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Forcing – Benvenuto: “La Samp dovrebbe recuperare quel poco che ha perso, ma contro il Bologna sarà molto difficile”

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Fivedabliu


Un posto in Europa. Se si dovesse inventare una serie tv con questo titolo, possiamo stare certi che la Sampdoria sarebbe una delle protagoniste: i blucerchiati – infatti – assieme a Torino e Lazio sono alla ricerca della “testa” di Atalanta, Roma e (chissà?) Milan. Domani, però, si troveranno davanti una squadra – ça va sans dire – in salute e con il famigerato “dodicesimo uomo” sugli spalti, tornato a credere fortemente nella salvezza. Per l’occasione abbiamo intervistato Marco Benvenuto, ex allievo de Il Guerin Sportivo, dorianologo di vecchia data e ideatore del format tv Belìn che calcio.

Marco, partirei con un’intervista che ha rilasciato Pagliuca, ieri, a Il Resto del Carlino. Le cito testualmente: “I miei amici che ho a Genova mi dicono che, a questo punto, la Samp vuole giocare il tutto per tutto per entrare in Europa”. Le posso chiedere di continuare questa frase, elencando i punti di forza dei blucerchiati?
“Per quanto riguarda i punti di forza di questa Sampdoria, direi sicuramente l’organizzazione del gioco: Giampaolo ha dato una concretezza, una capacità di affrontare qualsiasi partita partendo da un gioco proprio, quindi non legato all’avversario. Poi, a volte, si critica anche Giampaolo, però  ha dato un’identità di squadra alla Sampdoria. Quindi: l’identità di squadra, la compattezza, l’identità di gioco sono sicuramente il tesoretto per tentare quest’impresa dell’Europa. Poi, comunque, lo straordinario momento che dura da un bel po’di Quagliarella che, insomma, quando non segna, fa assist; quando non fa assist, segna anche. E, sempre in termini d’attacco, l’intesa ormai ritrovata con Defrel, palesata anche nel derby, ma non solo, perché da qualche partita sta funzionando davvero bene. Sotto questo aspetto, direi che sono questi gli elementi più importanti per poter continuare a pensare di entrare in Europa, anche se – insomma – i numeri dicono che ci sono parecchie concorrenti”

Appunto, la Sampdoria – ora – è a -4 dalla Lazio, dopo la vittoria di mercoledì. Il traffico, però, potrebbe diradarsi il 28 aprile, quando i biancocelesti arriveranno a Genova…
“Qui, ormai, si tratta di incroci, scontri diretti,… Bisognerà vedere, al punto di questa stagione, quali saranno le squadre: oggettivamente, la Sampdoria ormai comprende che deve giocarsi tutte le sue chances, deve cercare di giocare le ultime partite provando a recuperare quel qualcosa rispetto a un percorso non sempre lineare, no? In un paio di occasioni, effettivamente, già si poteva dire di essere a metà dell’opera e si è tornati indietro con delle sconfitte che hanno lasciato un po’ l’amaro in bocca. Da qui alla fine, la Sampdoria dovrà confermarsi: molto dipende da lei, indipendentemente dalla bravura degli avversari”

Dovrà confermarsi con la Lazio, ma sabato ci sarà il Bologna. Che sensazioni ha per questa partita?
“Se dovessi guardare i precedenti storici, per la Sampdoria il Bologna non ha mai portato buono perché tutte le retrocessioni blucerchiate passano attraverso il Bologna. Però è vero che il calcio vive di precedenti e statistiche, ma tutto sommato vive anche di cose nuove. Entrando, invece, proprio nell’agone della partita, sicuramente – per quello che so io – l’arrivo di Mihajlovic, che a Genova conosciamo davvero bene, ha dato nuovi stimoli, nuove possibilità. Quindi, penso che se la Sampdoria andrà a giocarsi tutto, penso che anche il Bologna giocherà alla pari o, comunque, con pari motivazioni. È una partita in cui, oggettivamente, la Sampdoria rischia parecchio. Guardando la classifica, bisognerebbe che la Sampdoria tentasse anche di forzare un pochino il risultato e quindi portare a casa il punteggio pieno, ma io tempo – purtroppo – parlando da sampdoriano che non sia assolutamente facile. Uso un condizionale molto marcato: dovrebbe andare a cercare di recuperare quel poco che ha perso da altre parti, ma temo che sarà molto, molto, molto difficile e molto duro”

Io rimarrei “dentro la partita”, quindi Mihajlovic contro Giampaolo: qual è la differenza principale che ha notato tra i due allenatori, che tra l’altro adesso sono molto in forma?
“Assolutamente. Sotto questo aspetto, Mihajlovic lo conosco da sampdoriano e genovese molto meglio di Giampaolo, per averlo sperimentato anche come grandissimo giocatore e un tecnico che, di fatto, ha salvato la Sampdoria: perché quando lui arrivò, la Sampdoria rischiò di retrocedere. Poi, l’anno dopo, visto che il carattere non è di quelli più facili, le cose non andarono come dovevano andare. Però, sicuramente, Mihajlovic è un grande motivatore, un allenatore da imprese disperate, un allenatore che può rivitalizzare un ambiente, galvanizzarlo con i suoi modi,…
Giampaolo è tutto un altro tipo di tecnico: non è che sia un tecnico mollo o che altro, però è sicuramente un grandissimo lavoratore sul campo, cura in modo maniacale il lavoro delle sue squadre, è sicuramente uno poco adattabile, nel senso che lui gioca sempre allo stesso modo: non perché non conosca gli altri moduli di gioco, perché lui è convinto che ripetendo ‘all’esasperazione’ per ogni singola gara i singoli movimenti, i vantaggi sono maggiori rispetto a ciò che magari potrebbe andare a perdere.
Sono due allenatori molto diversi, comunque – a loro modo – due grandi motivatori: Mihajlovic è più uno che te lo grida, Giampaolo è più uno che cerca di inculcartelo nella testa”

Spostandoci in attacco, troveremo Quagliarella – di cui ci ha già parlato – e Palacio, una vostra vecchia conoscenza: tutti e due in grandissima forma.
“Assolutamente, parliamo di due grandi giocatori. Palacio l’abbiamo visto in azione sull’altra sponda e, tra l’altro, segnare anche nei derby. Guardi, il concetto è così facile: in un calcio così – che non si offenda nessuno – povero di contenuti tecnici, due giocatori come Quagliarella e Palacio appaiono veramente – per l’amor di Dio, senza nulla togliere alle loro immense capacità – come dei semi-Dei. In realtà, interroghiamoci anche un po’ su ciò che stiamo vedendo ogni settimana in campo, eh. Comunque sono due grandi giocatori e possono , ognuno dalla propria parte, determinare il risultato”

Rimanendo sempre in attacco, un vostro giocatore attuale ha toccato anche la nostra sponda: Gabbiadini è arrivato a gennaio, ha segnato 4 gol, ma non ha mai trovato continuità.
“Il tema di Gabbiadini è molto particolare. Sicuramente è stato un acquisto positivo, tenendo conto della giovane età in prospettiva. Sicuramente, in questo momento, l’intesa tra Defrel e Quagliarella gli preclude un pochino quello che potrebbe essere un posto da titolare, però Gabbiadini ha sempre i suoi spazi, e qualche volta in corso di gara è riuscito a metterci la zampata segnando, facendo segnare e dando un apporto. Ricordiamoci che Gabbiadini, tra i giocatori della rosa blucerchiata, è uno di quelli che dà maggiori garanzie sulle punizioni, sui calci da fermo, che sappiamo essere sempre importanti. Quindi, anche un uso centellinato non mi sembra sia disdicevole per Gabbiadini”

Spostandoci dall’attacco alla porta, arriviamo ad Audero: quest’estate tutti pensavamo fosse stata una furbata della Juve (per via del prezzo del cartellino, ndr), ma – almeno a me – sembra che delle plusvalenze juventine sia quello che valga realmente questi soldi.
“Mah, guardi, le dò soltanto una chiave di lettura: se uno come Ferrero mette in cima 20-21 milioni di euro per un giocatore, evidentemente ritiene che a tempo medio-breve ne potrà recuperare il doppio. Il presidente della Sampdoria, comunque, dà molto valore – e viene spesso criticato dalla tifoseria – a questi aspetti. Quindi, voglio dire, la considerazione di Audero della Sampdoria è altissima: parliamo, tra l’altro, di un portiere molto giovane, ma prima lei ha citato Pagliuca, che arrivò alla Sampdoria a quell’età lì. Venne in qualche caso criticato per qualche carenza di esperienza, per qualche errore di troppo, però poi si è trovato un portiere che non si è espresso a livello internazionale per quello che poteva perché, comunque, nell’esercizio del ruolo c’erano altri giocatori molto validi. Audero, anche dal punto di vista della Nazionale, mi sembra che sia un predestinato, però staremo a vedere: sicuramente è un buon affare per la Sampdoria”

Le faccio l’ultima domanda, secca: Ferrero vende, secondo lei?
“Ferrero venderebbe”

Venderebbe…
“Se vuole secca, venderebbe. Posso argomentare dicendo che se gli offrissero i soldi che chiede e, attenzione, i soldi sono certificati da un advisor di valore, che quindi quota il valore della società, non è che li chiede Ferrero, ma li stabilisce un advisor, quota la Sampdoria a 120-140 milioni di euro: se arriva qualcuno che gli dà 120-140 milioni di euro, molto probabilmente sarebbe disponibile a cedere per una somma di motivi. Intanto, Ferrero – come dire – è molto ruspante, però i suoi affari li sa fare e comprende che, oggettivamente, forse più di quello che ha fatto non può fare alla Sampdoria. Quindi, potrebbe anche definire chiuso il suo ciclo. Francamente, Ferrero – lo dico senza grandi giri di parole – sotto certi aspetti è assolutamente indifendibile; sotto l’altro aspetto non approvo nemmeno chi dice ‘Lui ha ricevuto la Sampdoria per poco o nulla, dovrebbe essere più mite nelle pretese’. Non è che se noi riceviamo un appartamento in eredità, chiediamo meno del suo valore di mercato: è un discorso che non riesco proprio ad affrontare. Se gli offrono la cifra che lui ritiene corretta e che gli è stata definita da un advisor in modo oggettivo, probabilmente Ferrero cederebbe, sì”

E uno dei possibili compratori potrebbe essere Vialli, visto che si è fatto il suo nome?
“Vialli, secondo me, non compra nulla, ma la mia è una battuta. Questo è un intrigo con il fondo York, che un giorno vuole comprare la Sampdoria, poi un giorno sembra un discorso chiuso con il Palermo,… Questa è una trattativa un po’ fantasma, e secondo me alimentata dalla stampa perché va dietro a quelli che sono i desiderati dei tifosi: loro vorrebbero domani mattina la cessione, a qualsiasi prezzo visto che a loro i soldi non entrano, non escono, quindi potrebbe andar bene qualsiasi prezzo, Vialli presidente e togliersi dai piedi Ferrero. A quest’ultimo non contestano i tre anni di gestione economica e risultati sportivi, ma proprio non lo possono sopportare, e questo è il ragionamento che viene fatto a Genova.
Quindi, ci sono ci sono tutti gli auspici. Poi si è alimentata, a mio avviso, quasi una trilogia su questa possibile cessione, però finora – come dice giustamente Ferrero – pare non ci si granché. Di mezzo c’è un advisor importante come MedioBanca: sapranno loro se sono arrivate delle offerte e che siano delle offerte congrue, perché se io voglio comprare un appartamento da lei, vengo da lei e le dico ‘Quanto vuoi per il tuo appartamento?’. Ecco, e non è che se ti dico ‘No, me lo dai a metà’ mi devo arrabbiare se lei non me lo vende. Lui dice ‘Vedere moneta, dare cammello’ e sarà un po’ grezza come battuta, ma ci sta. Il cammello c’è, ora mancano i soldi”

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