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Bologna-Genoa, same old story

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crediti immagine: bolognafc.it


Errare è umano, perseverare è diabolico. Diventa difficile e superfluo ripetersi, ma il Bologna di questa stagione ce lo impone, visti gli alti e bassi che hanno costellato il campionato. Una vera e propria montagna russa di emozioni che non ha mai concesso al Bologna di potersi permettere un percorso netto e una continuità di risultati. 

La partita con il Genoa ha messo a nudo (ancora una volta) tutte le fragilità e i difetti di questo Bologna, che, privo di un reale e concreto obiettivo di classifica, rischia di offrire l’ennesimo finale di campionato asettico, a fronte di una stagione piuttosto anonima, con tutte le difficoltà del caso. 16 sconfitte in campionato, tanti, troppi i gol presi, una congenita mancanza di cattiveria sottoporta (citofonare Barrow e Skov Olsen) nonostante il gioco molto più che gradevole che, per le occasioni create, avrebbe di certo meritato maggior fortuna. Fortuna che di certo non ha sorriso agli uomini di Mihajlović, capaci di creare anche ieri sera una grande mole di occasioni, senza mai però riuscire a concretizzare. 

Niente da fare però. I rossoblù hanno dominato per larghi tratti la partita, offrendo un calcio certamente più apprezzabile e futuribile rispetto ai liguri, anche se il catenaccio degli ospiti ha funzionato e il vecchio lupo di mare Ballardini ha portato a casa quei tre punti che gli mancavano per ottenere la matematica salvezza. Da registrare l’ennesima prestazione incolore degli esterni del Bologna, Barrow e Orsolini, mai realmente in grado di impensierire la difesa ospite. 

Le statistiche inquadrano bene quanto visto in campo, con il Bologna che ci ha sicuramente provato (22 tiri totali contro 11) peccando però in precisione (6 vs 7 i tiri nello specchio della porta). Si è giocato per larghi tratti nella metà campo del Genoa (67% di possesso palla per il Bologna), peccato non aver sfruttato le innumerevoli occasioni avute, anche considerando i tanti calci d’angolo battuti (saranno 12 al termine dei 90 minuti). Unica nota lieta sono stati gli esordi dei giovanissimi Wisdom Amey, classe 2005 giocatore più giovane ad esordire in serie A e Kacper Urbanski classe 2004, subito vogliosi di mettersi in mostra e con le attitudini e le capacità dei giocatori dall’ottimo prospetto, neanche troppo futuro.

Appuntamento a lunedì per lo scontro diretto in casa dell’Hellas Verona, per tentare di voltare subito pagina e concludere dignitosamente il campionato. 

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