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Bologna Femminile, una crescita che arriva da lontano, grazie al duro lavoro

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Foto: Damiano Fiorentini

Non arrivano a caso undici vittorie consecutive, e non si passa per caso da una stagione in cui si lotta per non retrocedere ad una in cui a due gare dalla fine del girone di andata, si è sempre e solo vinto, e qualunque cosa succeda oggi nella sfida contro il Pistoia, la stagione delle rossoblù fino ad oggi è stata decisamente buona.

Per chi seguiva la squadra quando ancora era una ASD, la trasformazione del Bologna attuale è meno difficile da spiegare di chi si sia avvicinato alla squadra solo ora che è di proprietà della Spa di Saputo. La crescita della rosa era iniziata già nella stagione 2019/2020, col paziente lavoro del tecnico Michelangelo Galasso, che nonostante i risultassi faticassero ad arrivare, aveva iniziato a seminare quello che ora si sta raccogliendo.

Oltre al grande lavoro del tecnico, e delle ragazze che lo hanno seguito crescendo tutte in modo ben visibile a livello personale, bisogna ricordare un paio di fattori intervenuti in questi mesi, che con ogni probabilità hanno aiutato ulteriormente a migliorare il gruppo. L’arrivo di Alice Magnusson, giocatrice di alto livello per questa Serie C, e quello di Gaia Mastel, che era probabilmente l’attaccante centrale di cui il Bologna avrebbe avuto bisogno anche nelle stagioni precedenti, hanno migliorato la fase realizzativa. Allo stesso modo, il rientro dall’infortunio di Martina Marcanti e la sua crescita in chiave di gestione della palla nel punto nevralgico del gioco, è stato un altro valore aggiunto di questa stagione.

Ma chiaramente l’accento va posto sul lavoro tecnico, tattico e atletico messo in campo non solo dal già citato Michelangelo Galasso, ma anche dai suoi collaboratori: Tarini, De Lucca, Calzolari, Bazzanini, e Sorino. E sul sito del Bologna sono uscite le parole del preparatore atletico Andrea Calzolari, che ha raccontato le difficoltà di affrontare un momento complesso, fatto anche di allenamenti personali, in alcuni casi a distanza, e con la costante spada di Damocle di una possibile sospensione del campionato (cosa avvenuta già due volte in un anno).

Ecco quanto dichiarato dal preparatore atletico: «Ci siamo trovati a dover ritarare il lavoro a fine ottobre vista la sospensione dei campionati, non tanto per quanto riguarda i metodi quanto sulla programmazione che, non avendo obiettivi, nel breve è stata completamente rivista. Spesso siamo stati costretti a fare sedute di allenamento online, che per le ragazze sono chiaramente meno motivanti che andare sul campo, ma per quanto mi riguarda è stata una grossa occasione da cogliere per poter lavorare di più sugli aspetti di forza e sulle carenze, anche perché sul campo non le ho mai a disposizione per un’ora tutte per me! E devo dire però che mi hanno stupito in positivo per la costanza e la serietà che hanno dimostrato in quel periodo.

Sotto gli aspetti condizionali sono soddisfatto di come hanno risposto, anche i test fatti ad inizio febbraio ci dimostrano questo ma non ci devono “appagare”, perché per quanto siamo già a marzo, non abbiamo ancora concluso il girone di andata. Per quanto riguarda gli aspetti da migliorare abbiamo sicuramente del grande lavoro da fare su alcune posture del corpo e soprattutto sulla lettura delle traiettorie della palla – riferendomi alle giocatrici di movimento – in primis quelle aeree e il conseguente colpo di testa.

Stiamo cercando di tenere ben monitorati i carichi interni ed esterni delle ragazze, stando attenti agli eventuali affaticamenti dei singoli in modo da poter agire preventivamente e nello specifico. Studiando il calendario delle partite abbiamo anche individuato microcicli di scarico periodici, sapendo che può essere stravolto in un qualsiasi momento, vedi gli ultimi mesi… Questo è stato possibile grazie al lavoro coadiuvato di tutto lo staff, sia tecnico – Galasso, Tarini e De Lucca – che medico, con Bazzanini e Sorino: senza ciò sarebbe tutto infattibile».

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