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A TU per TU – Intervista esclusiva a Mario Sconcerti: “Europa, il Bologna deve provarci. L’inter può vincere l’EL; Atalanta, sei da scudetto. Roma, attenzione a parlare di fallimento”

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A poche settimane dalla fine del campionato, in Italia è già successo di tutto: da Pirlo allenatore della Juventus passando a Friedkin nuovo proprietario della Roma, fino ad arrivare all’Inter in semifinale di Europa League. Su questi temi ci siamo soffermati con Mario Sconcerti, noto giornalista, scrittore e direttore di TMW Radio.

Partiamo dalla Juventus e da Andrea Pirlo: perché la Juventus ha deciso di puntare su di lui?

“E’ sempre stato una delle figure più amate nel mondo bianconero, da calciatore ha vissuto il grande calcio. Ovviamente, giocare e allenare non è la stessa cosa e, spesso, se sei stato un grande calciatore non è detto che sarai un grande allenatore. Io ho sempre pensato questo, poi un allenatore deve sempre avere un po’ di fanatismo che in Pirlo non trovo; non c’è dubbio però che lui conosce il calcio, quindi nulla è ancora detto”.

Da una scommessa a una conferma, Stefano Pioli cosa ha restituito al Milan e, con il rinnovo di Zlatan Ibrahimović, a cosa potrebbero ambire i rossoneri nella prossima stagione?

“Il Milan deve puntare a essere competitivo, cosa che ha già fatto nell’ultima parte di questa stagione. Credo siano stati determinanti diversi fattori, ad esempio al tranquillità di Pioli: lui è un normalizzatore, ha avuto il merito di saper gestire un gruppo che era allo sbando. Poi sono stati decisivi calciatori come Rebic, Ibra e Calhanoglu. Attenzione però: una cosa è risollevarsi dalle ceneri, altra cosa è battere i primi. C’è una responsabilità diversa, un peso psicologico differente. Una cosa però è certa: il Milan, in questo momento, sa giocare a calcio”.

Da una milanese all’altra, cosa è cambiato nella testa dei nerazzurri dopo le ultime partite di Europa League? La squadra di Antonio Conte è favorita per la vittoria finale?

“Certo che possono vincere l’Europa League. Credo che il Siviglia sia favorito, ma i nerazzurri possono giocarsela fino alla fine. Rispetto alle ultime battute di campionato, vedo una maggiore attenzione ai movimenti: si muovono molto di più in campo e fanno schermo davanti alla difesa. Ho notato un’insistenza positiva nell’interrompere le azioni offensive degli avversarsi. Sotto questo aspetto è stato fondamentale il pieno recupero di Gagliardini: è un centrocampista che non viene elogiato spesso perché non è uno che dribbla, però è diventato un giocatore fondamentale per l’equilibrio del centrocampo. La sua crescita e quella di Barella hanno portato una grande spinta e una fondamentale resistenza alla squadra di Conte”.

L’Atalanta è uscita dalla Champions League tra gli applausi. Nella prossima stagione potrebbe puntare al campionato?

“Assolutamente sì. In questa stagione appena trascorsa è arrivata terza, anche abbastanza vicina alle prime due, quindi i bergamaschi hanno il diritto e dovere di puntare alla vittoria dello Scudetto. L’Atalanta è ora consapevole di essere una grande squadra, è questo il momento giusto per cercare di vincere qualcosa. I pronostici sul prossimo campionato vanno comunque fatti dopo la fine del calciomercato, perché acquisti e cessioni delle squadre di A potrebbero cambiare la spina dorsale delle rose”.

Dan Friedkin è a un passo dalla presidenza della Roma, secondo lei cosa ha bisogno la piazza per ritrovare fiducia nella società dopo un momento negativo?

“Dipende dai punti di vista perché i tifosi sono scontenti, ma l’era Pallotta non è stata del tutto un fallimento. La Roma, in questi ultimi anni, è arrivata diverse volte nelle prime posizioni di classifica e una volta in semifinale di Champions. Pallotta si è dovuto far rimborsare 300 milioni di debiti, questo significa che i soldi li aveva messi e le squadre le aveva costruite. Non sarà facile fare meglio. Credo si debba partire da questo, dalla coscienza che si può provare qualsiasi cosa ma devono essere chiare determinate condizioni. Ti sei mai chiesto perché la Roma nove anni fa venne pagata 114 milioni e oggi, invece, 500? Hanno comprato i debiti, i soldi che Pallotta aveva messo. La gente deve capire che il denaro, nel calcio, nessuno li mette così, a caso; quasi nessuno ha il coraggio di mettersi sulle spalle 300 milioni di debiti. Negli ultimi due anni c’è stato un cattivo lavoro, soprattutto di Monchi, ma attenzione a parlare di tristezza della piazza: penso sia più triste chi ha messo i soldi”.

Nonostante la nuova proprietà, Walter Sabatini resterà al Bologna per continuare un progetto ambizioso. Siniša Mihajlović ha detto che per l’Europa servono almeno due anni, la sua opinione a riguardo?

“Servono rinforzi. Il Bologna è una squadra giovane, competitiva ma praticamente senza attaccanti. Come già suggerito da Mihajlović, ai rossoblu manca almeno un attaccante da 15 gol a stagione. In Italia ci sono 7 squadre allo stesso livello, nella zona centrale della classifica: chi trova un centravanti vero ha più probabilità di andare in Europa. Non è facile, perché non sono tantissimi i posti per l’Europa, ma il Bologna ha il dovere di provarci”.

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