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Il Punto sul Bologna – Allarme?

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È difficile commentare il momento attuale del Bologna fc. E il mondo rossoblù, quello dei tifosi (organizzati o meno che siano) rischia di trovarsi nella stessa situazione. Qual è il vero? Quale realtà ci aspetta nei prossimi mesi? Perché, a oggi, è difficile comprendere se la squadra sia quella arrembante e devastante dell’approccio gara (tre gol nei primi tre minuti nelle tre ultime partite) oppure quella che si lascia schiacciare nella propria metà campo e fatica a far girare il pallone.
Come in ogni cosa, la verità risiede nel mezzo: cioè alcune caratteristiche sono sufficientemente funzionali, altre no. Data la situazione, dunque, la speranza sia che le prime siano già metabolizzate da rimanere fisse nel Dna della squadra. Per le seconde, c’è inevitabilmente da lavorare. Ed è sulle spalle di Pippo Inzaghi la responsabilità di una crescita che “deve” arrivare. Qualche voce mette in dubbio proprio questo; non tutti, infatti, pensano che l’attuale allenatore del Bologna abbia  le qualità per rimettere in sesto la situazione. Una delle motivazioni addotte, sembra essere quella che riguarda una certa ostinazione nel modulo scelto. Non tutti apprezzano quel 3-5-2 che, in effetti, a volte pare non del completamente proficuo. Tuttavia, non è il momento per battere i piedi in terra come i bimbi e invocare un nuovo allenatore. Non è utile a nessuno e soprattutto al Bfc, al quale siamo fedeli. Se qualche tentennamento si è reso palese, è anche vero che quella voglia di riprendere le partite in mano, anche quando sembrano essere perdute, è un punto raggiunto. Ma non è sufficiente. Non è sufficiente per fare il salto di qualità e, forse, non è nemmeno bastevole per toglierci dalle grinfie della larga zona retrocessione. Al momento, i punti che ci rendono esenti dal pericolo sono…uno. E il margine di 1 equivale a zero perché siamo ancora nel primo terzo di campionato e tutte (tutte!) sono destinate a crescere. Ancor più, considerando anche la finestra invernale di gennaio che potrebbe favorire qualche diretta concorrente dei rossoblù.
Allora che si fa? Innanzitutto, ci sono da sfruttare queste due settimane di sosta per le Nazionali. Seppure agli ordini di Inzaghi ne mancheranno 13 (tutti convocati con le rispettive squadre), compreso Svanberg che è sempre più vicino a diventare un inamovibile del centrocampo bolognese, questi giorni sono da considerare “manna” per costruire o ricostruire.
E non è detto che, al ritorno all’agone, si possa anche essere trovata la formazione ideale, cioè quella che concede maggiori soddisfazioni sia in classifica che di pubblico. A oggi, alcuni nomi paiono imprescindibili: Santander su tutti. Ma in buona forma ci sono anche Orsolini e il suddetto Svanberg. Anche nella costruzione del gioco, inoltre, ci sarebbe da sistemare qualcosa. Pulgar (che bene stava facendo la passata stagione, in quel ruolo) appare un po’ in involuzione e forse farlo tornare al ruolo di mezzala potrebbe diventare necessario. Questo, però, a patto che Nagy (che potrebbe sostituire il cileno nel ruolo) sia in crescita e dimostri un upgrade che, comunque, pare già in atto. Poi torneranno Mattiello e Donsah; altri due elementi che, acquisendo continuità, potrebbero essere funzionali all’idea di gioco dell’allenatore rossoblù.
In conclusione, mi sento di difendere ancora il Pippopensiero che qualcosa di nuovo l’ha comunque mostrato. D’altra parte, è proprio Inzaghi che sostiene che la questione modulo sia quasi una roba più da tifosi e giornalisti che tattica: se si gioca bene, si gioca bene comunque. Lapalissiano, ma vero. Dunque, rimaniamo in attesa. Finché un allarme non suoni chiaro ed evidente.

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