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L’altro spogliatoio: difficoltà e punti di forza della Lazio

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fonte immagine: Twitter ufficiale Lazio


Sfida difficile per il Bologna, al Dall’Ara alle 18 arriva la Lazio di Simone Inzaghi. I biancocelesti però arrivando dalla cocente delusione di Champions League, dove sono stati letteralmente annichiliti dal Bayern Monaco. La gara europea può aver lasciato strascichi soprattutto dal punto di vista fisico e atletico per i biancocelesti che potrebbero pagare un po’ di fatica a causa dell’impegno europeo. Dall’altra parte Sinisa Mihajlovic e i suoi ragazzi vogliono ritrovare la vittoria dopo i tanti pareggi delle ultime giornate e una sfida per cui non c’è certamente necessità di trovare motivazioni, è la migliore delle occasioni.

DIFFICOLTÀ DIFENSIVE – La Lazio in questo periodo, e più in generale in questa stagione, sta incontrando importanti difficoltà difensive. La squadra di Inzaghi complice qualche scelta errata in sede di mercato e qualche problema fisico di troppo non ha ancora avuto la possibilità di trovare una quadratura alla sua difesa a 3. Acerbi si ritrova spesso a dover fare gli straordinari per correggere gli errori dei compagni distratti. L’ex Sassuolo è anche uno dei migliori registi difensivi a disposizione del tecnico biancoceleste e questo porta spesso Inzaghi a sfruttarne le capacità tecniche e spingerlo ad avanzare. Una delle particolarità tattiche della Lazio è infatti quella di alzare molto i due centrali che giocano ai lati della difesa per consolidare il possesso e liberare l’esterno alto; questa situazione tattica è stata più volte cercata dai biancocelesti costretti alla gestione del pallone a causa dell’atteggiamento attendista delle squadre avversarie che preferiscono lasciare il possesso alla Lazio per evitarne le forza offensiva in ripartenza.
Questo atteggiamento spregiudicato nella gestione del pallone però ha portato spesso la Lazio a scoprirsi subendo contropiedi pericolosissimi. Una situazione decisamente favorevole per squadre con uomini rapidi in avanti come il Bologna.

EQULIBRI E FINALIZZAZIONE – Gli equilibri della Lazio comunque dipendono in larga misura da due giocatori. Uno è senz’altro Lucas Leiva, l’altro è Milinkovic-Savic. Il mediano brasiliano è l’uomo in più in fase di possesso, ma anche di non possesso; l’ex Liverpool è l’uomo su cui i compagni contano quando c’è da gestire una delicata situazione di possesso, ma contano anche sulla sua capacità di posizionamento quando la Lazio non ha il pallone. Milinkovic-Savic è invece il vero ago della bilancia. Il suo strapotere fisico e la sua tecnica permettono agli uomini vanati Luis Alberto, Correa e Immobile di muoversi in funzione della manovra offensiva. Il serbo infatti è il giocatore che consolida il possesso palla, apre le azioni offensive con passaggi chiave per saltare la pressione, sa giocare di sponda per i compagni in area e fuori, grazie al suo strapotere nel gioco aereo. Un calciatore totale a cui Inzaghi non rinuncia mai, nonostante abbia arretrato il suo raggio d’azione perdendone l’apporto in fase realizzativa.
Intorno a questi due giocatori si costruisce la manovra offensiva della Lazio con Luis Alberto e Correa che lavorano tra le linee e negli spazi creati da Immobile abilissimo ad aggredire gli spazi in profondità e allungare la squadra avversari.
L’altra arma offensiva della Lazio sono ovviamente gli esterni di centrocampo. Lazzari in particolare è l’esterno più temibile. La sua velocità permette alla Lazio di ribaltare le azioni in maniera fulminea. Non dotato di grande dribbling, Lazzari preferisce avere tanto campo libero davanti per aggredirlo con la sua velocità. È lui infatti il motivo per cui diverse squadre preferiscono lasciare alla Lazio il gioco, limitandone la capacità di andare in contropiede con la velocità del suo esterno e la freddezza sottoporta di Immobile.

Per il Bologna sarà importante tenere una linea difensiva compatta, senza lasciarsi sfilacciare dai movimenti di Immobile o dall’ampiezza del gioco degli esterni biancocelesti. In questo sarà fondamentale l’apporto dei due mediani, che dovranno essere in grado di proteggere la difesa e occupare la zona centrale, impedendo a Luis Alberto e Correa di ricevere e inventare dalla zona della trequarti.

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