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Bologna

IL GRILLO PENSANTE – Ma l’obiettivo è ancora la salvezza?

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Fin dai fasti dell’Impero Romano riecheggia nei secoli il grido di battaglia Audentes Fortuna iuvat (“La Fortuna aiuta gli audaci”) ma, in questa balzana stagione, sorge il dubbio che occorra ben altro alla truppa di Mihajlovic per accaparrarsi le attenzioni della Dea Bendata.

La partita di Napoli non fa certo eccezione, anzi, è il perfetto prototipo del Bologna targato 2020-21: dominio rossoblu per larghi tratti, possesso palla al 57% (al cospetto dei partenopei che sono terzi in Serie A in tale graduatoria), ben 16 tiri in porta di cui solo 4 nello specchio (oltre a 2 reti fantastiche annullate a Palacio) e sconfitta finale per 3-1 che lascia molto più dell’amaro in bocca. E’ la malinconica bobina che viene cinicamente proiettata nei salotti bolognesi con una frequenza preoccupante, quasi familiare, ma la squadra è questa, qualità apprezzabili e buoni propositi che si infrangono sui limiti individuali e sulle note lacune. L’esaltazione del “vorrei ma non posso”.

 

La trasferta in terra campana ha rendicontato anche alcune conferme sul piano individuale: De Silvestri fatica a trovare una svolta positiva, l’affidabilità di Danilo inizia un po’ a scricchiolare sotto il peso degli anni e il confusionario Riccardo Orsolini sta cedendo la titolarità del binario destro ad uno Skov Olsen in evidente progresso. Relativamente a questi ultimi, da svariati mesi l’ex-atalantino è attanagliato in una morsa psicologica che ne ha bruscamente stoppato l’evoluzione mentre il danese (seppur ancora tra alti e bassi) aggiunge costantemente qualche mattoncino al proprio bagaglio tecnico-tattico diventando di fatto preferibile nelle attuali gerarchie; a Napoli ha finalmente dimostrato di poter diventare quell’ala intraprendente di cui la squadra avrebbe tanto bisogno. Il tempo sarà come sempre galantuomo.

Infine, se mai ce ne fosse stato bisogno, è stata ancora una volta certificato che Soriano è l’indispensabile cuore pulsante di tutto l’apparato rossoblu e che, in assenza di un centravanti col fiuto del gol, non esiste una migliore alternativa a Palacio la cui unica pecca è timbrare il cartellino solo saltuariamente. Se fosse anche prolifico sarebbe da conservare in una cella d’ibernazione.

 

A fine gara Sinisa Mihajlovic dichiarando “noi abbiamo giocato e loro hanno fatto i gol” ha proferito con insindacabile oggettività la storia della partita ma aggiungendo “dobbiamo salvarci, siamo in linea con l’obiettivo” ha fatto automaticamente inarcare sopracciglia e precipitare mandibole verso il basso. Obiettivo “salvezza”? Tali affermazioni stridono come unghie sulla lavagna rispetto a quanto sbandierato da the Canadian Boss Joey Saputo appena 10 mesi fa “Il nostro obiettivo non è più la salvezza, ma l’Europa. Possiamo sognare di andare in Europa League, ce la possiamo giocare”. Una misteriosa amnesia ha colpito il tecnico serbo o sono frasi di circostanza dettate dallo sconforto di chi non è stato equipaggiato come richiesto per alzare l’asticella?Attualmente la classifica colloca i felsinei molto più vicino alla zona retrocessione che a quella europea ma la fotografia corrente non giustifica in ogni caso una rettifica al ribasso così palese. Nessuno si illudeva di poter centrare un lasciapassare per le coppe continentali in questa stagione nonostante un livello generale del campionato tutt’altro che eccelso; quasi sicuramente nessuna squadra italiana parteciperà agli Ottavi di Finale di Champions League, l’Inter in testa al campionato è stato scaraventato fuori dalla massima competizione europea addirittura a dicembre, il Milan in lotta per lo scudetto dista anni luce dalle glorie passate e le provinciali ma organizzate Atalanta e Verona continuano ad essere assolute protagoniste nonostante sostengano spese nettamente inferiori alle rispettive vicine di classifica.

 

La tifoseria rossoblu smania anche soltanto per poter lottare alla conquista di certi ambiti traguardi, senza la pretesa di centrarli ad ogni costo ma quantomeno per il gusto sportivo e campanilistico di sognare mete (finalmente) ambiziose; servire continuamente semolini ai patrioti di tortelli e lasagne è già di per sé un giocare d’azzardo e, alla distanza, può diventare quasi insopportabile.

La stagione sta quindi scivolando via sottovoce e la Sampdoria è la prossima (seppur importante) tappa ma, ciò che appare ormai impellente, è la necessità di riscoprire un sapore di competizione che dalle parti di Bologna non si degusta da ormai troppo tempo.

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