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Cesare Cremonini a CasaSkySport: «Bologna e i suoi tifosi sono unici. Vi racconto di quella notte al Dall’Ara…»

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Il Resto del Carlino

Lunga chiacchierata concessa da Cesare Cremonini a CasaSkySport durante la quale ha ripercorso le tappe della sua carriera musicale, legata a doppio filo con la sua città natale, Bologna, e con i colori rossoblu. 

«Bologna è una città piccola ma con una grande visione dentro di se. È un miscuglio di culture, di idee e di differenze tenute insieme da un grande spirito, ha una mentalità da metropoli, un punto di incontro per tutti, città generosa e aperta. È una città che respira la verità e la purezza, oggi Bologna mi tratta come un figlio, mi sento amato e protetto. Il legame tra città e squadra è qualcosa di incredibile, da sempre. Noi allo stadio ci comportiamo come se andassimo a teatro, lo viviamo come una forma d’arte, è parte della nostra cultura, abbiamo una tifoseria straordinaria e coerente. Andare allo stadio e incontrare i vari artisti bolognesi della musica italiana era un po’ come tenere le redini di tutti i sentimenti della città, una commistione di tutte le nostre passioni. Basti pensare a Dalla, Mingardi, Carboni, Morandi, tutti rossoblu fino al midollo e autori dell’inno che tanto ci manca.»

Cremonini si sofferma poi sul vortice di emozioni provate durante il suo concerto al Renato Dall’Ara nel 2018 e in particolare quando si rivolse all’eterno Lucio Dalla: «Sono venuti i brividi anche a me, quella notte su Bologna c’era una luna piena meravigliosa e quella stessa luna mi fece da tramite per parlare direttamente con Lucio, erano 40 anni che Bologna non vedeva uno dei suoi figli esibirsi allo stadio. È stato il punto di congiunzione tra me e la città. Era presente anche mio padre quella notte, lui che assistette alla vittoria dello scudetto del 63-64. È stata una serata incredibile, la mia Wembley.»

Inevitabile l’accenno alla triste attualità: «La musica, così come lo sport, si nutre di emozioni e viceversa. Entrambe queste attività non possono esimersi dal portare le persone davanti ad un grande spettacolo, non c’è possibilità di sopravvivenza per la musica live o per lo sport senza aggregazione di persone. Le emozioni che si provano per una canzone dal vivo o per un goal della propria squadra del cuore non conoscono modalità “smart”. Vivremo momenti difficili sì, ma tutto tornerà come prima, musica e sport sono parte della nostra quotidianità, manifestazioni purissime di valori, senza dimenticare tutte le persone che lavorano dietro le quinte.»

Interviene poi inaspettatamente Siniša Mihajlovic: «Vorrei dare un forte abbraccio a Cesare che è da sempre uno dei miei cantanti preferiti. Colgo l’occasione per salutare e dare un grande bacio a tutti i tifosi del Bologna, vi voglio bene, ci vediamo presto.» «Baggio, Gazzoni e Mihajlović – prosegue il cantautore bolognese – sono e rimarranno sempre nella memoria personale dei bolognesi. Baggio quando venne a Bologna fu convinto dalla narrazione della città che altri gli sussurravano nelle orecchie e, una volta trasferitosi, poté confermare queste voci, sentendosi in debito con una città che lo adottò quando in pochi erano disposti a credere in lui. Gazzoni fu l’artefice di questo trasferimento e ridiede entusiasmo ad una città che era entrata in depressione, calcisticamente parlando. Siniša con i suoi gesti straordinari, ha lasciato un segno indelebile nella storia della nostra città che gli sarà per sempre grata. Le giocate di Baggio ispirarono Marmellata 25, un modo per raccontare le sue gesta e per renderlo immortale.»

C’è spazio anche per un simpatico siparietto con Valentino Rossi: «Cesare in moto non se la cava benissimo, mi sa che è ancora fermo alla Vespa, lo vedo più a suo agio sul palco.» Chiude la chiacchierata Giancarlo Marocchi: Com’è passeggiare in via d’Azeglio con i tuoi versi sopra la testa?» «Mi rende orgoglioso, sicuramente. Io e il Dottore (Valentino Rossi ndr) ci siamo ripromessi di andarci presto quando tutto sarà finito.» 

”Un giorno migliore”,eseguita sul momento dallo stesso Cremonini, accompagna i saluti degli ospiti, chissà che non possa essere di buon auspicio. 

 

 

 

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