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BOLOGNA – Conferenza stampa LIVE di Walter Sabatini

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Ore 14: presentazione ufficiale di Walter Sabatini. Nella sala stampa di Casteldebole, piena in ogni ordine di posto, il nuovo coordinatore dell’area tecnica si presenta alla città.

Introduzione di Claudio Fenucci “Come sapete la conferenza di oggi è stata convocata per presentare con Walter la nuova struttura di coordinamento, che avrà come compito la supervisione dell’attività sportiva tra Bologna e Montreal, per  migliorare le sinergie operative in ambito sportivo, ovvero la gestione dei calciatori e l’integrazione di nuove metodologie di lavoro, specie le tecniche di allenamento. Walter sarà responsabile di questa struttura, voluta dalla società per fronteggiare le sfide del futuro. La realtà del calcio nordamericano è in forte espansione e può darci un mano; un gruppo come quello di Joey, che ha interesse nei due continenti, dev’essere pronto per fronteggiare il calcio che verrà. L’attività di Walter sarà di supervisione, i direttori sportivi manterranno il loro ruolo e la loro autonomia, Riccardo Bigon rimane al suo posto, è l’interfaccia operativa del club. Si va verso un’organizzazione più europea, specie per quanto concerne la parte sportiva. L’altra volta con Joey abbiamo indicato gli obiettivi, e cioè migliorare in primis la competitività della squadra, con ulteriori risorse finanziare; con uomini come Walter la missione è possibile. Ci vorrà anche uno sforzo organizzativo, basato sul continuo confronto tra le persone. Walter comunque non ha bisogno di presentazioni: ho già lavorato con lui a Roma per un periodo, apprezzandone le qualità professionali e umane.”

SabatiniHo messo la cravatta perchè è un giorno di festa, Bologna è la città migliore dove fare calcio e vivere bene. Sono orgoglioso di essere qui. Saputo è stato molto generoso con me, sono felice di lavorare per lui. Fenucci mi ha definito “guru”, termine coniato da gente mia amica, che mi spinge da tanto tempo di andare a Bologna; ma più che un guro, sono un epicureo convinto, non un esoterico. Amo le cose plastiche, tangibili.

Pensiero sull’ultimo campionato del Bologna.
“Una cavalcata, come quella della Valchirie; e se riusciamo a trasformare lo straordinario nella normalità, faremo una grande opera.”

In cosa potrà incidire in quest’opera di coordinamento?

“Ho trovato un’organizzazione importante, con una partecipazione straordinaria da parte di tutti. C’è una banca dati eccezionale, mi commuovo di fronte a persone efficienti, a Casteldebole si lavora duro, perchè una banca così non si ottiene in pochi giorni. Spero di dare una mano per migliorare ulteriormente”.

Come definiresti questa sfida?

“La sfida finale. Una definizione melodrammatica a primo impatto, ma che non si deve per forza esaurire in pochi mesi. Voglio ottenere le cose qui e subito”.

Su Bigon

“So quanto ha sofferto. Sono stato l’uomo più insultato del continente, so come ci si sente quando le cose non vanno bene. Ho trovato un uomo sereno, non l’ho mai sentito sfogarsi, ha ancora tanto da spendere, lavoreremo insieme per migliorare. A Di Vaio ho chiesto di lavorare direttamente per me, andrà in giro per l’Europa e il Mondo a scovare talenti”.

All’Inter e alla Roma cosa non ha funzionato?

“Con Suning le cose potevano funzionare in maniera diversa, ma ho avuto fretta e coi cinesi bisogna andare cauti. Questa organizzazione che potrebbe portare a costruire un network calcistico, qui a Bologna potrebbe funzionare. C’è la nostra competenza, il mio intento è di creare un circuito virtuoso di calciatori, che potrebbe produrre grandissime cose, portandoli dentro a situazioni di grande funzionalità. Io ci credo, anche alla creazione di un mercato parallelo; e non bisogna cedere i pezzi migliori”.

Su Pulgar

“Lo gestiremo al meglio, non saremo tonti sul mercato”.

Su Destro

“Gli ho voluto un gran bene, lo abbiamo preso a 22 anni, è stata un’operazione perfetta, a Roma ha fatto bene, era fortissimo e motivato. Deve ritrovare quello spirito. A Bologna non è riuscito a ripetersi, ma lo gestiremo nel miglior modo possibile, poi sentiremo il mister. Quando ci sentiremo in ritiro, sarà in grado di dirci con quale giocatori vorrà andare avanti”.

La scalata del Bologna è legata come le altre all’ingresso in Europa?

“Non chiederemo all’allenatore di centrare un posto in Europa, il nostro obiettivo è quello di lottare e non porci limiti. Nel calcio ci sono gerarchie stabiliti a priori da qualcun’altro, i calciatori leggono opinioni e decidono di essere ottavi, perchè la stampa nazionale li definisce così. Vorrei che ci fosse una vera rivoluzione culturale, coi calciatori pronti a superare i propri limiti”.

Manca un numero dieci che fa sognare?

“Arriveranno calciatori di talento, che forse non avranno immediato successo, ma li accompagneremo. La rosa non sarà stravolta”.

Scelta del futuro centrale

“Individuiamo una rosa di nomi, anche se allenatore voleva Lyanco, ora incedibile. Ma il calcio sorprende sempre, perchè parti da una piccola crisi depressiva e passi all’esaltazione, e mi assumo la responsabilità di tutte le cose che dico”.

Dove vivrai?

“In un residance, con lenzuole ed asciugamani. Voglio un’edicola sotto casa e comprare il giornale. Amo il cartaceo, non sopporto il telefonino. Voglio essere un abitante di Bologna, non solo il direttore sportivo”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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