato a Bologna?

“Esatto, nel 2014 ho fatto le valige e sono partito direzione Firenze. In un anno lontano da casa ho capito due cose fondamentali: che avere la giusta mentalità fa la differenza nel mondo del calcio e che per migliorarsi bisogna costantemente allenare le nostre qualità fisiche e tecniche.” 

 

L’anno scorso, come posizioni in campo, ti abbiamo visto giocare sia come trequartista che come falso nueve; quest’anno, nelle prime uscite, ti sei posizionato affianco a Cossalter e dietro l’unica punta: dove preferisci giocare?

“Se dovessi scegliere io mi farei giocare come falso nueve, o comunque come trequartista alle spalle di due punte, però durante questi anni ho fatto un po’ tutti i ruoli, cercando si apprendere tutti i concetti fondamentali di ogni ruolo, dal difensore centrale alla mezz’ala, e ho capito che mi potrà tornare molto utile in futuro. Ad oggi però preferisco giocare in attacco per fare segnare i miei compagni e per fare goal.”

 

Sei un giocatore molto tecnico a cui non dispiace cercare la rete e fai della tua rapidità e dei tuoi inserimenti l’arma principale: come ti descriveresti?

“Direi che descrizione migliore non ci sia! Se dovessi descrivermi io dire che le mie doti principali sono la tecnica palla al piede e la visione di gioco. Inoltre mi piace fare goal e penso che questi anni sia riuscito a fare goal in tanti modi diversi, ma quelli che preferisco fare sono i goal da inserimento, attaccando la profondità.”

 

Avete cambiato molto a livello di squadra rispetto allo scorso anno ma sono comunque rimasti tanti punti fermi (penso a te, a Cassandro, a Mazza e a Mantovani): quali sono gli obiettivi di squadra e i tuoi obiettivi personali? Ti senti maggiore responsabilità addosso, essendo uno dei giocatori più “anziani”?

“In questa sessione di mercato sono arrivati molti ragazzi nuovi, tutti vogliosi di dimostrare e con tanta voglia di fare bene, che aggiunti appunto ai 2000 e ai 2001 che già faceva parte del Bologna hanno formato una rosa molto competitiva. A inizio stagione ci siamo dati come obiettivo quello di vincere più partite possibili, per arrivare a fine anno senza rimpianti e con la possibilità di riconquistare la Primavera A1. Personalmente mi sono dato dei chiari obiettivi che proverò, nel corso della stagione, a raggiungere.  L’unica responsabilità che sento, da “anziano” del gruppo, è quella di far capire a tutti la fortuna che abbiamo a vestire questa maglia.” 

 

Quanto può essere utile per Voi ragazzi della Primavera utilizzare un modulo molto simile a quello della Prima Squadra?

“Dal momento che il 3-5-2 è un modulo difficile da fare credo che ci possa aiutare molto in ottica di qualche apparizione in prima squadra. Non essendo abituati però ad un modulo così, forse all’inizio, avremo qualche difficoltà ma alla lunga sono sicuro che questa scelta pagherà.”

 

Hai un sogno nel cassetto?

“Come tutti i ragazzi ho anche io il mio sogno nel cassetto, forse più di uno! Il mio credo sia nato quando ho rivisto le partite dell’Italia al Mondiale del 2006 , da quel momento sogno di poter vincere anche io un mondiale!”

 

Giocatori a cui ti ispiri?

“Dal momento che mi piace guardare tutte le partite possibili cerco di prendere spunto un po’ da tutti. I giocatori che ammiro e seguo di più però sono Cristiano Ronaldo, Marchisio, Bernardeschi e Griezmann, ma il mio idolo, nonché il giocatore a cui mi ispiro è Francesco Totti.”

 

Da queste parole si nota e si evince la grandissima passione che muove Leonardo, oltre che l’affetto che prova per i colori che indossa tutti i weekend. Non possiamo che augurargli una pronta e serena guarigione oltre che la speranza di disputare un eccellente campionato Primavera!

In bocca al lupo Leo!

 

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