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Carlo Brugnoli, ‘Gazzetta di Parma’: “Per i gialloblu ultima spiaggia”

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(Photo by Mario Carlini / Iguana Press/Getty Images)

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Alla vigilia di Parma-Bologna in programma alle 18 al Tardini, abbiamo raggiunto telefonicamente Carlo Brugnoli, responsabile dello sport alla “Gazzetta di Parma”. Queste le sue parole tra mercato, proprietà americana e naturalmente le aspettative sul match di questo pomeriggio.

Carlo, che giudizio dai al mercato del Parma? Troppi innesti e non sempre in ruoli corretti?

“E’ stato un mercato ricco nei nomi, non in termini di investimenti. Che poi siano arrivati giocatori utili, questo lo vedremo. Secondo me è stato fatto un altro tipo di errore: e cioè che non sono stati acquistati tutti i giocatori che D’Aversa aveva chiesto. Lui era andato via ad agosto perché aveva chiesto dei rafforzamenti, e invece con Liverani è stata impostata una filosofia basata sui giovani, che però hanno reso per il 20 o 30%. Brunetta per esempio se ne vuole già andare e tornare in Argentina. Con il calo dell’ossatura storica della squadra, ha comportato questa situazione difficile che stiamo vivendo. Cosa mancava al Parma? Un centrale difensivo, Bani, che è arrivato e che a Bologna conoscono bene. Anche un terzino destro, che è Conti, ed è arrivato. In attacco poi sono arrivate due o tre punte, e attendiamo ancora il ritorno di Inglese. Ma manca un play-maker: quello che fa le due fasi, il facitore di gioco a centrocampo, che imposta. E ci troviamo ancora con gli stessi a metà campo, che per ora hanno garantito un rendimento altalenante se non al di sotto della media. Se devo dare un voto al mercato del Parma do tra il 5 e il 6, poi naturalmente parlerà il campo”.

Il Parma non segna al Tardini dal 25 ottobre. Il Bologna ha vinto una delle ultime undici partite. Che partita dobbiamo attenderci?

“Per il Parma è l’ultima spiaggia. E’ più o meno come lo spareggio del 2005, la partita decisiva. Se non vince oggi, il Parma al 50% retrocede. In 20 partite il Parma ha vinto solo con Verona e Genoa, l’ultimo gol è di Kucka contro lo Spezia, e una squadra con certe ambizioni non può avere questi numeri. Anche se la zona salvezza non è lontanissima. Ma credo che Torino e Cagliari risaliranno e in fretta, perché sono attrezzate per altri obbiettivi. Anche se sul Cagliari ho qualche dubbio in più perché la conferma di Di Francesco non credo sia stata una operazione positiva”. 

In molti ritengono che il Bologna abbia raccolto meno di quello che meritava. Che idea ti sei fatto dei rossoblù?

“Io ho visto una bella squadra, mi rifaccio soprattutto alle ultime due contro Juventus e Milan. Una squadra brillante, pur con il problema della sterilità offensiva. Mi aspettavo sinceramente l’esplosione di Barrow, che io considero uno dei più importanti talenti in vista. Magari esplode nel girone di ritorno, ma comunque il Bologna è una squadra strutturata che ha ottimi giocatori, da Orsolini a Sansone, a Palacio, è una bella squadra che ha raccolto certamente meno di quanto seminato. Può giocarsela con tutti, e soprattutto arriva qui con una tranquillità che il Parma non ha. Oggi il Parma deve scendere in campo per forza per vincere. Dopodiché ci saranno Verona, Udinese e Spezia, tutte partite sporche, per cui l’approccio alla partita è quello dell’obbligo di vincere. E non so se la squadra ha questa maturità”

 

Sarà uno scontro tra due proprietà americane. Nello specifico del Parma e in generale nel calcio italiano, che visione hai di questo tipo di investitori?

“Sono situazioni un po’ complicate. Questo presidente ha certamente entusiasmo e voglia, e ha speso anche tanto, circa un centinaio di milioni e in più quelli spesi nel mercato di gennaio. Ha sempre onorato il pagamento degli stipendi, ma il problema è conoscere sempre la realtà del luogo in cui sei. Sappiamo come è gestito lo sport americano a livello manageriale, la Serie A invece è un unicum rispetto agli altri sport. Intanto non c’è una struttura societaria definita: non c’è un amministratore delegato, non c’è un direttore generale. La catena è presidente-direttore sportivo-allenatore. E un vice-direttore sportivo. Per cui il fatto di non avere una struttura societaria definita è una sorta di buco. E’ importante avere persone che sanno come muoversi in questo mare di squali. Certamente il bicchiere è mezzo pieno perché ha preso la società dalla vecchia proprietà che aveva portato il Parma dalla D alla A e che avevano chiuso il loro mandato, ma questo sarà un anno di transizione. Ci auguriamo che non ci sia l’intoppo della retrocessione, perché anche a livello di progetti a medio-lungo termine sarebbe complicato. Ma c’è da dire una cosa: Krause ha scelto anche altri investimenti, per esempio sta aprendo un resort nelle Langhe, è proprietario di due cantine sempre lì, e sta ristrutturando un vecchio casale in Piemonte per stabilirsi. Gestisce un gruppo da più di 2 miliardi l’anno, è una scelta di vita, ha interessi ramificati, sta lavorando per la ristrutturazione del Tardini. Sono prove che lui ci crede in questa avventura. E poi l’Accademy: vorrebbe crearne una in stile americano, per poter valorizzare eventuali campioncini che potrebbero saltar fuori. Anche se come detto cozza un po’ con la visione dell’allenatore”.

A proposito, D’Aversa potrebbe avere i giorni contati?

“Può essere. Le sue dichiarazioni della settimana scorsa sono chiare, non crede di essere seguito. I rapporti con la proprietà non mi sembrano non tanto idilliaci. E in una situazione del genere se non si rema tutti dalla sua parte, è un problema. E credo che comunque a fine stagione andrà via ugualmente”.

 

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