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Amarcord – Quel Bologna-Cagliari in cui Davide…

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Gazzetta di Parma


 

 

Si dice che nei momenti di magra si debba esorcizzare il presente affidandosi al ricordo di episodi del passato più favorevoli. Nella fattispecie, parlando del Bologna attuale, da quando Sinisa Mihajlovic si è seduto sulla panchina rossoblù, c’è stato un aumento esponenziale delle occasioni da rete e del possesso palla rispetto al passato, non surrogati però dalla necessaria concretezza senza porta. Che rimane stregata, insomma, come lo fu per il Cagliari che nel maggio del 1997 affrontò il Bologna al Dall’Ara alla 30° di campionato. Un Bologna che, viceversa, in quel torneo guidato da Renzo Ulivieri trasformava con molta facilità in gol i palloni che passavano per la tre quarti campo.

I nostri rossoblù erano appena ritornato in serie A dopo 5 anni d’assenza e stupivano le platee con le incornate di Kennet Andersson, le movenze di Marocchi, ma anche con la classe operaia ben rappresentata dai vari Cardone, Tarozzi, Paramatti, Mangone e Scapolo. Il Cagliari, di converso, allenato da un ex e al contempo futuro gradito ritorno (Carlo Mazzone) all’epoca subentrato in corso d’opera all’uruguaiano Gregorio Perez, poteva contare su una squadra che, con i vari Sterchele (anche lui poi rossoblù), Pancaro, Minotti, Bettarini (anche lui due anni dopo al Bfc), O’Neill, Dario Silva e Tovalieri, oggi probabilmente farebbe presenza fissa a metà classifica della serie A.

Quella domenica 11 maggio 1997 il Bologna è praticamente già salvo, e da tre domeniche gioca con lo spirito di chi sa di non dover chiedere quasi nulla al campionato: dopo la vittoria per 3-1 nel derby con la Reggiana di un mese prima, il barometro rossoblù aveva segnato la X sul terreno dell’Atalanta (1-1), seguito dalla sconfitta interna di misura con la Juve (0-1 proprio come due settimane fa) e un altro pareggio a Piacenza. Il Cagliari arrivava al Dall’Ara affamato di punti salvezza e lottava in un disperato testa a testa proprio con il Piacenza (uno scontro infinito che li portò allo spareggio-salvezza di Napoli dove prevalsero i biancorossi).

In quella partita il Bologna parte con la solita formazione ben rodata, con Fontolan a suggerire per Andersson e con la retroguardia sarda che ha il suo bel da fare per tenerli a bada. Alla mezz’ora Andersson serve Scapolo che da appena dentro l’area libera un sinistro che ammutolisce Sterchele e fa esplodere contemporaneamente tutto lo stadio. Cagliari che protesta per un atterramento di Villa da parte del nostro svedesone. Nel secondo tempo, ancora sull’1-0, Tovalieri appoggia il pallone inrete, ma Paramatti si stende sulla linea di porta e in qualche modo, testa-braccio-ascella-coscia,toglie dalla porta un pallone che anche senza l’ausilio della moderna Var si capiva che era entrato.

Cagliari furibondo, ma a raddoppiare è ancora il Bologna, sempre sull’assist Andersson – Fontolan, con quest’ultimo ad appoggiare in rete il solito stacco della torre di controllo svedese. Poco dopo Mangone manda a terra Lonstrup, l’arbitro Tombolini assegna il calcio di rigore che Tovalieri appoggia fra le braccia di Antonioli. Cagliari dalla parte sbagliata della cabala e Bologna a cui tutto riesce a meraviglia: e così all’88’ Magoni lancia Andersson con un passaggio in verticale che lo svedese capitalizza dopo aver dribblato Minotti e messo a sedere Sterchele. Tutto all’apparenza molto facile, tutto molto bello come direbbe Bruno Pizzul. Frutto di una serenità al tiro che al Bologna attuale manca. Non resta che esorcizzarla ricordando un (bel) passato.

 

BOLOGNA: Antonioli, Cardone, Tarozzi, Paramatti, Mangone, Scapolo (70' Magoni), Brambilla, Nervo

(89’ Bresciani), Marocchi, Fontolan (69' Seno), Andersson. All. Ulivieri

 

CAGLIARI: Sterchele, Villa, Pancaro (61' Sanna), Minotti, Bettarini, O'Neill, Tinkler (61' Lønstrup),

Bressan, Berretta (61’ Cozza), Darío Silva, Tovalieri. All. Mazzone

Marcatori: 39′ Scapolo, 59’ Fontolan, 88’ Andersson

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