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Welkom in Nederland: è amore fra il Bologna e l’Olanda

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Dai canali ai portici. Dai paesaggi di Rembrandt alle note di Lucio Dalla. Dall’erwtensoep ai tortellini (e qui – mi perdoneranno i sudditi di Re Guglielmo – ma non c’è proprio partita). Bologna e l’Olanda sono sempre più vicine e non grazie a qualche recente promozione di una compagnia low cost, ma perché ormai pare sempre più indissolubile il binomio tra la Bologna pallonara e la nazione del tulipano.

Pensandoci bene, qualcosa di anomalo nella secolare storia del club rossoblù. Già, perché nessun olandese aveva mai vestito i nostri colori in quasi 110 anni di vita.

Dijks apripista. Il primo “orange” a sbarcare sotto le Due Torri fu proprio Mitchell Dijks, circa un annetto fa, dopo una serie di vicissitudini che lo portarono alla rottura definitiva con l’Ajax. Biondo e tatuato, il “trattore” arrivò in silenzio, da svincolato e circondato da poche (anzi pochissime) aspettative.

«Non lo conosco, ma voglio fidarmi di Bigon» era la frase più in voga quando, in quel periodo, chiedevo pareri in giro sul nuovo acquisto.

Adesso, a distanza di un campionato intero, sarebbe lecito alzarsi in piedi per applaudire l’ottima intuizione del DS bolognese.

Quinto di sinistra nel centrocampo a 5 di Inzaghi. Sempre lungo lo stesso binario ma leggermente più arretrato, nei quattro dietro schierati da Sinisa nel suo 4- 2- 3 -1.

Un gol contro il Padova all’esordio in Coppa Italia, poi 25 presenze in Campionato impreziosite dal timbro del 3 a 0 nella fondamentale vittoria del Dall’Ara contro il Chievo.

Pare che il Milan lo abbia sondato e che il Bologna abbia risposto chiedendo un “ventello”. Cioè più o meno quanto incassato dalla cessione di Verdi, ovvero la plusvalenza più fittizia degli ultimi tempi dalle parti di Casteldebole.

Da un grande colpo, alla prospettiva di metterne assegno altri …

Eh sì, perché l’amalgama (B)olandese produce ottimi risultati e così il traffico fra l’aeroporto Schiphol di Amsterdam ed il Marconi di Bologna si è inevitabilmente intensificato.

Il 4 luglio, mentre dall’altra parte dell’oceano si festeggia l’Indipendence Day, ecco sbucare dal gate dedicato agli sbarchi continentali un giovanotto dai capelli rossicci. Sconosciuto ai più, si tratta di Jerdy Schouten, nuovo centrocampista del Bologna.

Classe 1997, il duo Sabatini-Bigon lo ha preso a titolo definitivo dall’Excelsior per circa 3 milioni di euro, strappandolo alla concorrenza di altre prestigiose pretendenti.

Ai microfoni è preparatissimo (come quasi sempre succede a quelli che provengono dal Regno dei Paesi Bassi), parla della città azzardando persino qualche parola in italiano. Dice di ispirarsi a Fabregas: per noi e per lui, l’augurio che possa ripercorrere in rossoblù almeno un quarto della carriera dello spagnolo.

Non c’è due senza tre. La strada ormai è tracciata e siccome Mitchell&Jerdy rischiavano di sentirsi “soli”, ecco che tocca al “centralone” Stefano Denswil firmare un sostanzioso accordo con l’entourage di Saputo e raggiungere i due connazionali. Originario dell’ex colonia nederlandese del Suriname, si ritrova a Bologna al termine di un lungo corteggiamento.

«Mi scrivevano tutti i giorni. Ho visto Bologna -Napoli e poi ho parlato con il club. Da quel momento ci siamo sempre sentiti» (…)

188 centimetri per tanti chilogrammi quanti ne servono per comandare il reparto arretrato di una squadra che traspare ambizioni europee. Europee, sì, perché il terzo (e forse non ultimo) “orange” rossoblù arriva direttamente dal Bruges, dove nelle passate stagioni ha giocato persino la Champions League con la casacca del club fiammingo.

«Negli anni in cui sarò qui, mi auguro di raggiungere l’Europa League.» Ha detto, sicuro di sé, il giorno della presentazione.

E anche in questo caso, per noi e per lui, speriamo che le parole rifilate alla stampa in una conferenza di mezza estate si trasformino in concreta realtà.

Record in vista? Nel frattempo il mercato prosegue e, si sa, con il passare delle giornate le idee diventano trattative e dal pourparler spesso si passa ai contratti.

Secondo quanto riportato dall’edizione odierna del “Corriere dello Sport Stadio”, il Bologna starebbe rivolgendo lo sguardo ancora una volta verso l’Eredivise per dare la caccia all’eventuale sostituto di un Pulgar sempre più vicino alla Fiorentina.

Dopo Rotterdam, la prossima fermata sarà Eindhoven.

Sarebbero infatti due giocatori del PSV, quelli finiti nel mirino della dirigenza felsinea. 

Hendrix, 24 anni, centrale di centrocampo. Mediano dal curriculum corposo, vanta anche una presenza con la casacca arancione; potrebbe sicuramente ricoprire il ruolo di titolare al posto del cileno. Valore di mercato? 8 milioni.

L’alternativa invece, è rappresentata dal compagno di squadra Pablo Rosario. 22 enne meno conosciuto ma dal roseo futuro, come testimonia l’ombra di Mino Raiola sulla sua procura. Profilo intrigante ma con una valutazione elevata che si aggirerebbe attorno ai 15 milioni.

Insomma, chi vivrà vedrà, certo è che se dovesse arrivare il 4° olandese della storia, Bologna eguaglierebbe un piccolo record, cioè avere 4 stranieri della stessa nazionalità tesserati nello stesso campionato. Roba d’altri tempi. Roba che riporta alla mente quel pokerissimo uruguayano formato da Britos, Ramirez, Perez e Gimenez. Appunto, altri tempi.

 

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