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Il Resto del Carlino: Eraldo Pecci “La salvezza? Bologna deve crederci”

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ItaSportPress.it


I risultati di questa ultima domenica di campionato portano un verdetto: la corsa salvezza è più aperta che mai. <<La cosa più importante è che oggi vedo finalmente un Bologna propositivo>> Dice Eraldo Pecci, doppio ex della sfida tra rossoblu e granata che ha rilasciato una lunga intervista alle colonne de Il Resto del Carlino. 

Pecci, c’è una città che ha riscoperto la voglia di credere nella salvezza.

<<Giusto così. Là in fondo prevedo che la battaglia durerà fino alla fine, ma oggi il Bologna ha un’adrenalina e una propositività di atteggiamento che la fanno stare meglio di tutte le concorrenti>>.

Quasi impensabile dopo aver visto la squadra di Inzaghi chiudere il girone di andata con 13 punti.

<<Per me era impensabile trovarsi con quella classifica a metà campionato: però il calcio è bello perché le cose cambiano molto in fretta. Per esempio l’Atletico Madrid: in casa aveva asfaltato la Juve, poi non si è nemmeno presentato a Torino>>.

Chi si presenta sempre allo stadio sono i Bolognesi: fede incrollabile, a dispetto di sofferenze inaudite.

<<I tifosi del Bologna sono questi. Quando cominciai io venivano allo stadio perché si lottava per il quinto-sesto posto, poi sono andato via ma loro continuavano a riempire lo stadio anche quando si lottava per non retrocedere. Sono ritornato in B e nell’anno di Maifredi (stagione della promozione del 1987/88; ndr) ci seguivano in tanti dappertutto>>.

Certo che rischiare la B con uno come Saputo in sella…

<<No, non è bello. Penso che a fine stagione Saputo dovrà fare delle riflessioni. Ma eviterei collette per pagargli il biglietto dell’aereo: quella mi è sembrata una sciocchezza>>.

Sabato notte il Bologna ha fatto il Toro: ha caricato a testa bassa e si è preso i tre punti.

<<Quando fai una bella prestazione spesso sei premiato dalla vittoria. Era successo anche una settimana fa con il Cagliari mi viene da dire che l’adrenalina del cambio di allenatore stia continuando a fare la differenza in positivo>>.

Effetto Mihajlovic: il suo arrivo ha cambiato i connotati alla squadra.

<<Il cambio in panchina quasi sempre produce un effetto benefico. Ma si diceva la stessa cosa a Empoli, quando arrivo Iachini: quell’effetto si è poi esaurito e hanno richiamato Andreazzoli. Qui a Bologna invece da un mese e mezzo si vede un Bologna positivo e propositivo>>.

Monumento a Sinisa: è esagerato?

<<Quando le cose non vanno si da la colpa all’allenatore, perché non riconoscergli i meriti quando si ottengono risultati importanti. Oggi ci sono calciatori che sembrano trasformati: penso ad Orsolini, Pulgar e lo stesso Dzemaili>>

E poi c’è l’eterno Palacio, uno che a 37 anni fa ancora la differenza.

<<I grandi giocatori fanno la fortuna delle squadre in cui giocano, sennò non si parlerebbe della Juve di Platini, del Barcellona di Messi o del Real Madrid di Cristiano Ronaldo. Palacio ha un tasso qualitativo rispetto gli altri che nonostante l’età decide ancora le partite. Per il Bologna è un piccolo messi…>>

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