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Il Resto del Carlino – Tutti per Inzaghi, Inzaghi per tutti!

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Alessandro Sgarzi


Dopo sette giornate, sono poche – pochissime – le conclusioni che si possono trarre. Una di queste, però, riguarda un mantra ufficiale che possiamo attribuire a SuperPippo: tutti per Inzaghi, Inzaghi per tutti.
Nel suo credo, come ampiamente processato nella conferenza di inizio stagione, oltre al solito “lavorare, lavorare, lavorare”, c’era anche quel “con me ripartono tutti da zero e tutti avranno una possibilità”.
Ebbene, la meritocrazia si è avverata. Anche ‘per merito’ degli infortuni dei vari Donsah, Palacio, Helander e Poli, e dei due turni inflitti a Pulgar. Insomma, tutta una serie di fattori ha fatto in modo che il mister facesse girare la squadra, dando la possibilità a chi sembrava lontano dall’undici titolare di mettersi in mostra.
Un esempio? Krejci. Il ceco, nella passata stagione, ha confessato che ha sofferto le scelte di Donadoni, visto che è stato relegato in panchina dopo una stagione praticamente da titolare. Certo, ora il ruolo è diverso perché deve sbattersi anche in fase di copertura, ma le prestazioni offerte danno ragione a chi ha trovato una valida alternativa a Dijks.
Altri? Nagy. Che brutto esordio, quello contro la Spal: entrata in campo, giallo, rosso e sconfitta. Alzi la mano chi ci avrebbe scommesso in un rientro così veloce dal 1’. Poi Destro e Okwonkwo che, anche se non sono riusciti a incidere, sono stati protagonisti della formazione iniziale, e questo perché a Inzaghi piace avere abbondanza in attacco per mischiare le carte.
Dulcis in fundo, Svanberg e Calabresi. Del primo avevamo sentito parlare gran bene – anche da Andersson – ma avere la prova sotto i nostri occhi è tutt’altra cosa; del secondo, rimangono ancora le domande squallide rivoltegli, in occasione della conferenza stampa, su suo padre. Arturo, buttato nella mischia, sta recitando da attore principale.
E il detto “tutti per Inzaghi, Inzaghi per tutti” viene fotografato nell’istante in cui Orsolini abbraccia l’allenatore dopo il gol del 2-1. Riccardo sa che arriverà anche il suo momento.

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