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Un girone fa: Genoa – Bologna

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Corriere di Bologna

Innumerevoli sono i parallelismi tra la vita e il gioco del calcio: il non essere eccessivamente egoisti, saper collaborare all’interno di un gruppo, essere pronti a sacrificarsi o a farsi da parte in certe situazioni, rialzarsi dopo una sconfitta ed essere resilienti. Proprio quest’ultimo concetto, tanto caro allo staff tecnico rossoblu, ha caratterizzato, fin da inizio stagione, la compagine rossoblu: basti pensare alla clamorosa rimonta di Brescia che, fino a qualche anno fa, non sarebbe stata neanche immaginabile. Siniša e i suoi collaboratori sono gli artefici di una vera e propria rivoluzione culturale, un cambio di passo e di mentalità impressionante, considerando tutte le difficoltà che l’assenza di Mihajlović ha portato con se. Lo spirito battagliero proprio dell’allenatore pervade e inebria l’aria di Casteldebole: tutti, a partire dai magazzinieri tanto cari a chi fa i tipici ringraziamenti di fine anno fino alle più alte cariche societarie, si ritrovano coinvolti in un progetto che ha ripreso vigore. I meccanismi e i componenti societari che si trovavano irrimediabilmente sulla via dell’ammortamento appaiono oggi lucidi, oliati e compatibili tra loro. 

Proprio in virtù di queste solidissime basi e principi, a tre giorni dalla sconfitta immeritata in casa contro la Roma, ecco che si presenta una ghiotta occasione per i ragazzi di Siniša per tornare a sorridere. Si gioca di mercoledì, il Bologna è ospite del Genoa, che, dopo un buon inizio di campionato, viene da due sconfitte consecutive contro Atalanta e Cagliari. Andreazzoli ha estremo bisogno di una vittoria se vuole proseguire la sua avventura sulla panchina del Grifone, il malcontento di Preziosi e l’aria che si respira nello spogliatoio rossoblu sono tutt’altro che propizi. I felsinei invece, dopo il passo falso casalingo, vogliono subito rimettersi in carreggiata: la squadra di Mihajlović ripropone l’ormai collaudato 4-2-3-1 con Palacio prima punta e Krejčí che sostituisce l’infortunato Dijks. Andreazzoli si schiera con il classico 3-5-2 con il nuovo arrivato Schöne che, grazie alla sua esperienza, cercherà di dare equilibrio alla squadra. 
Proprio l’ex Ajax ci prova subito con un tiro da fuori che sfreccia alla destra di Skorupski. Pochi minuti dopo, Soriano, con un azione speculare a quella di Schöne, carica il destro, che però finisce largo complice anche una deviazione, non ravvisata dall’arbitro. Passano pochi minuti e la squadra di Andreazzoli aumenta il ritmo: prima Ghiglione (lo stesso che aveva aperto le marcature in quel funesto 0-4 casalingo contro il Frosinone) si vede neutralizzare un tiro-cross rasoterra da parte di Skorupski e poi di nuovo Schöne che centra la traversa con una punizione a dir poco chirurgica da posizione tutt’altro che banale.

Il secondo tempo è ancora favorevole ai padroni di casa: Radovanović apre magistralmente per Barreca che stoppa il pallone e con un sinistro violentissimo impegna Skorupski che ribatte pericolosamente il pallone all’interno dell’area di rigore, non trovando fortunatamente nessun giocatore del Genoa pronto per il tap-in. Ma questo forcing genoano non può continuare per tutta la partita e il Bologna lo sa: Sansone con una bella percussione in solitaria tenta la conclusione che però si infrange sull’esterno della rete, solo illusione del goal per i felsinei. Il trend sembra essersi invertito, il Bologna sul finale appare molto più lucido e concentrato ed è proprio in questo frangente che gli ospiti hanno l’occasione di portarsi in vantaggio: Sansone imbuca per Santander, il paraguaiano non trova il pallone che però rimane in area, Soriano è più lesto di tutti a fiondarsi sulla sfera, ma viene steso da Schöne, rigore per il Bologna, il terzo della stagione dopo quelli con Verona e Roma. Così come nei due precedenti, se ne incarica Nicola Sansone. L’italo-tedesco guarda il pallone per catalizzare tutta la concentrazione, Massa fischia e dal destro di Sansone esce un timido cucchiaio che si stampa sulla traversa, con Radu battuto. Inutile la rovesciata successiva dello stesso Sansone che manda fuori il pallone sprecando così una ghiottissima occasione per portare a casa i tre punti. Poco dopo Soriano sprecherà un’altra occasione calciando alto su ottimo invito di Sansone desideroso di rifarsi dopo il rigore sbagliato, la porta sembra stregata per i ragazzi di Siniša. È l’ultima occasione del match, triplice fischio di Massa e un punto a testa. 

Nel dopo partita e in mixed zone il rammarico è evidente: Sansone si dice estremamente dispiaciuto per l’esito finale, rivendicando comunque la sua scelta: “Mi sentivo di calciare così, con l’Hellas ho calciato a sinistra, con la Roma la scorsa settimana ho calciato a destra. Ho pensato che facendo il cucchiaio sarei stato più imprevedibile, è andata male.” Gli altri compagni chiaramente difendono l’operato di Nicola e la sua scelta, magari non condivisibile se si considera l’andamento e il punteggio della gara, ma senza dubbio coraggiosa e ambiziosa, spirito che Siniša vuole vedere nei suoi calciatori. Sicuramente il tecnico, ancora in ospedale, avrà messo a dura prova il suo autocontrollo vedendo il rigore calciato in quel modo, ma certamente troverà le parole giuste per risollevare il morale della squadra in vista della trasferta in casa dell’Udinese. 

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