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Corriere di Bologna – Roberto Soriano: il grande assente di Bologna-Juventus

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Damiano Fiorentini - 1000cuorirossoblu

Il fantasista rossoblù è stato intervistato da Fernando Pellerano sulle pagine del Corriere di Bologna riguardo la stagione del Bologna e non solo.

Roberto Soriano sarà il grande assente di Bologna-Juventus, dove avrebbe certamente voluto dare il suo contributo, soprattutto per fare un possibile sgambetto alla squadra bianconera, che dovrà giocarsi la partita più importante del suo campionato, e potrebbe non bastarle per raggiungere la Champions League. Un grande dispiacere per il numero 21 non poterci essere, visto anche il tifo a favore non solo dei tifosi rossoblù ma anche dalla maggior parte degli italiani, che vorrebbero vedere la Juventus non raggiungere il proprio obiettivo.

Sulla stagione personale l’italo-tedesco, invece, si è detto contento, ha sicuramente raggiunto statistiche importanti e soprattutto ha aiutato la squadra a non trovarsi mai in situazioni pericolose. Il suo tabellino cita 9 goal e 8 assist, numeri che sarebbero valsi la Nazionale, ma, come tutti sappiamo, il CT Mancini ha fatto scelte diverse; decisioni sicuramente che hanno demoralizzato il giocatore del Bologna, ma fa parte del gioco, nonostante avesse creduto alla partecipazione all’Europeo.

Soriano, per questo Bologna, spesso si può raccontare come un faro di luce nel buio, è quel giocatore chiamato a fare la giocata quando la squadra non gira; è il giocatore cruciale per trovare gli spazi e incidere nella difesa avversaria. Questo è anche quello che gli chiede Sinisa Mihajlovic: riuscire a decidere le partite con una propria giocata e, quest’anno, soprattutto nella prima parte della stagione, lo ha fatto molto bene. Però, per il centrocampista, il gruppo viene prima delle sue statistiche; gli obiettivi personali si, regalano soddisfazioni, ma mai quanti i risultati della squadra, di cui senza dubbio possiamo dire che è il leader tecnico. A questo proposito è stata fatta anche una battuta su Mihajlovic, allenatore che ha inciso molto nella carriera di Soriano, a cui chiede sempre di non svolgere solo il compitino, anzi è una cosa che lo manda “in bestia”; l’allenatore cerca sempre di tirare fuori il massimo, con le buone o con le cattive, sotto la sua guida si è obbligati a prendersi delle responsabilità. Come riportato nell’intervista, Mihajlovic “mette pepe al sedere”.

Chiuso il capitolo singolo e allenatore, Soriano si focalizza più sulla stagione in generale del Bologna, per il quale è stato anche ringraziato. Complimenti sicuramente ben accetti ma non condivisi completamente perchè la squadra poteva ottenere di più. Sicuramente, come dice, non essere mai finiti nelle zone pericolose della classifica ha dimostrato che si è fatto un buon lavoro, ma aver conquistato solamente 41 punti non rappresenta il vero valore della squadra. Per questo il giocatore sorride e scherza dicendo: “vi accontentate di poco”, a rappresentare comunque che anche dentro le mura di Casteldebole non siano troppo soddisfatti del risultato finale. Ma come si migliora? Cosa si può fare per ottenere di più? Rispetto a questa stagione che sta per concludersi, dice, che sicuramente andrà migliorata la concretezza sotto porta, visto che sono stati lasciati per strada molti punti perchè molte delle occasioni create non sono state sfruttate; e poi data la presenza di molti giovani in rosa, l’anno prossimo giocheranno con un anno in più di esperienza sulle spalle.

Due scambi di battute anche su alcuni compagni di squadra: il grande amico Sansone, l’eterno Palacio e il giovane Vignato. Per quanto riguarda il primo, racconta come sia stata una stagione complicata a causa degli infortuni che ne hanno condizionato il rendimento; il trentanovenne argentino, invece, data l’età, continua a sorprendere tutti, anche durante gli allenamenti dove sembra avere almeno dieci anni di meno; infine, Vignato, è un giocatore che gli piace e può dare una grande mano, nonostante venga criticato dagli addetti ai lavori per il fisico sottile (secondo alcuni non adatto) che possiede per affrontare la Serie A. 

Prima di concludere l’intervista, Soriano, si è raccontato anche su arbitri e VAR, figure con il quale non è andato molto d’accordo in questa stagione. A San Siro, un “insulto” gli è costato l’espulsione e altre volte è stato ammonito per proteste. Un rapporto non facile per il numero 21 rossoblù che a volte non si è trovato d’accordo con le decisioni dei direttori di gara; il trequartista ammette di essere un “rompiscatole” ma gli piacerebbe, però, che i direttori di gara sia più equi e non sentenzino con due pesi, due misure come invece spesso accade.

Altro argomento importante chiesto al centrocampista riguarda la pandemia e il pubblico, dove non può che essere dispiaciuto visto che il gusto di giocare e di segnare davanti agli spalti vuoti degli stadi non trasmette la stessa gioia che davanti a migliaia di spettatori; dopotutto il calcio sarebbe per regalare gioia alla gente, non è giocato per essere fine a se stesso. Durante la pandemia, Soriano non è stato fermo ma, in silenzio, lontano dai riflettori, ha compiuto azioni per il sociale nel meridione, terra delle sue origini: assieme ai suoi cugini ha aiutato le persone che più avevano bisogno durante questo periodo difficile che ha creato la pandemia.

Per concludere, un argomento che interessa molto ai tifosi rossoblù, gli è stato chiesto del suo futuro. Ormai trentenne, dovrebbe essere nella stagione del fiore della maturità calcistica. Soriano, però, non guarda più in là della prossima stagione dove intende provare a fare meglio di quella che è giunta quasi al termine. Sarà difficile, ma noi ci speriamo.

Fonte: Corriere di Bologna, articolo di Fernando Pellerano

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