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Bologna, uno squadrone che tremare il mondo fa

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Come nacque il detto “Bologna, uno squadrone che tremare il mondo fa”

Da bambino

Quando da bambino raccontai a casa che avrei fatto il tifo per il Bologna, ricordo mio padre, da sempre tifoso del Napoli, che mi disse: “Bravo! Il Bologna è la squadrone che tremare il mondo fa”. Io avevo solo 10 anni, ma il calcio lo seguivo già con attenzione. Magari a scuola avevo qualche difficoltà, ma sul calcio non era facile prendermi in giro: agli inizi degli anni ’80 il Bologna non faceva tremare proprio nessuno. Poi mi spiegò che quella frase faceva riferimento a un passato glorioso e che, mentre il Napoli non aveva ancora vinto nessun campionato, il Bologna aveva vinto già sette scudetti!

La ricostruzione della storia del detto

Quel detto, che avevo sentito pronunciare da mio padre per la prima volta, mi è rimasto molto caro, sia perché mi rimandava alla mia infanzia, sia perché testimoniava un passato glorioso della mia squadra del cuore. Allora, mi sono deciso di andare a cercare le origini di questo detto e sono riuscito a ricostruirlo grazie al libro di Luca Baccolini, Il Bologna dalla A alla Z. Tutto quello che devi sapere sullo squadrone che tremare il mondo fa, Newton Compton Editori, 2017. Il giornalista bolognese ricostruisce la storia del celebre detto affermando che nel 1912 nel Bar Libertas (in Via Ugo Bassi) i giovani Giovanni Tonelli e Vittorio Ortali composero un inno che conteneva proprio quei versi. È facile immaginare che quell’inno dovette rimanere nelle orecchie dei tifosi e dovette essere intonato molto spesso anche negli stadi. Il riconoscimento ufficiale, però, scrive Baccolini, avvenne nel 1941 quando il Guerin Sportivo mise per iscritto il motto, consegnandolo alla storia del calcio bolognese e nazionale.

I trionfi

È sicuramente il caso di ricordare che negli anni ’30 il Bologna aveva vinto molto in Italia e in Europa: 4 scudetti tra il 1936 e il 1941, due edizioni (nel 1932 e nel 1934) della Coppa dell’Europa Centrale (antenata della Mitropa Cup, la più antica competizione internazionale la cui prima edizione si svolse nel 1927) e il Torneo Internazionale dell’Expo di Parigi nel 1937. Nel 1934 e nel 1938 l’Italia vinse due mondiali di calcio con molti giocatori del Bologna in squadra, ricordiamo in proposito il gol di Angelo Schiavio nella finale del 1934 contro la Cecoslovacchia [leggi qui]. Essere vincenti in Italia, dunque, legittimava la definizione del Bologna come lo squadrone che tremare il mondo fa.

Gli allenatori vincenti di quegli anni furono Hermann Felsner, con cui il Bologna vinse i primi due scudetti nel 1925 e nel 1929 e poi avrebbe vinto anche quelli del 1939 e del 1941, dopo che Arpad Weisz, che aveva vinto quelli del 1936 e del 1937, fu costretto ad abbandonare l’Italia per l’Olanda a causa della emanazione delle leggi razziali del 1938 (purtroppo nel 1942 fu catturato e deportato in Polonia).

Le bandiere calcistiche furono prima Angelo Schiavio e poi Carlo Reguzzoni (entrambi vincitori di 4 scudetti con il Bologna). Non a caso sono due calciatori con maggiori marcature nella storia rossoblù: 251 Schiavio e 168 Reguzzoni.

Un altro grande protagonista di quegli anni fu il Presidente Renato Dall’Ara [leggi qui], che dal 1934 diventò il Presidente della squadra e che avrebbe concluso il suo incarico solo alla vigilia della finalissima Bologna Inter del 7 giugno 1964, che avrebbe portato il settimo scudetto al Bologna.

Dopo la sospensione per l’evento bellico della seconda guerra mondiale il Bologna non seppe ripetersi. Dovette attendere il 1962 per vincere la Mitropa Cup (la sua terza vittoria dopo quelle del 1932 e del 1934) e il 1964 per la vittoria del settimo scudetto.

L’augurio

Auguriamo a questa nostra squadra dal passato glorioso che sappia ricostruire presto quanto aveva vinto negli anni ’30. I giovani tifosi bolognesi meriterebbero di partecipare a qualche grande vittoria da raccontare un giorno ai loro nipotini.

Amedeo Gargiulo  

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