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Il Resto del Carlino – Non è una squadra per giovani

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Il contrario del film dei Coen, solo che sul campo da calcio: dove, per un Bologna Primavera che torna a splendere, ce n’è un altro, quello dei grandi, dove la linea verde fa una fatica tremenda ad emergere.

Della serie: non è una squadra per giovani…di proprietà. Perchè gli unici a giocare e convincere, ad oggi, sono quelli in transito: di proprietà d’altri, come Riccardo Orsolini e Lyanco, in prestito dalle due di Torino. Stessa sorte per Simone Edera; dell’era bigoniana, in pochi son riusciti ad avere un posto da titolare fisso: l’unico era Arturo Calabresi, che con Sinisa ha perso il posto. I vari Krejci, Nagy e Svanberg, trovano infatti molto più spazio nelle rispettive nazionali che nell’undici rossoblù. Donsah è ormai uscito dai radar, mentre Pulgar e Mbaye sono due prodotti corviniani.

Insomma, il progetto giovani, teoricamente centrale nell’era Saputo, stenta a decollare: e se per una volta azzecchi quello giusto (Verdi, Diawara, Masina) eccolo subito sacrificato sull’altare del bilancio; in tanto poi, hanno cercato fortuna altrove: trovandola talvolta dall’altra parte dell’Oceano (come Taider e Okwonkwo), sull’altra sponda del Mediterraneo (Petkovic), Oltralpe (Krafth) o semplicemente in altre squadre italiane (Crisetig).

Poi certo: qualcosa si muove dalle fondamenta, ma ci vorrà del tempo prima di costruire un circolo virtuoso: per assistere di nuovi a salti dalla Primavera alla Prima Squadra, cosa negli ultimi anni era riuscita solo a due giocatori, oggi rispettivamente in Inghilterra e alla Sampdoria. Il presente dunque non sorride alla linea verde: ma il futuro, seppur lontano, con i grandi risultati di questi giorni al Viareggio, si spera di sì.

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