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L’altro spogliatoio: l’Inter di Simone Inzaghi

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fonte immagine: Twitter ufficiale Inter FC

Quarta giornata del campionato di Serie A, il Bologna, reduce da una importantissima vittoria contro l’Hellas Verona, fa visita all’Inter di Simone Inzaghi. Le due squadre sono appaiate con 7 punti in classifica. Rispetto al Bologna, l’Inter arriva alla sfida con un umore ben diverso. Nella scorsa giornata di campionato ha dovuto arrestare la propria corsa di fronte ad una Samp gagliarda, mentre in settimana, in Champions League, ha subito una cocente sconfitta, arrivata negli ultimi minuti di partita.

CONTINUITÀ –Antonio Conte non c’è, ma è ancora nella testa dei calciatori”. Così da più parti è stato commentato l’ottimo inizio di stagione dell’Inter di Simone Inzaghi. L’ex allenatore della Lazio è stato scelto da Beppe Marotta per dare continuità al progetto tecnico del mister salentino, e così è stato. Inzaghi ha mantenuto il 3-5-2, col quale aveva fatto benissimo ai tempi della Lazio. La squadra ha mantenuto lo stesso livello di concentrazione e applicazione, recependo le piccole modifiche apportate dal tecnico piacentino. Nonostante il modulo e gli interpreti siano pressoché gli stessi, Inzaghi ha alzato sensibilmente il baricentro della sua formazione, portando l’Inter ad essere una squadra molto più aggressiva e votata all’attacco. I due difensori esterni, Bastoni e Skriniar tentano frequentemente l’anticipo alzando ritmo e baricentro della squadra. Un grande aiuto arriva dal centrocampo e dagli attaccanti che aggrediscono immediatamente i portatori di palla avversari costringendoli a giocate forzate. Tra le linee di difesa a centrocampo il filtro di Brozovic e Barella è fondamentale per non lasciare scoperta la difesa.

ATTACCO – L’arrivo di Dzeko al posto di Lukaku, è quello di Calhanoglu in luogo del convalescente Eriksen, hanno cambiato le dinamiche dell’attacco nerazzurro. La squadra si appoggi al suo centravanti, tuttavia il bosniaco interpreta il ruolo in maniera più “fantasiosa”, rispetto al belga. Edin, infatti, svaria su tutto il fronte, trasformandosi in alcune occasioni in un trequartista aggiunto, e lasciando spazio alle capacità di inserimento in area di rigore della seconda punta che, solitamente, è e sarà Lautaro, ma nel corso della stagione potrebbe essere il ruolo di Joaquin Correa accanto a Dzeko o allo stesso “Toro” argentino. Il gioco di Simone Inzaghi passa dalla capacità degli attaccanti di aiutare nella costruzione della manovra offensiva sulla trequarti, dove agisce anche Calhanoglu, partendo dal ruolo di mezzala sinistra. Un esempio è il gol del fantasista turco contro il Genoa, dove partendo dalla posizione di centrocampista sinistro, ha scambiato con Dzeko e sulla sponda del bosniaco ha piazzato un destro micidiale. La sensazione è che, rispetto al gioco di Antonio Conte, la manovra dell’Inter di Inzaghi sia più orientata al controllo del possesso, piuttosto che alla ricerca del contropiede. Non è un caso dunque che l’Inter abbia perso i suoi migliori uomini in questo fondamentale: Hakimi sulla fascia destra e Lukaku in avanti.

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