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Milan-Bologna story: beffe, goleade e quell’appello di Rivera

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“Il numeroso pubblico accorso ieri sul campo di Viale Lombardia non deve essere stato certamente molto soddisfatto. Il Milan è stato dominato costantemente dalla ben affiatata squadra bolognese, che ha vinto con uno scarto di punti superiore al previsto”. Altra Italia, altro mondo, altro giornalismo. E soprattutto altro calcio. Il linguaggio forbito dell’epoca riporta a uno dei primi precedenti tra Milan e Bologna giocato a Milano, nel vecchio campo in cui i rossoneri furono di casa dal 1920 al 1926, ultimo impianto prima dell’approdo a San Siro. E’ il 5 novembre del 1922 e il “Corriere della Sera” riporta in un trafiletto quanto accaduto tra rossoneri e rossoblu, con questi ultimi che hanno la meglio addirittura per 8-0. Con un Della Valle che è il vero diavolo della giornata: sei reti, prima della doppietta conclusiva di Alberti, in un pomeriggio storico per il club rossoblu. 

La lunga storia di Milan-Bologna attraversa gli anni senza acuti così clamorosi, ma con una serie di episodi da ben conservare. Le squadre che si affronteranno per la 176^ volta sabato sera a San Siro (finora 81 vittorie del Milan, 50 del Bologna e 44 pareggi, con 284 gol contro 221 in favore dei rossoneri), hanno sfoderato campioni di tutto rispetto e pomeriggi o serate da ricordare, purché, per ovvie differenze di obbiettivi, non siano mai state avvicinate da un destino comune. Tranne nel 1982: entrambe retrocesse, con i rossoneri che vincono 3-2 a Cesena la partita decisiva all’ultima giornata ma il Genoa, pareggiando a Napoli tra le polemiche, si prende l’ultimo posto disponibile per la salvezza. Per i rossoblu fu un dolore ancor più grande: per la prima volta nella sua storia il Bologna conosceva l’inferno della B, lasciando a Juventus e Inter la palma delle uniche due squadre mai retrocesse sino a quel momento. Nel successivo campionato cadetto, il Milan vinse entrambe le partite: 5-0 a San Siro e 3-1 a Bologna. Nel frattempo, tra i rossoblu era sbocciato un giocatore di cui si sentirà spesso parlare: Roberto Mancini.

Nella stagione 1990-91 invece, il super Milan di Sacchi travolge il Bologna per 6-0. Quel giorno, in curva sud, è in bella evidenza uno striscione: “Forza Bologna, ti aspettiamo in A”. Segni di un gemellaggio allora forte tra le due tifoserie, andato frantumato da lì a pochi anni, quando il Bologna, tra l’altro, rischierà di sparire prima di venir salvato dal principe arrivato su un cavallo bianco: il compianto presidente Gazzoni. Nella classifica dei marcatori della sfida, poi, solo nomi di spicco: Schiavio è il record-man con 15 reti, seguito da Pierino Prati con 11, scomparso anch’egli di recente. A quota 10 Ettore Puricelli, in gol con entrambe le maglie, mentre a 9 gol spunta il nome dell’istrionico José Altafini. 

Il Milan vince da tre confronti consecutivi tra le mura amiche, ma se il Bologna non riesce più a fare bottino pieno al Dall’Ara (ultima volta un 2-0 firmato da Cruz e Fresi nel marzo 2002), sovente ci è riuscito a campi invertiti. Il 30 gennaio del 2005, in una partita che i rossoblu passano per lo più nella loro metà campo, l’ex di turno Locatelli beffa in contropiede il grande Milan di Ancelotti, campione d’Italia in carica con in campo Kakà, Shevchenko, Crespo, Maldini e compagnia bella. Era dal marzo 1964, l’anno del titolo dei rossoblu, che il Bologna non faceva bottino pieno a San Siro. Cosa che si ripeterà anche in due distinte fasi: anno 2008, prima giornata. Il Bologna di Arrigoni, appena tornato in A, riparte proprio dal Milan del neo arrivato Ronaldinho. Di Vaio porta in vantaggio i suoi, poi il brasiliano sfodera l’assist ad Ambrosini per l’1-1. Nella ripresa gli ospiti la spuntano: botta di Valiani da fuori area che non lascia scampo ad Abbiati per il 2-1 finale. 

Il precedente più significativo è però quello del gennaio 2016. Sulla panchina del Milan siede proprio quel Sinisa Mihajlovic che non concluderà la stagione (sostituito da Brocchi dopo un 1-2 in casa contro la Juventus) ed è strano come il destino calcistico si diverta a scherzare con le sue pedine. L’attuale e acclamato allenatore del Bologna quel pomeriggio soleggiato di quattro anni e mezzo fa, si deve arrendere alla rete di Giaccherini a otto minuti dal termine. E’ l’ultimo acuto, prima di 8 confronti dove il Milan la spunta 7 volte. 

C’è un ulteriore precedente da scomodare, riaprendo i libri di storia. Domenica 6 maggio 1979: al Milan serve un punto per la matematica certezza del decimo scudetto, quella stella tanto agognata che Nereo Rocco aveva inseguito invano. Il leggendario allenatore triestino da qualche mese non c’è più e i rossoneri vogliono dedicargli il traguardo. Eppure, tutto rischia ancora una volta di evaporare: alcuni tifosi, eccitati e inebriati dalla imminente festa, si sistemano in una zona pericolante dell’attuale secondo anello rosso, nonostante l’area sia vietata al pubblico. Ci vuole un appello, microfono in mano, di Gianni Rivera, che con la sua erre moscia intima ai disertori di abbandonare quella parte di tribuna. “Tra dieci minuti l’arbitro ci darà partita persa se non vi spostate di lì”. Un tifoso, giunto da Catanzaro apposta per festeggiare, entra in campo e urla tutta la sua disperazione al capitano del Milan: “Ho fatto 800 chilometri, non può finire così!”. No, quei tifosi se ne andranno e Milan e Bologna faranno novanta minuti di melina per ottenere il punto che serve a ciascuna delle due. Bologna salvo, Milan scudettato. Sabato sera, invece, sarà tutt’altra storia. 

 

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