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il Resto del Carlino – Un anno di Sinisa, un anno del nuovo Bologna

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Come le cose sono cambiate in un solo anno: da gennaio 2019 a gennaio 2020. Da quando Mihajlovic subentrò ad Inzaghi sembra passata una vita intera, in realtà solamente un anno e i cambiamenti sono stati stratosferici. Sinisa prese in mano una squadra che si trovava in una situazione drammatica e, con lavoro e dedizione, è riuscito a dare ai propri giocatori una vera identità.

Il 2020 del Bologna si è aperto con una prova di carattere, una rimonta nel derby dell’Appennino che vale tanto, soprattutto per quello che la squadra è riuscita ad esprimere. Un pareggio convincente che proietta i felsinei al decimo posto in classifica, posizione quasi identica al Bologna finale dello scorso campionato. Un anno dopo è cambiato tutto: l’anno scorso Inzaghi venne fatto fuori dopo le sconfitte contro Juventus e Frosinone e il solo punto rimediato nel derby contro la Spal. Il 27 gennaio la decisione definitiva: fuori Inzaghi, dentro Miha, dieci anni dopo la sua prima esperienza da allenatore. L’esordio in campionato è fantastico, con i rossoblù che espugnano San Siro grazie al goal di Santander: da lì la svolta, con i felsinei che in questo anno sono riusciti ad ottenere 15 vittorie, 8 pareggi e 12 sconfitte in 35 partite. Una media punti di 1,51 a partita: con una media così, il Bologna potrebbe finire il campionato a quota 57-58 punti.

E pensare che tutto questo è successo in un momento critico per Mihajlovic: nonostante ciò, ora il Bologna è guarito e si vede dalle prestazioni. L’allenatore serbo ha forgiato la squadra a sua immagine e somiglianza, si vede perfettamente. Con il pari con rete di ieri il Bologna segna almeno un goal da 12 partite consecutive: non succedeva da ben 12 anni, quando in panchina era presente Guidolin. Certo, la squadra prende goal da 13 gare, ma meglio rischiare per segnare che non rischiare affatto: parola di Sinisa, e guai chi lo contraddice.

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