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Il Resto del Carlino – Massimiliano Cappioli: “Il gruppo è attrezzato per andare oltre alla salvezza, va concesso tempo alla squadra”

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Romanista doc, nella Roma ha mosso i primi passi della sua carriera, giocando nella capitale per larga pare di essa, con il Bologna che è entrato nella sua vita durante la stagione calcistica 1998-1999. Qualche dato: nono posto in campionato, successo nella Coppa Intertoto, sul terreno di gioco Paramatti e Fontolan, Marocchi e Kolyvanov, Signori e Nervo, in panchina Mazzone. Parliamo di Massimiliano Cappioli, cinquantenne, che ha trovato la sua dimensione fuori dall’universo pallonaro, mentre vorrebbe che la sua Roma riuscisse a trovare un equilibrio, si, ma al suo interno.
Cappioli, sta seguendo il campionato del Bologna?
“Per quello che posso si, anche se ormai vivo nove mesi all’anno a Bali e dall’estero è più difficile restare informati. Ma adesso ancora per qualche settimana sarò in Italia, quindi conosco la situazione”.
Che idea si è fatto?
“Che quando l’allenatore è nuovo ed il gruppo è stato rinnovato, ci vorrebbe un po’ di pazienza, anche se in Italia il tempo non si concede mai a nessuno”.
Il fatto è che i tifosi cominciano ad avere paura.
“Io credo e spero che il Bologna non corra rischi, penso che il gruppo sia attrezzato per non pensare solo alla salvezza. E mi auguro centri l’obiettivo senza troppe sofferenze. Ripeto, concediamo un po’ di tempo ad Inzaghi e ai giocatori”.
Servirebbe anche qualche goal.
“Quelli bisognerebbe che li facessero anche i centrocampisti, quando agli attaccanti non riesce. Ho visto Santander, lavora molto per la squadra, si dà da fare. Chiaro che finché non si mette a segnare, ci dovrebbe pensare qualcun altro. Mi dispiace vedere Destro così, chissà, forse è demoralizzato”.
Che ricordi ha del suo Bologna?
“Bellissimi, fu un anno solo, ma vissuto intensamente. C’era veramente un bel gruppo, che si trovava anche fuori dagli allenamenti, andavamo sempre a mangiare da Ivo. Mazzone era un maestro nel creare lo spogliatoio, io non ero un fenomeno, ma credo di essere sempre stato uno che faceva la sua parte per tenere unito il gruppo. E lui si fidava di me”.
C’erano tanti bravi giocatori.
“C’erano tanti stranieri con la testa giusta, senza grilli per la testa, bravi a fare squadra e a rendersi utili”.
Passando alla sua squadra, la Roma non ha iniziato tanto meglio del Bologna, considerando la differenza di aspettative.
“E poi la nostra è una città che non perdona, c’è una pressione incredibile, non tutti possono giocare con quella maglia. Se poi è anche quella della tua città e della squadra per cui tifi, diventa molto pesante. Spero che la Roma si sblocchi, la Juve è già a 7 punti”.
Passando a cose meno serie, Cappioli, è vero che uno dei suoi insegnamenti all’interno dello spogliatoio era: non si può mai uscire con le scarpe di colore diverso dalla cintura?
“Verissimo (ndr ride). Diciamo che mi piaceva tenere un certo stile, e cercavo di spiegarlo a chi magari ne aveva meno”.
Perché vive a Bali?
“Perché così sto al caldo nove mesi all’anno. Dal calcio ho avuto tanto, quando ero giovane invece che tre macchinoni, compravo solo un macchinone e due appartamenti. Così adesso ho una società immobiliare con mia sorella e posso godermi la vita”.

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