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Bologna

Amici per la Pelle(rano)

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Ciao, Nando: disturbo? Per caso stai andando a Coverciano?

Mettiamo in chiaro le cose, come sempre: sono giornalista professionista da 36 anni (meno un mese, per la precisione), ma non nutro alcuno spirito di corporativismo. Nel senso che ci sono tanti colleghi che stimo e altrettanti che preferisco non frequentare, anche se abbiamo in tasca lo stesso tesserino. Nando Pellerano, brillante columnist del Corriere della Sera edizione bolognese, fa parte della prima schiera: potrebbe essere un medico, un avvocato o un caldaista e io lo stimerei ugualmente. Lo stimo perché è dotato di una qualità, l’ironia, che viaggia sottobraccio con l’intelligenza. E questo, forse, in un mondo piatto come il nostro diventa quasi un handicap, ti fa sentire diverso dagli altri. Ho aspettato un paio di giorni, dopo il siparietto al Tardini con Inzaghi, per fargli una telefonata. Volevo vedere se e cosa succedeva. Ho visto. Ho visto il Bologna ringraziare il calendario: mai Natale cadde più a fagiolo per svelenire almeno momentaneamente l’aria. Ho visto i tuttologi da tastiera sfruttare questa bischerata per versare un altro po’ di acido su Pippo; ho visto anche alcuni nostri (miei e di Nando) colleghi fare la stessa operazione: ho compatito i primi, mi hanno fatto incazzare i secondi, ma questo non è importante. Ho visto, soprattutto, il comportamento di Nando, e non mi aspettavo davvero niente di diverso: un’ironica superiorità, lo chiamerei distacco, rispetto a questioncelle di nessuna importanza. Dopo aver visto tutte queste cose, ho pensato che Nando non avesse bisogno di un (altro…) difensore d’ufficio, ma che magari avesse voglia di fare due chiacchiere con un anziano collega che lo stima…

Allora, Nando, la smetti di fare incazzare gli allenatori?

«Figurati se ho voglia di fare incazzare qualcuno! Ho fatto una domanda, Inzaghi ha pensato che volessi sostituirlo sulla panchina rossoblù e mi ha spedito a… Coverciano, tutto qui».

Forse hai sottovalutato il suo stato d’animo…

«Sappiamo come funzionano le cose nel mondo del calcio: oggi Inzaghi è sulla graticola, poi magari vince tre partite e diventa il tecnico migliore del mondo. Lui che ci è nato, nel mondo del pallone, dovrebbe tenerlo a mente: vivrebbe meglio la sua quotidianità».

Tu però gli hai detto, peraltro in maniera molto elegante, che aveva sbagliato i cambi, quasi si fosse rifiutato di cercare di vincere il match…

«Io gli ho detto che a quel punto, dalla tribuna, mi era sembrata che fosse cambiata l’inerzia della partita, che magari il Parma era aggredibile. Una domanda senza malizia, alla quale credo avrebbe risposto pure Allegri; lui invece si è sentito attaccato e questo mi dispiace, perché io non sono né “pro” né “contro” Pippo: vado in sala stampa per fare il mio mestiere, non certo il suo…».

Tant’è vero che in chiusura di conferenza stampa gli hai chiesto se passerà il Natale con Simone: ti ha invitato a mangiare l’agognato panettone?

«Macché, niente invito, forse pensava che io trascorressi le feste a Coverciano, chissà... A questo punto, non vedo l’ora di incontrare i due fratelli al Dall’Ara, il giorno di Santo Stefano, per dire loro che non si fa così, che non si abbandona un povero cronista durante le festività…».

Se accetti un consiglio, Nando, regala a entrambi una copia del tuo libro “Dizionario slang – Bologna in numeri e parole”: non spiega come si coltiva né come si affronta l’ironia, in compenso è una splendida strenna natalizia, come i followers di 1000CuoriRossoblù sapranno testimoniarmi…

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