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IL GRILLO PENSANTE – Bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno

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Così non va, e su questo non ci piove. La partita contro un Parma incerottato almeno quanto il Bologna appariva quasi come una formalità di riscatto, l’occasione perfetta per riprendere il filo di un discorso perso da ormai troppe giornate; invece il baby killer Kulusevski ed il sempre affidabile Kucka (che di mestiere non farebbe l’attaccante) hanno barbarizzato la retroguardia rossoblu con una facilità disarmante, e soltanto i sigilli dei veterani Palacio e Dzemaili hanno ridotto l’insoddisfatto pubblico bolognese addirittura ad esultare per aver strappato in extremis un pari casalingo contro i poco amati cugini crociati. Nonostante sia stata evitata all’ultima curva la quarta sconfitta consecutiva (ovvero la settima nelle ultime 10 giornate) il bicchiere è mezzo vuoto da qualsiasi prospettiva lo si guardi; per comprenderne la dimensione è sufficiente ritornare con la mente allo scorso campionato quando, alla stessa giornata, si viaggiava con soli 2 punti in meno. Non si può essere soddisfatti, e Mihajlovic lo ha manifestato apertamente nella sua conferenza stampa di venerdì, a 4 mesi di distanza dall‘ultima nella quale annunciava l’aggressione della leucemia; circa 90 minuti (come una partita di calcio) nella quale l’allenatore serbo si è messo a nudo come solo un uomo forte sa fare, mostrando tutte le debolezze e le difficoltà che la vita ti costringe ad affrontare ma anche l’orgoglio e la tenacia che si devono imbracciare per combattere le vere battaglie. E, dopo aver condiviso col (suo) mondo pallonaro la propria scalata la cui pendenza sembra lentamente addolcirsi, ha spostato l’attenzione sul Bologna e sulla necessità di cambiare bruscamente rotta: chiunque si risparmierà starà a guardare, chiunque non lotterà dovrà confrontarsi con lui. Pessima situazione per chiunque. Sinisa è convinto che tornando a frequentare assiduamente Casteldebole le cose torneranno come in un meraviglioso deja-vu al girone di ritorno della stagione passata e l’ipotesi sembra tutt’altro che campata in aria, alla squadra è evidente che il manico sia mancato tremendamente. Il suo rientro è il bicchiere mezzo pieno.

Anche il mercato dovrà dare risposte convincenti, è enigmatico come ogni anno il Bologna si presenti ai nastri di partenza con una rosa figlia di un mercato non del tutto completo (o perlomeno “azzardato“ in alcuni ruoli) e poi, puntualmente, si ritrovi a Gennaio a rincorrere lussuose toppe per riparare lacune tendenzialmente prevedibili. La dipartita forzata di Lyanco avrebbe dovuto portare all’acquisto di un difensore di sicuro affidamento ma Sabatini&Bigon hanno preferito puntare su giocatori provenienti dal meno quotato campionato belga (Denswil e Tomiyasu) e dall’ultima squadra classificata in serie A (Bani), pescando nel solo giapponese un prospetto valoroso ma relegato (felicemente) sul binario destro per sopperire alla mancanza di alternative totalmente affidabili. In mezzo Bani non sta sfigurando e Denswil ha vissuto più ombre che luci, tanto che nella retroguardia rossoblu risulta ancora imprescindibile il 35enne Danilo. In sostanza servirebbe come il pane un centrale che avvalori tutto il reparto, rapido e confidente con la serie A: l’identikit disegnato da Sinisa e recapitato alla direzione tecnica bolognese insieme a quello dell’altro grande obiettivo del mercato di Gennaio, un centravanti armato fino ai denti che sopperisca all’ennesimo miraggio di Mattia Destro e ad un Santander che, seppur funzionale, non riesce ad instaurare un grande feeling col tabellino dei marcatori.

Prima di eventuali nuovi arrivi c’è però un girone di andata da terminare con un’altro tenore rispetto agli ultimi 2 mesi: i rossoblu si scontreranno in sequenza con Napoli, Milan, Atalanta, Lecce, Fiorentina e Torino. 6 partite per arrivare al giro di boa e guardarsi allo specchio per fissare gli obiettivi del girone di ritorno, magari calando l’asso di bastoni…svedese.

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