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Genoa-Bologna, anatomia di una sconfitta

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crediti immagine: bolognafc.it

Doveva essere la partita della svolta, dei tre punti necessari dopo cinque pareggi consecutivi e invece si è tramutata in un pomeriggio da incubo. Nella cornice di un bucolico Luigi Ferraris, con un manto erboso a dir poco rivedibile, il Bologna offre una delle peggiori prestazioni della stagione. Il campanello d’allarme era già suonato dopo appena trenta secondi, con Destro che nell’area piccola aveva provato a sorprendere Da Costa dopo una lettura difensiva errata di Danilo, preludio di ciò che sarebbe successo di lì a breve. 

Partita che dall’inizio alla fine vede un Bologna mai realmente pericoloso dalle parti di Perin, che deve unicamente impegnarsi a respingere il tiro al volo di Orsolini nel primo tempo. Al contrario il Genoa, nonostante il nulla cosmico dal punto di vista del gioco, ha saputo capitalizzare al meglio le uniche due occasioni, prima con Zajc e poi con l’ex con la E maiuscola Destro, abili a sfruttare i due errori difensivi del Bologna che – di nuovo – alla prima occasione avversaria, subisce gol, costringendolo a delle rimonte che non sempre riescono. Ballardini, che di calcio ne mastica, conosce i pregi e difetti della sua squadra, così come del Bologna e, conscio dei propri limiti e delle fragilità dei suoi, imbastisce un fortino difensivo che ingarbuglia da subito il gioco del Bologna, che contro le squadre che si chiudono a riccio, fatica a brillare e a trovare soluzioni. La formazione dei rossoblù liguri imbastita di giocatori fisici ed esperti, lasciava prevedere uno spartito tattico non dissimile da quello che effettivamente è stato, con tanti elementi rocciosi a murare la porta di Perin, sacrificando sull’altare dei tre punti il “bel giuoco”.

Le difficoltà nel concretizzare le occasioni da gol del Bologna sono ormai di dominio pubblico, se poi, come ieri, le occasioni create rasentano lo zero diventa complicato portare a casa il bottino pieno. Le statistiche finali, nonostante la partita noiosa, raccontano di ben 14 tiri totali del Bologna (mai realmente pericolosi) e un possesso palla pari al 65%, sintomo di come il Bologna abbia comunque dominato sul piano del gioco, mancando – come troppo spesso accade – in fase realizzativa. 

Il Bologna sarà atteso ora da due sfide particolarmente probanti contro Verona e Juventus, prima del giro di boa. L’arrivo di Soumaoro sarà senza dubbio utile a rinforzare un reparto difensivo in continuo affanno, anche se l’esigenza di una punta con il gol addosso si fa sempre più pressante, considerato l’unico gol all’attivo di un comunque encomiabile Palacio che, ad ora, rimane insostituibile. Troppo pochi i punti finora raccolti dal Bologna, quantomeno se l’obiettivo è migliorare lo score dello scorso anno. Vietato abbassare la guardia, il campionato è ancora lungo, nel bene e nel male. 

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