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Il punto secondo Joey Saputo: “Prima la salvezza, poi i cambiamenti”

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Giornate intense quelle in Italia per il patron Joey Saputo. Il presidente rossoblù ieri l’altro ha incontrato il presidente della Lega Calcio Micciché per un incontro conoscitivo in cui ha illustrato le proprie idee. Inoltre, sta lavorando quotidianamente a Casteldebole per il futuro del club. Da un lato il progetto di Restyling su cui si attende il sì della Sovrintendenza, mentre il Comune aspetta di ricevere il progetto definitivo per poter dare il via all’iter legislativo e burocratico. Il rientro in Canada di Saputo è previsto per lunedì dopo Bologna-Juve.

Joey Saputo ha voluto fare il punto della situazione sulla società rossoblù prima della sua partenza, ecco le parole rilasciate ai colleghi della Gazzetta dello Sport.

Serie B, l’innominabile! – “La seconda lettera dell’alfabeto non la voglio sentire nominare. Non è contemplata. Qualunque sarà la nostra direzione, Bologna sappia una cosa: io non scappo. Io lo so che i tifosi dicono “Saputo ci ha venduto la storia che in 5 anni avremmo fatto passi avanti e invece siamo andati indietro”, ma voglio fare le cose per bene e serve pazienza: quando entriamo, io e la mia famiglia restiamo. E lo facciamo fino al successo”.

Cambiamenti radicali nel gioco e nella mentalità – “A Roma ho visto la prima partita dal vivo di Mihajlovic. L’abbiamo giocata: il possesso, il pressing, siamo stati nel gioco, mi è piaciuto tutto, risultato a parte. Speriamo che si possa continuare con questa voglia: il percorso è duro ma abbiamo di tutto per rimanere in Serie A. Per noi è molto importante.

Mihajlovic, la scelta giusta – “Lo so che la gente mi rinfaccia il detto “Fire and Desire”, ma in Inzaghi avevo visto quello: come persona è stato fantastico, però delle volte non basta. Perché Sinisa? Avevamo una lista, mi sono informato e abbiamo deciso di prenderlo perché ci poteva dare carattere. Poi è vero che ora sono più inseriti due giocatori che possono fare la differenza, Sansone e Soriano, ma la squadra è cambiata nel modulo e nella volontà. Non ha più paura di voler vincere”.

Innamorato di Bologna – “Quando arrivai non conoscevo città e storia, ora in 5 anni la conosco di più e per me onorare il passato, e ora so cosa significa, è ancor più importante di prima. L’amore per squadra e città non è mai mancato anche nei momenti difficili. Nè mancherà. Dobbiamo fare attenzione come gestiamo l’aspettativa dei tifosi, rispettarla come anche il nostro percorso”.

Puntare più alto – “Siamo più indietro del posto in cui avevo pensato di essere ma non cambia il percorso e il dove vogliamo portare questo club. L’Europa? Dobbiamo cominciare a pensarci e vederci un po’ più in alto e non rimanere sempre in basso. Dopo questi miei 5 anni siamo ancora lì a lottare per la stessa cosa e non va bene: va cambiata mentalità, serve fare di più, non aver più paura. Pensare differente”.

 

Aria di cambiamenti – “Di errori ne abbiamo fatti in passato, nella scelta di giocatori e allenatori. Ma non dobbiamo perdere la fiducia nel nostro disegno futuro. Stiamo già pensando al domani, alla squadra, allo stadio, a ripartire come voglio io. E’ ovvio che dobbiamo rivedere un po’ la nostra filosofia a livello del come spendiamo e quando. Non voglio arrivare che ogni anno lo scopo è di salvarsi, non possiamo pensare come una neopromossa ma come una squadra grande. E lo stadio, in futuro, ci darà opportunità per avere incassi più congrui e utilizzarli”. 

Ottimismo per domenica – “Se con la Juventus giocheremo con la stessa intensità e voglia viste contro Inter e Roma allora possiamo rendergli la vita difficile: loro hanno già perso dall’Atalanta in Coppa Italia, spero che domenica gli succeda anche in serie A.”

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