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Il Resto del Carlino – Irriducibile Palacio

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Massimo Vitali ci racconta dalle colonne de Il Resto del Carlino la ricetta della partita di ieri: un attaccante che descrive la parola “calcio”, che sfida le leggi del tempo: Rodrigo Palacio, un difensore che a venticinque anni si riscopre bomber: Mattia Bani, e uno che il bomber lo fa di professione, Manolo Gabbiadini, che si esalta quando vede i colori rossoblù: sei gol in altrettanti incroci per il figliol prodigo di epoca Pioliana, e ieri anche un palo.

Il Bologna era alla ricerca dei 3 punti che mancavano dal 15 settembre: missione compiuta. La Sampdoria di Ranieri era alla ricerca di evitare la quinta imbarcata consecutiva in trasferta: missione fallita con onore, ma la settima sconfitta in nove partite è il peggior risultato della storia blucerchiata in Serie A. La partita rimane in bilico per tutti i 90 minuti, perché ormai si sa che il Bologna ha problemi di contabilità e tante ne crea quante poche ne butta dentro. Questo si traduce però in una squadra con la schiena dritta, che prova sempre a fare la partita, che l’avversario sia primo o ultimo in classifica. Nonostante questa poca precisione sotto porta, da quando Mihajlovic siede sulla panchina del Bologna, i rossoblù con 44 reti sono la quarta forza del campionato come reti segnate.

Rodrigol. Qualcuno finanzi un progetto per clonarlo. Ieri il bellissimo gol del trenza è stato figlio di un’azione collettiva da ben 11 tocchi consecutivi: tutti per uno e uno per tutti. Terzo gol in campionato per Palacio ed ennesima prestazione superba a 37 anni suonati. Giornata memorabile anche per Mattia Bani, che ormai ci sta prendendo gusto a segnare gol decisivi e che di fatto ha ormai soffiato la maglia da titolare a Denswil. A Brescia una spizzata di testa che ha dato via alla remontada rossoblù, ieri un guizzo da navigato frequentatore d’area (altrui) che inchioda il risultato sul definitivo 2-1. Tra le due magie Bolognesi la “Squagliarellata” di Gabbiadini, che ha fatto trattenere il fiato ai 24000 del Dall’Ara e che ha bucato uno Skorupski fino a quel momento praticamente spettatore.

 

Prima da titolare per Skov Olsen: timido ed impacciato, anche perché solo su quella zona di campo e contrastato sistematicamente da due avversari. Meglio Schouten, gettato in mischia nel finale è entrato subito in partita, dimostrando grinta e qualità. 

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