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Canta che ti passa: Felicità puttana

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C’è una canzone estiva scritta apposta per tornare, con i ricordi, al tempo in cui – magari – la deglutizione dell’acqua salata quando fai il bagno è il più grande dei problemi. In quel lasso di tempo è come se tutto ripartisse da capo, come quando sei pieno di forza di volontà: dormi, pranzi (perché ti alzi tardi), vai al mare, fai un pisolino (perché devi anticipare la tua uscita serale), fai aperitivo ed esci. Il giorno dopo ripeti lo stesso tran-tran. E ancora. E ancora. Sai che quando finiranno le vacanze rimpiangerai quel sollazzo permanente, quindi cerchi di godertelo a fondo: non sia mai che, dopo qualche mese, ti venga la malinconia vedendo certe foto in cui tutta la spensieratezza era in primo piano.
Detto, fatto. Ora siamo a gennaio, col tifoso rossoblù che, se adesso guarda la classifica, fa cadere una lacrimuccia sullo schermo, mentre – se guarda indietro di sei mesi – è quasi come se non si riconoscesse. Dopo un malumore durato quasi tutto lo scorso campionato a suon di “Donadoni non capisce nulla”, finalmente i ‘lavori in corso’ finiscono e – udite, udite – l’allenatore bergamasco se ne va, facendo largo al suo successore, accolto da molti in maniera festosa, probabilmente ignari del gioco che Superpippo ha offerto a Venezia per due anni. L’aria, però, è completamente capovolta, almeno sotto il punto di vista tecnico. In coro coi Thegiornalisti, immaginiamo – dopo le prime voci del futuro trasferimento del mister piacentino – decine di vocali che hanno avuto tutti lo stesso focus: “Si parla che arrivi Inzaghi, io sono felice”. E via di aperitivi, visite agli allenamenti e trasferte a Pinzolo, seppur il mercato non sia proprio esaltante. Comunque, nel totale, il cambiamento in atto sta “finalmente” portando entusiasmo sotto le Due Torri. Tuttavia, come dice il saggio, “Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quel che lascia, ma non sa quel che trova”. Vabbè, tanto peggio non può andare…

Ma quanto è puttana
questa felicità!
Che dura un minuto,
ma che botta ci dà…

Non proprio un minuto, forse (al massimo) una partita, quella di Coppa Italia contro il Padova. Dalla prima giornata di campionato, si spegne la luce, con i tifosi che degli aperitivi in spiaggia hanno solamente un ricordo lontano. Il punto è che la felicità di un cambiamento (che sia quello dell’allenatore o quello di incominciare un campionato da zero) è durata pochissimo, nata e morta nel giro di un periodo in cui quasi neppure si è scesi in campo!
Qui c’è da interrogarsi perché la botta data dall’intraprendere la strada nuova non sia durata. I Thegiornalisti danno la colpa al tempo, siccome vedono l’estate come la zona franca in cui viene decretato il nulla osta da parte degli impegni sociali. Dove, addirittura, sudare all’ufficio postale o la birra che si scalda in fretta sono piacevoli rispetto al rientro ‘in guerra’.
Traslando questo pensiero nel mondo pallonaro, sicuramente il periodo di mercato può essere visto come un lasso di tempo tranquillo, dato che non si giocano partite, ma – allo stesso momento – motivo di brezza da respirare a tutti polmoni, sempre tornando alla questione per la felicità di cambiamento data dai possibili nomi che circolano. Attenzione, però, perché la felicità è puttana siccome può avere effetti collaterali: sotto le Due Torri, addirittura, non contenti del mancato versamento di fronte, chiedono (non tutti) il ritorno di Donadoni sulla panchina del Bologna, dopo averne chiesto a gran voce l’esonero.
La felicità potrà anche durare un minuto, ma pure la coerenza non scherza. Mal che vada, si potrà dare la colpa agli aperitivi.

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