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Bologna

Alé Bulåggna – Al fèr l’è rufiàn

La rubrica “Alé Bulåggna” esplora il dialetto bolognese e lo collega al calcio. Anche in questo caso, parliamo di forme e di sostanze

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Nuova puntata di Alé Bulåggna, la rubrica dialettale bolognese che tenta di mantenere vivo il gergo petroniano cercando di adattare i suoi adagi al mondo sportivo, sfera d’azione ideale della nostra Redazione.

Il detto odierno, è uno di quei motteggi interessanti in cui si fanno paragoni arguti e spesso divertenti, come già ne abbiamo affrontati.

Al fèr l’è rufiàn

La frase di oggi letteralmente vuol dire “il ferro è ruffiano”, dove chiaramente il “ferro” è quello da stiro. La stiratura e la conseguente forma perfetta assunta dai vestiti viene assimilata alla presentabilità di una persona o di un comportamento, che venga rimessa a posto da un sapiente maquillage o dalla presentazione di un ruffiano, come appunto fa la stiratura fa con i vestiti sgualciti.

Calcisticamente possiamo dire che vi sono formazioni non certo ricche di talento, che però ottengono buoni risultati con grinta e corsa, in quel caso ”al fèr l’è rufiàn”, ed il ferro è la forma e la prestanza fisica della squadra, che li rende migliori di quel che sono in realtà. Stessa cosa a volte vale per una squadra che ne affronti una in grave difficoltà: potrebbe vincere bene, o comunque fare buona figura, senza in realtà averla troppo meritata, solamente perché ”al fèr l’è rufiàn”.

Anche quando una squadra torna apparentemente a fare prestazioni e risultati buoni dopo il cambio dell’allenatore, si deve prestare attenzione al fatto che ”al fèr l’è rufiàn”, e quindi il cambio di allenatore potrebbe aver portato un iniziale miglioramento, dovuto semplicemente ad una buona “stiratura”, ma prima o poi il vestito potrebbe sgualcirsi di nuovo.

Infine, attenzione ai ferri dei DS e dei Procuratori, perché in quei momenti più che mai ”al fèr l’è rufiàn” ed un giocatore mediocre potrebbe diventare appetibile senza reali motivazioni a parte l’ottima presentazione…

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