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Bologna-Juventus, così no

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crediti immagine: bolognafc.it


Non sono bastati striscioni, fiaccolate e un generale senso di (esagerato) ottimismo per meritarsi una partita degna di nota contro la Juve. Il match più atteso dell’anno dai tifosi rossoblù, (quest’anno anche dai tifosi juventini non tanto per la rivalità sportiva quanto per i punti in palio validi per la Champions League) si è rivelato un autentico tracollo, con la serata che era già indirizzata dopo appena sei minuti. 

L’atteggiamento, a fronte del netto divario motivazionale e tecnico delle due compagini, è stato a dir poco arrendevole, con i giocatori apparsi con la testa già in vacanza. Un difetto cronico del Bologna, che da anni offre finali di stagione non all’altezza e senza un reale obiettivo una volta acquisita la salvezza, obiettivo che – a detta di Mihajlović – non era da dare per scontato. E in un certo senso è vero, viste le sorti di Torino e Cagliari, invischiate fino all’ultimo nella lotta per non retrocedere. Se però si persevera nel volgere lo sguardo altrove, è doveroso sottolineare come altre squadre abbiano fatto nettamente meglio del Bologna. Sampdoria, Verona e Sassuolo (e lo stesso Genoa) alla fine del campionato guardano il Bologna dall’alto in basso, nonostante il divario tecnico sia tutt’altro che elevato, con i neroverdi che hanno acquisito un vantaggio di ben 21 punti dal Bologna, accarezzando il sogno Conference League. Lo stesso Mihajlović è apparso sfiduciato, arrabbiato e deluso nel post partita, probabilmente anche da sé stesso, consapevole di aver raggiunto l’obiettivo minimo dopo una stagione con più bassi che alti, considerate le 17 sconfitte su 38 partite e le 65 reti subite nell’arco del campionato.

L’unico a salvarsi, come spesso accade, è stato Rodrigo Palacio che – nonostante l’età – ha lottato per tutto l’arco della partita, riuscendo anche a siglare un gol, anche se in fuorigioco. Certo, si sarebbe aspettato un epilogo migliore per la sua avventura in rossoblù, con uno stadio gremito pronto ad abbracciarlo. Invece, il delicato momento storico ha affidato il suo addio ad un video apparso sui canali social del Bologna. El Trenza saluta dopo quattro anni vissuti intensamente, 132 presenze, 20 gol e un attaccamento alla maglia fuori dal normale, ad ulteriore prova della professionalità che ha da sempre contraddistinto la sua carriera, consacrandolo come autentica bandiera rossoblù.

Tornando alla partita di ieri, i dati evidenziano comunque come Bologna e Juventus si siano equivalse nel numero dei tiri, salvo la totale mancanza di precisione dei rossoblù, con Szczesny di fatto mai impegnato. Archiviata anche questa stagione, a Casteldebole è tempo di riflessioni: bisognerà capire le intenzioni della società e di Mihajlović, mai realmente in discussione. Molto dipenderà dal mercato estivo, ancora condizionato dal Covid, ma necessariamente improntato a qualche cessione e ai successivi investimenti per tentare quel tanto chiacchierato salto di qualità. 

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