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Atalanta-Bologna, la Dea sbendata

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crediti immagine: bolognafc.it


Una manita assordante in uno stadio deserto. Ecco il riassunto della serata da dimenticare del Gewiss Stadium. Ci si auspicava che brutte figure come quella rimediata in casa contro la Roma non fossero più da prendere in considerazione, ma lo strapotere fisico e tecnico dell’Atalanta non ha – di fatto – mai dato scampo ai rossoblù, in affanno per quasi tutto l’arco dell’incontro.

Tralasciando le tanto discusse decisioni arbitrali di Fabbri (si può discutere del rigore, molto meno del rosso a Schouten), il connubio tra assenze pesanti tra le fila del Bologna e tasso tecnico decisamente più elevato degli orobici sono risultati letali per il Bologna, quasi mai in grado di impensierire l’Atalanta salvo i primi 20 minuti iniziali. Lo dimostrano i cinque gol dei padroni di casa, tutti (tranne il rigore chiaramente) frutto di una qualità tecnica invidiabile e perfettamente in linea con l’attuale posizionamento in classifica dei bergamaschi. 

Come dice Boskov: è meglio perdere una volta per 5-0 che cinque volte per 1-0”, così Mihajlović nel post partita. Verissimo, anche se bisognerà evitare che questa sconfitta comporti spiacevoli strascichi al termine di una stagione da onorare fino in fondo e con una salvezza da acquisire matematicamente. Troppe volte il Bologna, privo di reali e concreti obiettivi, ha offerto finali di campionato non all’altezza, l’augurio è che questa tendenza non si ripeta. 

Per il derby contro la Fiorentina, viste le contemporanee assenze di Dominguez e Schouten, ci sarà un centrocampo da inventare (sperando nel rientro in difesa di Tomiyasu) e una prestazione da riscattare, per chiudere un campionato costellato da troppi alti e bassi. 

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