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Un girone fa: Udinese-Bologna

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Si sa, il calcio è uno sport che da, ma che allo stesso tempo toglie, sa essere meschino ma anche riconoscente, beffardo e mai banale. Basti pensare alla situazione del tecnico del Bologna, Siniša Mihajlović, ancora in ospedale per sconfiggere la leucemia. In quella stanza così asettica ed incolore, attività come poter vedere gli allenamenti dei suoi e guardare in diretta le partite, arrabbiandosi o compiacendosi a seconda della prestazione offerta, vengono percepite come una naturale ventata d’aria fresca in mezzo a quei macchinari freddi ed inanimati, una bolla di felicità nella quale racchiudersi, una sorta di dimensione estranea allo spazio ed al tempo. Spensieratezza e leggerezza che la banda di Siniša è chiamata a ritrovare dopo il mezzo passo falso compiuto in casa del Genoa, complice una prestazione leggermente sottotono rispetto alle ultime uscite e una traversa colpita da Sansone su rigore che ancora trema, scelta che ha diviso tifosi e staff tecnico, con Tanjga che senza mezzi termini ha rimproverato l’italo-tedesco. 

Ma c’è subito un’altra partita da giocare, esattamente quattro giorni dopo quella di Marassi. Si gioca nuovamente in trasferta, alla Dacia Arena, casa dell’Udinese, squadra tipicamente ostica che fa della fisicità e delle ripartenze il suo marchio di fabbrica, chiudendosi in difesa per poi sfruttare la velocità dei suoi attaccanti, Kevin Lasagna su tutti. La squadra di Tudor ha assoluto bisogno di punti, visto e considerato che l’unico successo fin qui ottenuto dai friulani è datato 25 agosto, nella prima giornata di campionato, in casa con il Milan. I bianconeri si schierano con il solito 3-5-2 tutto muscoli e sostanza, privo del suo fuoriclasse Rodrigo De Paul, con Nestorovski e Okaka unici riferimenti offensivi. Mihajlović ripropone il 4-2-3-1 con Krejčí che sostituisce nuovamente Dijks infortunato e Santander unica punta supportato dai soliti Sansone, Soriano ed Orsolini con Danilo non convocato a causa dei guai fisici che lo tormentano da qualche settimana. 

L’assenza dell’ex Udinese si fa subito sentire: Ken Sema, possente terzino naturalizzato svedese, pennella un cross sulla testa di Nestorovski che solo in area colpisce di testa a botta sicura trovando però un attentissimo Skorupski che riesce a deviare la palla. Pochi minuti dopo il Bologna recrimina per un sospetto contatto in area tra Soriano e Samir, Giua fa segno al 21 rossoblu di rialzarsi, corretta la chiamata dell’arbitro. Il Bologna fa la partita e mantiene il possesso palla, ma è l’Udinese al 26′ a portarsi in vantaggio: Stryger Larsen crossa indisturbato dalla sinistra e trova l’incornata vincente di Okaka (23esimo goal in Serie A e primo stagionale), colpevolmente lasciato libero di staccare da Denswil e Bani. Partita subito in salita per gli uomini di Siniša che si ritrovano a dover rincorrere, con l’Udinese che, trovato il vantaggio, si chiude ulteriormente per difendere la porta di Musso. I rossoblu cercano subito di reagire: Krejčí si invola verso l’area, appoggia la palla a Sansone che la ripassa a sua volta al ceco, ne esce inavvertitamente un passaggio per Orsolini che in un fazzoletto si gira e di sinistro prova ad impensierire Musso, con il pallone che però si spegne sul fondo a pochi centimetri dal palo difeso dal portiere argentino. 

Il secondo tempo si riapre esattamente come si era chiuso il primo: il Bologna attacca e fa la partita, ma è troppo impreciso. Siniša sostituisce un Orsolini non in giornata inserendo Skov Olsen, 19enne danese, oggetto del desiderio della dirigenza rossoblu durante tutta l’estate e sbarcato a Bologna dopo una trattativa estenuante. È proprio l’ex Nordsjaelland a sprecare l’1-1 con un intervento maldestro davanti a Musso, su ottimo invito di Palacio, subentrato a sua volta a Sansone, ancora un po’ ingarbugliato tra le scorie fisiche e mentali di Genova. Il tempo passa ed è sempre più tiranno per il Bologna che avverte il peso del risultato e difetta in lucidità: Soriano sbaglia un appoggio ed innesca il contropiede dell’Udinese che viene però vanificato da Lasagna che spara il pallone in curva. Le ultime due timide occasioni per i rossoblu derivano da palla inattiva, entrambe sprecate da Santander e Bani, senza impegnare Musso. 

La partita si conclude così, con la seconda sconfitta del Bologna, dopo quella con la Roma. Una partita strana: l’Udinese è riuscita ad ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, approfittando delle disattenzioni del Bologna che è apparso poco lucido e privo di idee. Nonostante l’enorme spinta dei supporters rossoblu accorsi in massa alla Dacia Arena (circa 3000), il Bologna non riesce ad espugnare il fortino costruito dall’Udinese, fornendo una prestazione nettamente inferiore rispetto alle ultime uscite che dovrà essere subito cancellata con la partita casalinga contro la Lazio, soprattutto in vista degli imminenti 110 anni del Bologna. 

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