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The Day After: Bologna-Parma, la forza del collettivo

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crediti immagine: bolognafc.it

Era richiesta a gran voce una scossa, un’inversione di tendenza rispetto all’ultima prestazione di Milano e in generale alle ultime uscite post-lockdown. Quella scossa è arrivata, anche se, giova ribadirlo, contro un Parma altamente rimaneggiato e con diverse defezioni. La partita di ieri sera rappresenta il connubio perfetto tra giovani promettenti e zoccolo duro: ha aperto le danze Soriano che, con queste prestazioni, potrebbe convincere Mancini a convocarlo in Nazionale nonostante l’abbondanza di centrocampisti azzurri e ha chiuso l’eterno Palacio, mettendo il sigillo su un’altra prestazione generosa e dispendiosa. Nel mezzo tanto, tantissimo lavoro dei più giovani: Hickey che dall’alto (si fa per dire) dei suoi 18 anni ha mostrato ottime qualità in fase di spinta e di copertura, Schouten e Tomiyasu che hanno dominato nei rispettivi reparti e Skov Olsen che, dopo un anno di apprendistato, si augurano tutti possa sbocciare definitivamente. Partita che, dopo un iniziale forcing gialloblu, non è quasi mai stata in discussione, con un possesso palla nettamente in favore dei rossoblu condito da una buona dose di tiri nello specchio protetto da Sepe che ha evitato un passivo ben più largo. Particolarmente emozionante è stato sentire riecheggiare all’interno del Dall’Ara quei cori che mai avremmo dimenticato, ma che – come un canzone familiare di cui non si conosce il titolo – avevamo bisogno di risentire per rispolverarne la memoria. 

L’unica pecca della serata è l’ennesimo goal subito, scaturito da un rinvio maldestro di Skorupski. Il buon esito della gara permette di passarci sopra, ma è evidente che sia uno degli aspetti su cui concentrarsi di più e dal quale passerà la crescita collettiva di tutta la squadra. 

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