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IL GRILLO PENSANTE – La sfida più ammaliante

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Inter-news.it


La vita è fatta di momenti cruciali, attimi nei quali l’inerzia sembra trascinarti verso l’abisso avendo però fatto i conti senza l’oste; i giocatori del Bologna che guadagnavano gli spogliatoi al termine del primo tempo di Napoli apparivano frastornati come prigionieri che rientravano nelle proprie celle dopo essere stati percossi duramente, zavorrati dal pensiero nefasto che i maltrattamenti fossero ormai diventati un’angosciante consuetudine che si ripete settimana dopo settimana.

La finestra era di quelle fondamentali all’interno della stagione, la prima visione nitida del binario sul quale i rossoblu viaggeranno nei prossimi mesi…su quale classe monteranno? In attesa della ripresa, negli spogliatoi del San Paolo, il destino che sembrava gettare un’ombra scura sul futuro rossoblu si è dovuto scontrare  con Colui che (al momento) tira le fila da dietro le quinte, il burattinaio serbo che tuonando dalla propria poltrona ha scrollato gli animi dei suoi alfieri rimandandoli in campo con ben altre convinzioni. Chi non dimostra sta a guardare qualunque sia il suo nome aveva preannunciato pochi giorni prima e, da uomo di parola qual’è, il secondo tempo si è aperto con Orsolini sotto la doccia e Skov Olsen sul rettangolo verde a svestirsi dell’etichetta di fenomeno incompiuto con il tap-in del pareggio. Non banale. E non lo è neppure l’aria sinfonica suonata dall’orchestra felsinea a 10 minuti dalla fine che, in un crescendo rossiniano, apparecchia la scena all’acuto di Sansone che spedisce tutta Bologna in Paradiso; una magia, con un finale al cardiopalma che rende soltanto più preziosi ed agognati i 3 punti incamerati in classifica.

In una settimana nel quale il cielo si era fatto più sereno, alcuni fulmini hanno crepitato su Bologna guastando la fragile armonia recuperata: l’uscita rovinosa dalla Coppa Italia con una prestazione da censura della squadra B, l’estensione di altri 2-3 mesi della convalescenza di Mitchell Dijks e il presumibile approdo di Ibrahimovic nella Milano rossonera. Non semplice riuscire a dormire sonni tranquilli ma il tifoso del Bologna si crea per sopravvivenza una pellaccia bella spessa e così, il primo pensiero a cui aggrapparsi, è la sfida di domenica sera contro il Milan del figliol prodigo Stefano Pioli; rivedere il mister è sempre come incontrare un vecchio amico che si abbraccia con affetto ma fare coppia con la vittoria di Napoli è troppo importante e troppo bello per lasciarsi condizionare da facili sentimentalismi. Rispedire il Diavolo all’inferno a mani vuote significherebbe scavalcarlo in classifica e riprendere quota in personalità e autostima, oltre a mandare un segnale inequivocabile ad un campione chiamato a fare l’ultima grande scelta della sua carriera: siamo certi che in questo momento il Milan sia una sfida più ammaliante del Bologna? Questa sera sarà il campo a parlare, e solo quello ha voce in capitolo.          

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