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Il Punto sul Bologna – Il corpo che parla

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Secondo gli studiosi del Linguaggio analogico della Comunicazione, Saputo sarebbe fiducioso. Brutalizzata così, la questione non avrebbe alcun punto d’interesse. Ma, proprio per non sottoporre la questione a superficialità devianti, si dica che studiare i segnali che derivano dai nostri atteggiamenti fisici è una disciplina di cui si fanno carico anche alcune polizie del nord Europa e, in particolare, il mondo angloamericano. Questo perché la nostra postura nell’esporre un pensiero è essa stessa un messaggio, una comunicazione. Ed ecco che quella testa inclinata di mister Saputo nel suo ultimo messaggio al popolo (rossoblù, in questo caso), è qualcosa di diverso da quello sin qui visto. Non ci sono più i “pomelli” lucidi di zigomi gaudenti e auspicanti cinquanta punti. Gli occhi non sono più strizzati da sorrisi sereni. No, quei sorrisi non ci sono più. C’è un volto teso: non intimorito ma preoccupato. Sia per i tifosi. Sia per i “partners”. Entrambe le categorie, sono più volte citate attraverso suggestioni di tranquillità indotta. Ma non per paura dei tentativi di qualche inutile bulletto di periferia e delle sue croci. Il fatto è già stato rapidamente derubricata, Bologna non solleva queste minacce e questo il mondo lo sa. Non è questo che preoccupa Saputo, bensì che tifosi e, soprattutto, partners (leggasi: soci economici) si possano disaffezionare. Saputo, per ciò che lui e la propria famiglia sono riusciti a fare, è un uomo orgoglioso. E aver speso promesse rimaste inevase a tifosi e partners lo fa decisamente vibrare d’ira. O incazzare come una jena, se si preferisce. E tutto questo ribollio non fa supporre che passi senza vittime. Perfino eccellenti. Il volto teso di Marco Di Vaio durante Bologna-Juventus, è il segnale che nessuno sta più sereno a Casteldebole.
La piazza, o gran parte di essa, non ha dubbi. Meglio stare con i forti. E il forte è Saputo, nessun altro. Ma quell’uomo forte lì ha esso stesso bisogno che la faccenda si recuperi rapidamente. Così, Soriano e Sansone in un attimo. E arriveranno altri. Ma questo mercato segna e segnala anche una sconfitta generalizzata di un’idea che si potesse fare  la serie A con due noci e tre fichi. Perché così si farebbe scomoda anche la B, con questo ragionare.
Ma ora, la testa inclinata. Secondo gli esperti di cui si diceva, la testa inclinata denota un segnale di interesse o di vulnerabilità che a sua volta suggerisce un livello di fiducia. E Saputo, nel video ufficiale, mostra spesso il lato del collo, cioè si “offre” alla reprimenda che gli sono arrivate per la prima volta da quando gestisce il Bologna. Quello che si può trarre da ciò è che Saputo l’abbia capita. Ha compreso che “tutto il lavoro fatto” evidentemente ha avuto anche qualche falla e che, a tempo debito, verrà colmata. Comunque risolta. Per essere completamente diversa nell’immediato futuro. Ora è però il momento della calma, del “together”, del “weareone”. Ma anche dei “fatti”.
Tutto questo da una testa inclinata? Siamo diventati così applicati da interpretare anche gesti apparentemente innocui? No, semplicemente la logica dell’economia. Generalmente più attendibile di un possibile torcicollo.

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