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Il Resto del Carlino – Palacio e il rebus sul rinnovo. Monza alla finestra

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Come ogni anno, in questo momento della stagione, il futuro di Palacio è il solito rebus da sciogliere. Se disputerà un altro campionato diventerebbe il rossoblù più anziano di sempre in attività. Ovviamente, se la domanda si pone, come accade da tre anni a questa parte, ai dirigenti rossoblù la risposta è sempre la stessa: deciderà Palacio. Un privilegio che, di solito, si riserva solo ai più grandi. E, grande, non c’è dubbio che lo sia: un eterno ragazzo di 39 anni che nel 2014 giocò perfino una finale mondiale con l’Argentina, piegata poi da un goal di Mario Gotze nei tempi supplementari.

Proprio Palacio, entrato poco prima dalla panchina, aveva fallito la possibile occasione del vantaggio sbagliando di misura il pallonetto su Neuer (qualche mese dopo si scusò: “Ho commesso un errore ma sono cose che nel calcio succedono”).

Prima di lui, solo tre portieri, nell’ordine: Francesco Antonioli (ultima partita a 39 anni 8 mesi e 17 giorni), Gianluca Pagliuca (a 39 anni, 5 mesi e giorni) e Fabrizio Ferron (a 39 anni). Nella partita di domenica contro i Viola Palacio ha tagliato il nastro dei 39 anni, 2 mesi e 7 giorni, calciatore di movimento più longevo della storia dei felsinei davanti a Franco Brienza e al compagno Danilo.

Se dovesse continuare un altro anno con la maglia del Bologna diventerebbe primatista assoluto di longevità davanti ad Antonioli. Un record personale se l’è già preso con la tripletta alla Fiorentina: “triplettista” più longevo nella storia della Serie A (così come nei primi cinque campionati d’Europa). Da quando arrivò nell’agosto del 2017, con Donadoni in panchina, il Trenza ha sempre scelto l’opzione del contratto “annuale libero”: cosa che gli permette, ogni stagione, di decidere del suo futuro. “Firmo per un anno perché voglio riservare al club e a me stesso, alla fine di ogni stagione, il diritto di valutare se ci sono le condizioni per allungare il matrimonio”.

Anche questa volta sarà così. Si deciderà a bocce ferme: vedremo se sarà più l’Argentina a tentarlo o il Monza di Berlusconi o se alla fine, come ogni anno, rimarrà nella città che ormai è diventata la sua seconda casa: Bologna.

Fonte: Massimo Vitali – Il Resto del Carlino

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