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IL GRILLO PENSANTE – Bologna è una Regola

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La stagione 2019-20, ancor prima di giungere ai nastri di partenza, ha assunto i connotati di una premessa drammaturgica con la stordente doccia ghiacciata della malattia di Mihajlovic…come può una squadra di calcio di Serie A affrontare un campionato di calcio mentre il suo allenatore lotta per battere la leucemia?

Una montagna immensa da scalare ma, come canta Luca Carboni e come ha ricordato Walter Sabatini, Bologna è una Regola, è il posto migliore dove possono accadere i miracoli, dove i campioni assoluti ritrovano ristoro e riconquistano il piedistallo da cui sono caduti, dove chi è in difficoltà trova una mano forte che lo risolleva; nel corso dell’ultimo anno nel pentolone delle pozioni rossoblu ci sono finiti il coltello che tiene sempre tra i denti Sinisa, l’abbraccio affettuoso e rassicurante della città, la reazione emotiva di un gruppo di giocatori che solo giocatori non sono e lo sguardo benevolo della Dea Bendata. Sebbene sia stato pericolosamente inquinato dal Coronavirus, l’intruglio si è rivelato straordinario: Mihajlovic ha riconquistato la sua salute, siede regolarmente sulla sua amata panchina ed ora è cittadino onorario di Bologna; la squadra, tra alti e bassi, un piccolo step l’ha fatto, in alcuni fuggenti attimi ha anche osato affacciarsi alla zona europea per poi essere rintuzzata malamente nel mezzo della graduatoria. Il dato comunque importante è la valorizzazione della rosa, il tesoro di famiglia è ora più ricco ma deve essere impreziosito con qualche pezzo di argenteria per ambire alle competizioni continentali.

Un quadro generale che sorride ai rossoblu sta però venendo macchiato da un finale di stagione affannoso e con troppi ceffoni incassati, appendice che ha scatenato la delusione e la rabbia del tecnico serbo nei confronti dei suoi giocatori e trasversalmente anche nei confronti della società; Sabatini ha voluto immediatamente sottolineare che “Le quattro pere di Firenze non cancellano un bel niente, è stata una stagione straordinaria” ma in realtà 5 punti nelle ultime 7 partite (con 17 reti subite ed il record storico di 32 partite consecutive con la rete violata, mai nessuno in serie A aveva fatto peggio) sono un bottino decisamente poco invidiabile. La squadra ha ceduto di schianto, la bella casa sapientemente costruita nel corso di un’intera stagione sta venendo rifinita con poco decoro e Mihajlovic ha ben chiarito che dopo la gara col Torino si faranno scelte in linea con il verdetto emesso dall’unico giudice attendibile: il campo di gioco.  Impossibile non affezionarsi a Sinisa, la bocca che dà voce ai pensieri più gettonati nella mente del tifoso medio; Orsolini ha esternato la sua insofferenza per le critiche ricevute pubblicamente dal suo allenatore ma l’involuzione del talento marchigiano è lapalissiana, dopo la trasferta vittoriosa di Genova con la Samp si è completamente smarrito non riuscendo praticamente più a saltare un diretto avversario e collezionando soprattutto errori e palle perse. Il suo rendimento in ribasso coincide con il finale ansimante della squadra, probabilmente il buon Riccardo influisce parecchio sulle sorti della sua truppa e questo dovrebbe oltremodo responsabilizzarlo considerando che a 23 anni si è calcisticamente giovani ma non novellini. Lo attendiamo rigenerato nella prossima stagione, lui ha bisogno del Bologna ed il Bologna ha bisogno di lui, ma intanto c’è un’ultima fatica da superare prima di veder scorrere i titoli di coda di un’annata fuori da qualsiasi logica immaginabile: prendere il Toro per le corna, così da chiudere serenamente il primo lustro dell’era Saputo ed incominciare a fantasticare su un calciomercato che possa rendere davvero più europea la squadra del prossimo anno.

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