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Corriere di Bologna – Tutti in campo, pensando a una partita che non si giocherà

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Oggi, intorno alle 14, è prevista la conferma di quanto già detto ieri sera dal Premier Giuseppe Conte: il calcio italiano si fermerà, è doveroso fare un passo indietro per cercare di superare questa situazione. Nonostante ciò, come riportato da Marco Vigarani sul Corriere di Bologna, ieri il Bologna si è regolarmente allenato in un clima cupo e grigio: la voglia è poca, la situazione è abbastanza preoccupante. La squadra di Sinisa non gioca una gara dal 29 febbraio, contro la Lazio; ieri sono scesi in campo per preparare una fantasiosa sfida con la Juventus: sì, fantasiosa. Perché non si giocherà.

Tutti ormai si aspettavano questa decisione da parte del Governo, ma la squadra ha comunque deciso di allenarsi. A porte chiuse, ovviamente, come succede ormai da qualche settimana. I rossoblu sono stati capitanati da Miha, che però non è entrato in campo ma ha preferito assistere i suoi dalla panchina, dove erano presenti anche Di Vaio e Bigon, tutti a distanza di un metro uno dall’altro. Regole facili e che possono sembrare banali, ma che devono essere rispettate per il bene di tutti. Nel caso del Bologna però, queste regole sono state recepite da diverso tempo: infatti, data la situazione di Miha, la squadra è stata costretta a prendere misure igieniche forti al fine di non far rischiare nulla al proprio mister. 

Ieri è stato effettuato un lavoro fisico e atletico, presenti anche alcuni individui della Primavera che, a differenze delle altre squadre del settore giovanile, hanno potuto allenarsi. Una grande notizia è il rientro un gruppo di Dijks, che ha svolto quasi l’intera seduta in gruppo. Questa pausa potrà essere utile al terzino per cercare di tornare alla forma migliore, ovviamente dovrà essere gestito secondo le proprie possibilità. E, per un pò di periodo, Mihajlovic non avrà il dubbio su come sostituire gli squalificati Bani, Schouten e Santander. Intanto il Bologna ha comunicato che i clienti potranno entrare nei punti vendita solamente seguendo le regole imposte dalla sanità e rispettando la distanza di un metro. Per il bene di tutti, per il bene dell’Italia.

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