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Bologna

Stadio – Intervista a Roberto Saputo

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Pietro Pieralisi


Uno degli uomini della Primavera di Troise, sicuramente meno in vista di altri giovani, ma non meno importante. Si tratta di Roberto Saputo, calciatore rossoblù nato a Bologna ma le cui origini arrivano da molto lontano. «I miei sono qui da più di trent’anni» afferma il classe 2000 a Sebastiano Moretto per Stadio «mio padre è un imprenditore, è venuto qui per aprire una piccola azienda, mentre mia madre l’ha seguito per amore». Cresciuto all’ombra delle due Torri spinto dalla passione del padre, Roberto ritiene il calcio uno delle poche cose che realmente lo appassionano ancora, nonostante siano ormai quattordici gli anni di militanza nel Club rossoblù. «Quando mi scelse il Bologna ricordo che ero felicissimo. Manca ancora l’esordio con la prima squadra, ma a piccoli passi spero di raggiungere anche quel traguardo». Ispirato da Leonardo Bonucci, Roberto non sempre ha avuto il giusto focus sul mondo del pallone, trovandosi più volte fermato da piccoli infortuni che ne hanno rallentato la crescita. Prima centrocampista poi adattato a difensore da Pagliuca ai tempi dell’under 15, il giovane rossoblù ricorda con piacere i tempi da centrocampista “goleador” e gli anni passati con Stanzani e Mazza, nonché le poche occasioni in cui ha avuto l’onore di vestire la fascia di capitano. «Ho indossato la fascia contro Juventus e Sampdoria» conclude Saputo «e la cosa mi ha reso molto felice. Poi con Troise ho un bel rapporto, mi chiese se me la sentivo e gli ho detto di si: è una bellissima cosa, soprattutto se accade nella squadra in cui sei cresciuto. Il futuro? Ne ho parlato un po’ con la dirigenza, le proposte da fuori ci sono, ma ancora non si può dire nulla».

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