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Bologna – L’asso nella manica

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Nella disperazione generale, bisogna cercare di analizzare il momento con lucidità, prima che anche quest’ultima svanisca nel caos più totale.

Il momento non è buono, soprattutto perchè il pari contro la Fiorentina, che di per se non è un brutto risultato, e il successo casalingo dell’Empoli, ha fatto scivolare i rossoblù al terz’ultimo posto. E’ chiaro che la delusione è tanta, non tanto valutando il presente, ma pensando più nell’insieme. Il Bologna non navigava in acque così torbide da diverso tempo, e tornarci dopo anni noiosi, ma tutto sommato tranquilli, fa scattare nel tifoso il campanello d’allarme, che da tre anni era ridotto sotto la polvere. Ci sarà da soffrire, è inevitabile, ma allo stesso tempo io, e per fortuna mister Inzaghi, è convinto di raggiungere la salvezza. L’obiettivo era ed è sempre stato questo, dichiara spessissimo il mister piacentino, anche se le dichiarazioni di Saputo dicevano ben altro ad inizio stagione. Ecco, quelle dichiarazioni sono forse il più grosso scivolone del chairman canadese, che dal punto di vista della comunicazione ha sbagliato poco e niente da quando è sotto le Due Torri. “Non parla mai”, voi direte, ma probabilmente stare in silenzio piuttosto che creare ancora più caos, potrebbe essere una soluzione vincente.
Ad Inzaghi servono aiuti: sicuramente dal mercato; da Donsah, che sarà (si spera) un grande acquisto a gennaio, e in primis dai suoi giocatori. Molti, soprattutto in mezzo al campo, stanno rendendo molto meno del solito, e davanti, oltre alla sorpresa Santander, c’è chi fatica a reggere tutti i 90 minuti. Palacio ha una classe infinita, ma ultimamente non è supportata dalla sua età, e soprattutto, dalle alternative. Sarebbe bello riuscire a far giocare Palacio con il “giusto” minutaggio, ma senza El Trenza la qualità cade a picco.

E poi c’è Orsolini. Riccardo fin dal minuto 0 di questa stagione è stato coccolato: dai tifosi principalmente, e da Inzaghi poi. Pippo però ci ha quasi sempre rinunciato dal primo minuto, e forse, visti i risultati, tanto torto non ce lo aveva.
Orsolini per ora ha fatto bene, a tratti benissimo come contro l’Udinese, quando è entrato dalla panchina; mentre ha giocato meno bene, a tratti male, quando è partito dall’inizio. Ieri ha dovuto giocare come esterno destro nel 4-4-2 impostato da Inzaghi, che si è dovuto adattare alla posizione scomoda di Benassi, che si allargava parecchio creando molti fastidi ai rossoblù. La posizione per Orso non era quella ideale (esterno nel  4-3-3), ma era comunque più vicina alle sue qualità. Il numero 7 però non ha reso come ci si attendeva: ha giocato bene in fase difensiva, applicandosi molto in copertura e nei raddoppi, ma non è mai riuscito ad accendere la luce là davanti. Quando riceve palla, fatica a trovare il compagno meglio piazzato con velocità, e quando punta l’uomo non pensa mai ad un’altrenativa, abbassando troppo la testa sul pallone.

Quando entra perchè fa meglio? Vi chiederete ora…

Perchè le squadre sono più stanche, i difendenti hanno meno forza nel difendere nell’1 contro 1, e le distanze aumentano. Quando una squadra è più lunga, e verso il 70′ è ovvio che sia così, i raddoppi vengono fatti con maggior ritardo, e l’attaccante potrebbe essere favorito da una situazione del genere.
Orso, quindi, potrebbe entrare sempre a partita in corso, un po’ come faceva Douglas Costa la scorsa stagione (con le dovutissime proporzioni), perchè nel calcio di oggi si gioca in 14, non più in 11, e i cambi risultano fondamentali quasi sempre. Avere un’alternativa a partita in corso per svoltarla dal punto di vista offensivo, è una possibilità che bisogna sfruttare, e visto che Orsolini è l’unico capace di ciò, non lamentiamoci se lo vediamo in panchina all’inizio, ma speriamo che cambi il volto della squadra in corso d’opera.

Avere un asso nella manica non è da tutti, e il Bologna potrebbe averlo: Riccardo Orsolini.

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