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L’altro spogliatoio: la Bosnia di Dusan Bajevic

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fonte immagine: Twitter ufficiale Nazionale bosniaca


Ultimo atto. Stasera al Grbavica Stadium di Sarajevo, l’Italia cercherà un’altra vittoria nell’ultima giornata della fase a gironi della Nations League per assicurarsi la partecipazione alla FinalFour. In caso di qualificazione gli azzurri di Roberto Mancini, guidati stasera da Chicco Evani, si ritroveranno a giocare le finali del prossimo ottobre (6-10 ottobre 2021) tra Milano e Torino. In particolare, le due semifinali della competizione si svolgeranno a San Siro, mentre la finale andrà in scena all’Allianz Stadium di Torino.

Discorso ben diverso per il nostro avversario odierno. La Bosnia di Dusan Bajevic è una squadra che dovrà ricostruirsi sulle ceneri di un biennio con risultati al di sotto delle aspettative. La Bosnia ed Herzegovina retrocederà in Lega B, dopo appena una stagione in Lega A. La promozione era giunta grazie al primo posto della passata edizione della Nations League e l’obbiettivo era ovviamente difendere la categoria: niente da fare. Lo stesso vale per la qualificazione agli Europei, obbiettivo fallito. La sconfitta ai rigori contro l’Irlanda del Nord, peraltro battuta ben due volte nel corso della precedente edizione della Nations League, ha negato alla Bosnia la prima partecipazione agli Europei.

DIFFICILE LETTURA – La partita di stasera è davvero di difficilissima lettura, la Bosnia per tutte le premesse che abbiamo fatto si trova in un periodo di transizione. Il tecnico Bajevic deve fare i conti con l’assenza di due titolari inamovibili come il capitano e leggenda del calcio bosniaco Edin Dzeko e l’esperto difensore centrale Bicakcic, centrale classe ’89 dell’Hoffenheim. Al suo posto vedremo comunque due difensori non più giovanissimi, ma comunque non di caratura internazionale: Adnan Kovacevic (27) del Ferencvaros e Sinisa Sanicanin (25) del Vojvodina.
A sinistra in difesa l’unico volto veramente noto alla platea internazionale, con Sead Kolasinac, esterno dell’Arsenal.
Per questi motivi è facile che dietro la Bosnia evidenzi grosse carenze, come peraltro già fatto nella sfida con l’Olanda, la quale ha letteralmente dominato dal primo al novantesimo minuto, lasciando comunque spazio ai bosniaci, che infatti sono riusciti anche ad andare in rete.

LA MANCANZA DI DZEKO – Il reparto bosniaco di miglior qualità è senz’altro la mediana. I bosniaci si presenteranno probabilmente con Cimirot, 27enne dello Standard Liegi, in appoggio a Miralem Pjanic, che non ha certo bisogno di presentazioni, e Rade Krunic, anche lui noto al pubblico italiano. Difficile capire in che modo il centrocampo disposto da Bajevic si adatterà alla partita che li attende. Infatti, la Bosnia, come contro l’Olanda, sarà perlopiù costretta a difendersi. Rispetto all’andata, giocatasi a Torino lo scorso settembre, la mancanza di Dzeko creerà grossi problemi alla manovra bosniaca nonostante la qualità di Pjanic e gli inserimenti di Krunic. Questo perché la Bosnia ha sempre preferito un gioco reattivo, di rimessa, che appoggiava molto dell’iniziale sviluppo offensivo sulla capacità del suo capitano di venire incontro al pallone e smistarlo come un vero regista offensiva. Stasera invece là davanti ci sarà Prevljak, buon centravanti, ma molto lontano dal capitano della Roma. Molto interessante invece e particolarmente insidiose potrebbero essere le due ali della Bosnia. Da una parte Edin Visca, da anni leader tecnico dell’Istanbul Basaksehir Campione di Turchia la scorsa stagione, è in possesso di abilità interessanti nel dribbling e nella conclusione a rete, mentre dall’altra parte ci sarà Amer Gojak, attuale numero 10 del Torino, che ha messo assieme appena 63’ con la maglia granata e che il tecnico Giampaolo considera una mezzala adatta al centrocampo a 3, più che come esterno.

Quel che è certo è che vedremo una Bosnia molto sperimentale, e forse anche un po’ demoralizzata dagli ultimi deludenti risultati, mentre l’Italia dovrà mettere in campo la grinta e la tecnica mostrate contro la Polonia, per assicurarsi la partecipazione e l’organizzazione della FinalFour.

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